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Banda delle gioiellerie con base a Reggio Emilia, sgominata dai carabinieri

carabinieri-manetteAveva base operativa nel capoluogo reggiano la banda delle gioiellerie composta da 3 georgiani ed una cittadina russa che i Carabinieri delle Compagnie di Riva del Garda e Reggio Emilia hanno disarticolato con l’operazione «Capintat» che ha portato all’arresto di due georgiani e alla denuncia di un terzo e di una sarta russa.  Dopo quattro mesi di indagini serrate alla “vecchia maniera”, cioè senza intercettazioni ma soltanto con analisi quotidiane degli spostamenti e pedinamenti, i Carabinieri sono riusciti a mettere le mani sui quattro malviventi che partivano da Reggio Emilia per far razzie nelle gioiellerie del Veneto e dell’Alto Adige. Le indagini sono state avviate lo scorso mese di luglio quando i quattro banditi – con una tecnica collaudatissima – riuscivano ad asportare da una gioielleria di Arco (TN) un collier del valore di 5.000 euro. Un uomo e una donna, fingendosi marito e moglie, si avvicinavano al bancone distraendo la commessa, mentre gli altri due con uno strumento non meglio individuato prelevavano il bottino da una vetrinetta poco dietro, dandosi poi alla fuga. Le indagini hanno fatto sì che fosse identificata la donna nelle immediatezze del reato, senza però poterne stabilire il reale concorso nel furto. L’analisi effettuata poi sui contatti, gli spostamenti, le abitudini di vita della stessa ha consentito ai Carabinieri di risalire a tutti e quattro i componenti, raggiungendoli tutti a Reggio Emilia. Si tratta di un 50enne georgiano e del nipote 25enne domiciliati a Reggio Emilia che sono stati arrestati dai Carabinieri a Reggio Emilia. Assieme a loro sono stati denunciati i finti coniugi: una donna russa di cinquant’anni, sarta e un georgiano 32enne, entrambi incensurati e abitanti a Reggio Emilia. I 4 sarebbero responsabili anche di altro colpo  messo a segno – in un periodo di poco precedente – in una gioielleria di Malcesine (VR), ove il bottino fu più fruttuoso (30.000 euro in preziosi).

Gli arrestati sono stati raggiuti da due provvedimenti restrittivi di natura cautelare richiesti e ottenuti dalla Procura di Trento concorde con le risultanze investigative dei Carabinieri. Durante le perquisizioni eseguite dai Carabinieri a Reggio Emilia, dove sono stati operati i 2 arresti, i carabinieri delle Compagnie di Reggio Emilia e Riva del Garda del Nucleo Operativo hanno sequestrato il vestiario indossato dai malviventi durante il colpo del 5 luglio ad Arco.

















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