In questi giorni all’interno dei negozi ed ipermercati di Coop Estense si discute di aperture festive, e tutti si interrogano su alcuni punti, primo tra tutti: “Come mai a Modena città i due Ipermercati e i 4 negozi chiudono il 1° Novembre, mentre quelli della provincia rimangono aperti?”
Sia ben chiaro, il sindacato e i lavoratori salutano con favore la notizia della chiusura dei negozi di Modena in occasione del 1° novembre. Proprio per questo, sollecitiamo con urgenza, il Presidente della Provincia ed i sindaci di tutto il territorio provinciale, all’apertura di un tavolo di confronto per convenire la chiusura in tutta la provincia nella giornata della festività del 1° Novembre e delle festività che seguiranno a dicembre, riprendendo una discussione non più rinviabile, a nostro giudizio, su un più equo equilibrio tra tempi e stili di vita ed esigenze commerciali.
Spesso si sente dire che la politica si deve riappropriare del proprio ruolo, beh!, questo ci sembra uno degli argomenti su cui iniziare tale percorso.
Rileviamo inoltre che all’interno dei negozi le lavoratrici ed i lavoratori non comprendono per quale motivo ciò che è possibile a Modena non possa esserlo anche a livello provinciale.
Nel confronto svolto nelle scorse settimane tra le Organizzazioni Sindacali e la Cooperativa, alla nostra richiesta di rispettare le consuetudini locali e quindi di non aprire i punti vendita il 1° novembre, Coop Estense aveva risposto che l’apertura del 1° Novembre ha un valore dal punto di vista commerciale irrinunciabile.
Ma visto che a Modena si chiude, forse…non è cosi irrinunciabile!
Non solo, in occasione del 2 giugno (Festa della Repubblica) e del 15 di agosto (Ferragosto), Coop Estense vantava la distintività con le altre catene commerciali proprio in ragione della scelta di chiudere tutti i propri punti vendita, bene…noi siamo per il mantenimento della distintività!
Detto questo crediamo che una normativa diversa sulle liberalizzazioni vada scritta o riscritta al più presto , una norma che tenga conto oltre che delle esigenze commerciali anche del diritto ad una qualità di vita dignitosa di tante lavoratrici e lavoratori,
Al Parlamento, al Presidente del Consiglio, al Ministro del Lavoro (del lavoro non delle imprese!) chiediamo di guardare anche a chi le domeniche, le festività non le ha più, e di lasciar stare i diritti conquistati!