E’ da tempo che, come organizzazioni sindacali, denunciamo la grave situazione del comparto costruzioni e richiediamo l’adozione di misure straordinarie atte a sostenere la produzione e l’occupazione: per questa ragione la decisione di chiedere lo stato di crisi di settore, sostenuta dalla Regione Emilia Romagna, ci trova d’accordo.
Nell’incontro che si è tenuto ieri, presso la sede della Regione, dopo mesi di sollecitazioni, le Centrali cooperative hanno convenuto con noi sulla necessità di pervenire ad un’intesa su un piano industriale che riorganizzi la cooperazione edile e che sia in grado di rispondere alle crisi che si stanno succedendo (Cesi, Iter, Tre Elle), che non possono essere risolte con la messa in mobilità dei lavoratori ed il disimpegno della cooperazione stessa.
Si tratta di individuare i soggetti che siano in grado di investire sul settore, mettendo in rete con accorpamenti e/o concentrazioni le decine di imprese cooperative presenti nel nostro territorio, in grado di promuovere nuove azioni sul mercato e rispondere alla tenuta occupazionale.
Il piano industriale dovrà essere supportato da un sistema di ammortizzatori sociali in grado di superare i limiti temporali – massimo un anno – di copertura di reddito previsti per le procedure concorsuali.
Il confronto proseguirà nelle prossime settimane presso la sede della Regione Emilia Romagna, che ha dichiarato piena disponibilità e condivisione al progetto industriale.
Come organizzazioni sindacali riteniamo indispensabile e inderogabile un intervento nel comparto finalizzato a garantire la continuità produttiva e occupazionale: non c’è nessun riconoscimento di stato di crisi senza politica industriale e investimenti che supportino il rilancio di un comparto strategico per l’economia regionale.
(Cgil Emilia Romagna)