All’ormai prossimo Governo Regionale faremo una proposta precisa ed urgente.
È necessario istituire una sede estremamente qualificata per analizzare il quadro ormai più che preoccupante dei dati sulle operazioni di possibile riciclaggio di ingenti risorse finanziarie nei nostri territori.
E’ un quadro consolidato ed in crescita, crudamente descritto dagli ultimissimi dati – relativi al primo semestre 2014 – dell’UIF, l’Ufficio Speciale della Banca d’Italia, che raccoglie le segnalazioni antiriciclaggio, le elabora, e inoltra i casi significativi all’esame della DIA e Magistratura.
L’intera rete nazionale degli sportelli bancari, postali, assicurativi e degli studi professionali, sono tenuti per legge – un’ottima legge – ad inviare immediata segnalazione a fronte di operazioni finanziarie sospette, in odore di riciclaggio.
Gli ultimi dati purtroppo confermano e consolidano le tendenze già emerse nei Rapporti UIF-Banca d’Italia degli ultimi anni.
Dall’Emilia-Romagna sono state segnalate operazioni sospette in 4.947 casi nell’intero 2013, e nel primo semestre 2014 sono state 2.445 .
Siamo la 6° regione in Italia per volume di segnalazioni e, togliendo le regioni del Sud, ci resta una classifica poco invidiabile e molto preoccupante, che conferma l’estensione e la profondità del sospetto riciclo finanziario illegale e/o malavitoso nelle nostre province.
Certo, un dato che conferma pure il consolidarsi di una “buona pratica” nell’individuare e poi segnalare le transazioni finanziarie sospette, pur riconfermandosi una evidente criticità fra i soggetti che più o meno segnalano, e che la stessa Banca d’Italia rileva come “troppo modeste”.
È il tema della sensibilità/disponibilità nel mondo delle professioni.
Delle 37.632 segnalazioni di questo primo semestre 2014 in tutt’Italia, solamente i Notai si distinguono facendone 1.112, ma poi vengono gli Avvocati con n° 3, i Revisori contabili con n° 6 e l’insieme di Commercialisti e Consulenti del lavoro con n° 75.
Tornando all’Emilia-Romagna, le 2.445 segnalazioni sospette del semestre, hanno queste provenienze: da Bologna 562, da Modena 363, da Forlì-Cesena 287, da Reggio Emilia 271, da Parma 249, da Rimini 237, da Ravenna 221, da Ferrara 147, da Piacenza 108.
1. Nella distribuzione territoriale delle operazioni sospette in base alle cosiddette “classi di rischio”, la nostra area regionale ne vede il 54% classificate fra “rischio medio ed elevato” .
2. Per comprendere più concretamente di cosa si parla, il Rapporto descrive le “tipologie delle operazioni sospette” in ordine di peso: bonifici; acquisto e vendita di titoli; erogazione finanziamenti; emissioni o versamenti su conti di assegni o contante; trasferimento di titoli azionari.
3. Purtroppo, si riconferma per la nostra regione la tendenza già emersa nel precedente Rapporto: la predisposizione, specie in alcuni territori provinciali, ad intensi interscambi con Paesi stranieri cosiddetti “paradisi fiscali” .
4. In particolare, le province di Modena e Rimini – descritte col color rosso nella mappa UIF – che segnalano quote elevate di bonifici provenienti dai “paradisi”: circa il 18% del totale delle operazioni in ingresso dall’estero.
Sono invece Parma e Modena che primeggiano nelle analoghe operazioni finanziarie in uscita, verso i “paradisi” prevalentemente da/verso la Svizzera e poi Hong Kong ,Turchia e Singapore.
5. I settori di attività economica dei “clienti” segnalati sono, nell’ordine: industria, edilizia, agroalimentare, commercio e servizi.
Cinque coordinate, come si vede, del tutto pesanti ed altamente preoccupanti.
Allora, al di là del prezioso lavoro degli inquirenti – dall’UIF antiriciclaggio, a Dia, GdF e Magistratura – il problema pressante per la società emiliano-romagnola è di leggere e comprendere più in profondità questo fenomeno canceroso per le istituzioni locali, l’economia e le imprese pulite, il lavoro regolare e crescente. Anche la società, con le sue organizzazioni, deve fare la propria indagine.
E’ urgente e necessario comprendere per meglio contrastare.
– Al di là degli esiti giudiziari, quali relazioni si possono intravedere fra l’anello “terminale” del riciclo di risorse e la loro formazione?
– Quale rapporto con l’enormità dell’evasione fiscale e lavoro nero?
– Qual è il rapporto tra riciclaggio e crescente entità dei beni sequestrati alla malavita organizzata, anche in questa regione, che qui ha scelto di investire con modalità tipiche di “infiltrazioni legali” ?
– E a fronte di numeri così elevati di operazioni di sospetto riciclaggio, quali collaborazioni-complicità-coperture-corruzione, si intrecciano o si infiltrano nei nostri ambiti dell’impresa, delle professioni, del governo dei territori?
Un capitolo di lavoro che ha tutta la portata e l’urgenza per essere posto fra le azioni dei “primi 100 giorni” del futuro Governo della Regione.
Sui temi della legalità saranno due le tappe in Regione della Carovana Cgil: il 12 novembre a Gattatico-Casa Cervi ed il 14 novembre a Rimini passando da San Marino.
(Franco Zavatti, Cgil Modena-coordinatore legalità e sicurezza Cgil regionale)