“Mi associo con grande forza e preoccupazione alla Lista civica “Sassolesi” e a quanti in questi giorni si sono espressi sulle sorti del Teatro cittadino. È evidente che Sassuolo non può permettersi di perdere il proprio teatro, che è stato da sempre il centro nevralgico della cultura di qualità.
Era già chiara ed evidente la difficoltà dell’amministrazione Comunale nel dare seguito ad un cartellone Teatrale per la stagione 2014/2015, ed è altrettanto evidente la mancanza di fondi per una ristrutturazione straordinaria. Direi che sia giunto il momento di porsi come obiettivo quello del “salvataggio” del nostro contenitore culturale per eccellenza; in che modo?
Vorrei riprendere quello che nel lontano 2011, un anno prima della sua morte, il commendatore Roberto Costi, ex direttore del Teatro, cuore pulsante della sassolesità e il custode amorevole della nostra storia recente, uomo che ha dedicato la propria vita al Teatro Carani, voleva: la creazione di una ” Fondazione”(magari che portasse il suo nome).
La proprietà ha manifestato, a più riprese, la volontà di vendere il Teatro: il creare una Fondazione che consenta il suo acquisto, con il Comune, gli imprenditori, le banche e tutti i cittadini, in azionariato popolare, sarebbe forse una soluzione interessante.
Potrebbe poi essere la fondazione stessa a gestire il cartellone e la programmazione.
Restituire al Carani un ruolo di assoluta centralità nel territorio e metterlo al riparo dalle difficoltà che il Comune ha nel finanziarne l’attività, è diventata una priorità.
So bene quanto le imprese del nostro territorio siano afflitte indistintamente da una crisi economica e so che in questo quadro ogni scelta di sponsorizzazione diventa un faticoso sacrificio.
Ma sono convinto che uno sforzo in più per consentire che il Teatro Carani possa ancora offrirci una Stagione di Prosa, di Musica e perché no di cinema, debba essere fatto.
Ne sono convinto perché la resistenza di una comunità di fronte alla crisi si esprime anche attraverso scelte simboliche e gesti significativi: in questo caso quella che dovrebbe vederci tutti uniti, in un impegno congiunto per salvare le espressioni migliori del nostro patrimonio culturale.
Non si tratta solo di ricordare a noi stessi che la cultura è un antidoto alla crisi, perché salva la nostra dignità di uomini: si tratta soprattutto di credere che la cultura, insieme al turismo, possa essere un’importante prospettiva per la resistenza e lo sviluppo del sistema economico della nostro città.
Nei prossimi giorni valuterò ipotesi per un piano di fattibilità che coinvolga tutti i soggetti interessati, per poi proporlo come discussione nelle sedi opportune.”
Massimo Malagoli