Sei percorsi urbani alla scoperta dei luoghi della storia di Modena nel periodo della guerra e della Resistenza. Da oggi si possono scoprire con il proprio tablet e smartphone grazie alla nuova “app” gratuita “Resistenza mAPPe Modena”, curata dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea nell’ambito di un progetto sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna che sta coinvolgendo tutte le città capoluogo e tutta la Rete degli Istituti storici del territorio regionale.
Alla presentazione di questa mattina, 8 novembre, in piazza Grande a Modena, è seguito un trekking urbano, guidato dal direttore dell’Istituto storico Claudio Silingardi con il nuovo strumento, aperto a cittadini, studenti e giornalisti, iniziato sotto la lapide dedicata a Emilio Po, Alfonso Piazza e Giacomo Ulivi, fucilati in piazza dai fascisti il 10 novembre del 1944, 70 anni fa. L’eccidio sarà commemorato nel giorno esatto dell’anniversario, lunedì 10 novembre, in piazza Grande alle 17, mentre alle 17.30 nella Sala di Rappresentanza di Palazzo Comunale si presenterà il libro “La Giovinezza tenace. I luoghi e le parole di Giacomo Ulivi” curato da Marco Minardi e Andrea Barbieri assieme agli studenti del liceo Giacomo Ulivi di Parma.
“Le nuove tecnologie – commenta Gianpietro Cavazza, vicesindaco e assessore a Cultura e Scuola del Comune di Modena – valorizzano il più ampio progetto di tenere un piede nel passato e lo sguardo sul presente, proprio mentre si cammina per strada. E anche i luoghi che ci sono famigliari possono assumere nuovi significati e attrarre il nostro interesse”.
Con la nuova “app” si potrà scoprire che nel retrobottega di un negozio di ottico, quello di Arturo Anderlini, si decise, grazie a una rete di solidarietà antifascista, la salvezza di decine di prigionieri alleati. O che in un ufficio dell’Istituto di Chimica generale, in largo S. Eufemia, si riuniva clandestinamente il Comitato di liberazione nazionale della Provincia di Modena. O, ancora, che in un appartamento all’angolo tra via San Vincenzo e via Cittadella il giovane partigiano Emilio Po organizzava azioni dei Gap, i Gruppi di azione patriottica; o che, infine, il palazzo Coccapani D’Aragona, oggi sede dell’Accademia di Scienze, lettere e arti in corso Vittorio Emanuele, dal 1929 ospitò la Federazione provinciale del Partito Fascista col nome di Palazzo del Littorio.
Accanto ai luoghi meno noti, la “app” indica edifici e scorci simbolici della persecuzione ebraica, della Resistenza e della Liberazione di Modena. Per esempio, il “Tvajol ed Furmajin”, lo spazio fra la Ghirlandina e piazza Torre nel quale si gettò Angelo Fortunato Formiggini, editore e intellettuale, per protestare contro le leggi razziali promulgate nel 1938. O il Sacrario della Ghirlandina: nato in modo spontaneo, con l’affissione di una fotografia per identificare un partigiano sconosciuto, è poi diventato il luogo della memoria dei caduti della Resistenza modenese.
La app “Resistenza mAPPe Modena”, che continuerà ad essere implementata con contenuti multimediali, si può scaricare da Google Play per sistemi operativi Android e da Apple Store per iOS (iPhone o iPad).
I contenuti saranno disponibili anche su internet (www.resistenzamappe.it) a partire da lunedì 10 novembre.