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Inaugura lunedì a Modena la mostra fotografica “Nell’era dell’Higgs”

LHC-Large-Hadron-ColliderIn occasione dei 60 anni del C.E.R.N., il più grande laboratorio di fisica delle particelle elementari al mondo, il Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche – FIM dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ospita la mostra fotografica “Nell’era dell’Higgs”, curata dal dott. arch. Federico Brunetti del Politecnico di Milano.

Il più grande acceleratore del CERN, LHC Large Hadron Collider, è un anello sotterraneo lungo 27 km equipaggiato con enormi magneti superconduttori e permette di far collidere fasci di protoni di altissima energia. Studiando queste collisioni, nel 2012 gli esperimenti Atlas e CMS hanno scoperto l’esistenza del “bosone di Higgs”, necessario per spiegare l’origine della massa. La mostra documenta varie fasi della costruzione di LHC e dei grandi apparati sperimentali realizzati intorno ai quattro punti in cui i fasci di protoni collidono. Espone inoltre le visualizzazioni di alcuni degli eventi di collisione protone-protone registrati dai diversi esperimenti.

L’inaugurazione della mostra, che si terrà lunedì 3 novembre 2014 alle ore 16.00 nell’aula L1.3 dell’edificio di Fisica (ex aula E I piano dell’edificio Fisica, via Campi 213/a) a Modena, sarà introdotta dal prof. Sergio Valeri, Direttore del Dipartimento di Scienze Fisiche, Informatiche e Matematiche, dal prof. Andrea Bizzeti di UNIMORE e Federico Brunetti curatore del volume “Gli anelli del sapere” che sarà presentato in occasione della mostra.

La mostra, allestita nel corridoio aule dell’edificio di Fisica, sarà visitabile gratuitamente fino a venerdì 28 novembre 2014 dal lunedì al venerdì con orario 9.30-17. 00. I gruppi di più di 20 persone devono preventivamente prenotarsi inviando un e-mail a: Andrea.Bizzeti@unimore.it

 

Il C.E.R.N.

Il C.E.R.N., Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, di Ginevra è il più grande laboratorio di fisica delle particelle, dove scienziati di tutto il mondo studiano le particelle che costituiscono la materia e le loro interazioni. Nel 2008 è iniziato un nuovo ciclo di esperimenti rivolti a comprendere a fondo, in una regione di energie mai raggiunte, gli scenari senza precedenti non solo delle forze che tengono insieme la materia di cui siamo fatti, ma anche dell’origine e dell’evoluzione dell’Universo. Con la realizzazione del colossale Large Hadron Collider (LHC), il più grande acceleratore di particelle del mondo (un anello sotterraneo lungo 27 km dotato di rivelatori altamente sofisticati) ATLAS e CMS, due grandi apparati sperimentali, sono stati in grado di indagare le collisioni tra le particelle subatomiche, fino a scoprire l’esistenza del Bosone di Higgs

(2012). A seguito di questa scoperta sperimentale, il premio Nobel della Fisica 2013 è stato assegnato a Francois Englert e Peter Higgs, che insieme a Robert Brout hanno introdotto il meccanismo teorico che contribuisce alla nostra comprensione dell’origine della massa delle particelle elementari e che ha previsto l’esistenza di questa nuova particella. Il volume e la mostra presentano un appassionante survey fotografico delle principali fasi di costruzione di LHC e dei giganteschi apparati che permettono di svolgere i quattro principali esperimenti. Sono valorizzati da un concept grafico raffinato e sperimentale, integrato dal racconto degli scienziati italiani dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che hanno contribuito in maniera decisiva al progetto e alla realizzazione di LHC e dalla descrizione dell’importante contributo delle aziende italiane. La mostra espone inoltre le visualizzazioni di alcuni degli eventi di collisione protone-protone registrati dai diversi esperimenti.

 

Per maggiori informazioni consultare il sito www.fim.unimore.it

















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