La Associazione Italiana per lo Studio del Fegato – AISF premia una giovane ricercatrice dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Si tratta della dott.ssa Fabiola Milosa, assegnista di ricerca presso il laboratorio di ricerca della Struttura complessa di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, diretta dalla prof. ssa Erica Villa del Dipartimento Chirurgico, Medico, Odontoiatrico e di Scienze Morfologiche con interesse Trapiantologico, Oncologico e di Medicina Rigenerativa dell’Ateneo emiliano, la quale ha recentemente ricevuto una delle due borse di studio in epatologia assegnate in memoria del professore Mario Coppo, che le consentirà di proseguire le sue ricerche.
Il progetto che la commissione dell’ AISF ha inteso sostenere si focalizza sulla “Progressione del danno epatico nel modello di NAFLD indotta da dieta in zebrafish: ruolo additivo dell’infiammazione promossa da tioacetamide e identificazione dei microRNA critici”
La malattia epatica da accumulo di grasso non dovuta ad abuso alcoolico (NAFLD) è fra le più comuni malattie croniche del fegato nei paesi in via di sviluppo. Essa va dalla semplice steatosi epatica alla steato-epatica non alcolica (NASH) fino alla fibrosi avanzata, cirrosi epatica e tumore epatico (HCC). Nel laboratorio dove la dott. ssa Fabiola Milosa lavora è stato messo a punto un modello che utilizza lo zebrafish, ovvero il danio rerio o pesce zebra, un pesce molto diffuso in Asia che popola acque correnti e ferme, usato con sempre maggiore frequenza negli studi, fra gli altri, dedicati a malattie metaboliche e tumori.
“Il modello in zebrafish – ha spiegato la prof. Erica Villa dell’UNIMORE, che guida il laboratorio – che è stato messo a punto nel nostro laboratorio presenta notevoli punti di interesse: non solo perché fornisce un sistema sperimentale molto duttile per studiare i meccanismi che portano alla NAFLD da puro abuso alimentare ma anche perché, allo stesso tempo, è utilizzabile in modo semplice (grazie alla capacità di zebrafish di assorbire, attraverso la superficie corporea, sostanze che siano disperdibili in acqua) per testare sostanze o farmaci che sono potenzialmente in grado di contrastare la progressione della steatosi e della fibrosi verso forme più gravi di malattia.
“Con questo modello – ha spiegato la dott.ssa Fabila Milosa – è stato possibile dimostrare che l’iper-alimentazione è in grado, da sola, di determinare steatosi epatica nel 100% degli animali e di favorire la progressione del danno fino alla fibrosi. Lo scopo di questo progetto è verificare se nel modello a lungo termine di iper-alimentazione si sviluppi, oltre alla fibrosi, anche l’epatocarcinoma e se la contemporanea somministrazione di sostanze che determinano un’attivazione infiammatoria (quale la tioacetamide) sia in grado di aumentare la progressione del danno fibrotico e l’incidenza di epatocarcinoma. Il fine ultimo è quindi capire se l’obesità possa favorire il danno epatico indotto da fattori epatotossici e se l’azione, per esempio di farmaci, sui microRNA coinvolti, possa garantire una regressione del danno”.
L’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato (AISF) persegue a livello nazionale ed internazionale finalità di promozione della ricerca scientifica nel campo dell’epatologia. Per onorare la memoria del prof. Mario Coppo, clinico medico dell’Università di Modena, grande epatologo oltre che uno dei soci fondatori, l’AISF da 12 anni mette a concorso due borse di studio ogni anno per ricerche in ambito epatologico, rivolte a neolaureati che intendano approfondire la loro conoscenza nel settore della ricerca di base o clinica delle malattie del fegato.
Fabiola Milosa
È nata nel 1989 a San Paolo Bel Sito (NA) e si è trasferita a Modena nel 2008 per intraprendere la carriera universitaria. Il lavoro di tesi triennale presso il laboratorio di Endocrinologia di Modena le è valso il nome di una pubblicazione scientifica. Ha frequentato il laboratorio di Gastroenterologia presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena per svolgere il lavoro di tesi magistrale. Il 16 luglio 2013 ha conseguito la laurea magistrale in Biotecnologie mediche e farmaceutiche con la votazione di 110/110 e lode. Da gennaio 2014 è titolare di un assegno di ricerca e lavora nel laboratorio di Gastroenterologia con la specie danio rerio, sulla caratterizzazione del danno epatico in un modello animale di obesità.