Il 60% di astensionismo in una regione dalla tradizione civica e democratica come l’Emilia Romagna rappresenta un dato enorme, altroché un problema secondario come ha affermato il premier Renzi. Non si può immaginare alcuna realistica analisi del voto senza farci i conti fino in fondo. E questo da parte di tutti i partiti e movimenti che hanno dato vita alla tornata elettorale. In tale contesto specialmente la coalizione che ha vinto, di cui Sel fa parte, dovrà dare segni di netta discontinuità e riprendere a parlare alle persone. Perché una larga parte di quel 60% ha voluto mandare un segnale chiaro all’intero sistema politico regionale nonché alle deleterie politiche sociali e ambientali del Governo Renzi: non ci rappresentate.
E’ il commento di Elena Tagliani (coordinatrice regionale di Sel) che già a una settimana dal voto aveva denunciato il pericolo di un possibile astensionismo di massa e il cui partito ha raccolto un dignitoso 3,2%, eleggendo due consiglieri.
Per quanto riguarda Sel – prosegue Tagliani – se dovessimo stare ai numeri assoluti (quasi 40.000 voti raccolti) ci renderemmo conto di essere stata l’unica lista insieme al M5S che aumenta i consensi rispetto alle Regionali del 2010 e per un partito piccolo come il nostro questa rappresenta sicuramente una buona notizia nel marasma generale.
I nostri due giovani consiglieri eletti Igor Taruffi e Yuri Torri (classe ’79 e ’81) – conclude Tagliani – sapranno portare le idee e le proposte al servizio del Governo della Regione insieme al Pd nonché collaborare con le altre sensibilità di sinistra rappresentate nel nuovo Consiglio Regionale (e variamente collocate) sui temi che più ci stanno a cuore: lavoro, ambiente, reddito e beni comuni.