L’annata agraria 2014 si conclude con un segno negativo che vede il valore della produzione lorda vendibile, pari a 444 milioni di euro, in calo del 14,3 per cento (meno quasi 74 milioni) rispetto al 2013. I dati scaturiscono dalle prime stime fornite dall’assessorato all’Agricoltura della Provincia di Modena.
Tra le cause del calo ci sono il generale il clima piovoso con l’estate fredda e anche questa piovosa che ha causato problemi fitosanitari e di produzione alle colture; poi il calo costante della spesa alimentare delle famiglie italiana (0,4 per cento ad agosto), senza trascurare la diminuzione dei prezzi alla produzione che quest’anno ha interessato tutti i comparti agricoli, colpendo in particolare il comparto zootecnico.
I dati Istat rilevano che nel secondo trimestre del 2014, l’indice dei prezzi dei prodotti venduti dagli agricoltori diminuisce del 4,3 per cento rispetto al trimestre precedente e del 4,8 per cento rispetto allo stesso trimestre del 2013.
Occorre, inoltre, tenere conto anche dei danni causati dall’alluvione che hanno inciso soprattutto sulle produzioni erbacee, mentre per le arboree non si è verificata la temuta asfissia delle radici a causa degli allagamenti.
Il settore delle produzioni vegetali rappresenta il 56,7 per cento della produzione lorda vendibile provinciale; i comparti più rilevanti sono le arboree (39 per cento sul totale) e i cereali (11,6 per cento sul totale). Nel complesso le produzioni vegetali perdono 13 punti percentuali rispetto al 2013, le arboree l’11,8 per cento della produzione vendibile rispetto all’anno precedente, solo il ciliegio (più 23,4 per cento) e il pesco (più 29,9 per cento) registrano un segno positivo.
Netta flessione (meno 24 per cento) anche nel comparto cerealicolo nonostante le buone performance di grano duro e orzo che registrano una buona produzione e un buon andamento di mercato soprattutto per il grano duro il cui prezzo continua tutt’ora a lievitare.
Unico settore a registrare un segno più della roduzione lorda vendibile complessiva è quello delle colture industriali (più 33,8 per cento rispetto al 2013) grazie in particolare alla buona performance della barbabietola.
Il comparto zootecnico che rappresenta nel 2014 il 43,3 percento della produzione lorda vendibile totale, registra una flessione del 15,7 per cento rispetto all’annata precedente: prosegue la crisi del settore delle carni, cala del 20 per cento la carne suina e del 10,8 per cento quella bovina.
Il settore lattiero caseario subisce una flessione del 15,4 per cento, a fronte di una crescita della produzione di latte dello 0,7 per cento, si rileva un calo del prezzo del latte del 16 per cento rispetto al 2013.
Bene invece l’export agroalimentare che, a livello nazionale, chiude il primo semestre di quest’anno con un progresso del 1,6 per cento in valore. Settori di punta sono i formaggi a pasta dura (parmigiano reggiano e grana padano) con un più sette per cento, carni suine trasformate (prosciutti) più nove per cento, la frutta più quattro per cento, il vino più quattro per cento rispetto al 2013.
L’ANDAMENTO DEL FRUTTICOLE: BENE LA CILIEGIA, IL CALO DEI PREZZI PENALIZZA LA PERA
Per le frutticole nel 2014 la produzione resta stabile (meno 0,3 per cento), mentre cala il valore della produzione del comparto: meno 11 per cento rispetto al 2013 a causa dell’andamento dei prezzi negativo; si registra un calo del prezzo delle pere e delle ciliegie del 20 per cento, mentre il prezzo del susino subisce una flessione del 15,8 per cento.
Stabile anche la superficie delle arboree, diminuisce il pero (meno 1,7 per cento) cresce la invece vite (più 1,6 per cento).
La produzione delle pere cresce dello 0,9 per cento grazie alla buona performance della varietà abate che costituisce il 48 per cento dell’intera produzione provinciale (ma a causa dei prezzi diminuisce del 19,3 per cento la produzione lorda vendibile rispetto alla campagna precedente).
Grazie alla ripresa della produzione del ciliegio (più 54 per cento rispetto al 2013) e nonostante la flessione del prezzo di mercato, la produzione lorda vendibile di questa coltura cresce del 23,4 per cento. Anche l’albicocco registra una netta crescita della produzione, dopo la forte flessione, a causa del clima, della campagna precedente, con un valore della produzione che cresce del 29,8 per cento. Il susino, a fronte di una produzione superiore allo scorso anno (più 2,7 per cento) subisce una flessione della produzione lorda vendibile del 13,5 per cento.
La vite registra, nel corso degli ultimi anni, una costante crescita della superficie investita; già da diversi anni gli ettari reimpiantati superano quelli estirpati, un segnale dell’interesse degli agricoltori per una coltura che, grazie al miglioramento degli impianti e alla espansione delle produzioni dop continua a mostrarsi remunerativa. In questa annata la produzione ha subito una flessione del cinque per cento dovuta al calo produttivo dei lambruschi sorbarese e grasparossa colpiti dalla grandine.
IN FLESSIONE CARNI E ZOOTECNICA. IN CALO I PREZZI DEL LATTE DEL PARMIGIANO REGGIANO
Il settore delle carni registra nel 2014 una flessione produttiva nel suo complesso; diminuisce del 18 per cento la produzione di carni suine, del 10 per cento quella degli avicoli e dell’11 per cento la produzione dei cunicoli, solo la carne bovina si mantiene su quantità prodotte simili allo scorso anno.
I prezzi nel corso del 2014 hanno registrato un deciso calo in particolare per la carne bovina che vede una diminuzione del 10,8 per cento dei prezzi di mercato e del 10,2 per cento della produzione lorda vendibile rispetto all’anno precedente.
La carne suina registra una flessione sia produttiva che dei prezzi con un conseguente calo della produzione lorda vendibile del 20,2 per cento.
Nella zootecnia minore solo il settore ovicaprini registra una crescita del valore della produzione dello 0,6 per cento.
Andamento negativo anche per il settore latte che registra una diminuzione della produzione lorda vendibile del 15,4 per cento rispetto alla campagna precedente. La produzione stimata ad ottobre di latte bovino cresce dello 0,7 per cento mentre il prezzo del latte cala del 16 per cento rispetto all’anno precedente.
Emerge con evidenza un andamento negativo del parmigiano reggiano i cui prezzi di mercato hanno subito una progressiva flessione dalla fine del 2013 ad oggi, giungendo a registrare nelle vendite di ottobre prezzi inferiori agli otto euro al chilogrammo.
IL METEO COLPISCE COCOMERO E MELONE. IN CALO I CEREALI, BENE SOIA E BARBABIETOLA
La produzione lorda vendibile del comparto dei cereali perde 24 punti percentuale rispetto al 2013 a causa soprattutto dei prezzi di mercato, il frumento tenero cala del 14,3 per cento, il prezzo del mais subisce una flessione del 10,5 per cento, solo il prezzo del frumento duro cresce dell’11 per cento.
Sempre per i cereali diminuisce la superficie investita del 10,6 per cento rispetto all’annata precedente; in particolare cala la superficie a mais a granella del 25,6 per cento, mentre le rese produttive nel complesso si sono mantenute negli standard degli ultimi anni, il frumento duro ha registrato invece una resa superiore alla norma (69 quintali per ettaro) superando la resa del frumento tenero solitamente più elevata: probabilmente l’inverno mite e privo di gelate ha favorito questa coltura.
Per le colture industriali si sta riducendo complessivamente l’importanza del comparto nell’ambito dell’agricoltura modenese: in questa annata rappresenta infatti solo il 2,7 per cento della produzione lorda vendibile complessiva. Tuttavia gli andamenti produttivi e di mercato registrano un segno positivo: il valore della produzione cresce del 33,8 per cento rispetto alla campagna precedente.
La superficie investita a barbabietola cresce del 46,6 per cento e la resa produttiva media è stata di 600 quintali per ettaro; in complesso la produzione lorda vendibile della coltura cresce del 36,9 per cento rispetto al 2013. Ottime rese produttive anche per la soia che registra un aumento della produzione lorda vendibile del 51,5 per cento rispetto alla precedente campagna.
Le orticole hanno subito l’andamento climatico negativo. Infatti a fronte di un aumento delle superfici investite del 11,2 per cento si registra una diminuzione della produzione lorda vendibile dell’1,9 per cento.
In particolare cocomero e melone, oltre ai problemi produttivi e fitosanitari hanno registrato sia un calo dei consumi dovuto alla stagione fredda, sia una difficoltà di commercializzazione dovuta all’immissione nel mercato di prodotto estero. La produzione lorda vendibile cala del 25 per cento per il cocomero e del 31,4 per cento per il melone.