Ancora una volta i dati parlano di una crisi economica senza precedenti che continua a colpire l’Italia e l’Unione europea. I primi mesi del 2014 mostravano finalmente una leggera inversione di tendenza. Inversione, purtroppo contraddetta dalle ultime rilevazioni. La ripresa sembra ancora una volta spostata all’anno prossimo.
Anche l’industria metalmeccanica, nonostante la presenza di un numero elevato di aziende capaci di innovare, crescere e internazionalizzarsi, continua a essere in recessione, come confermano i dati elaborati da Federmeccanica nell’ultima indagine congiunturale.
Nel terzo trimestre 2014 i volumi di produzione sono diminuiti dell’1,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9% rispetto all’analogo periodo del 2013. L’export nei primi otto mesi dell’anno ha avuto solo un accenno di crescita (+0,8%). Le ore di cassa integrazione nei primi nove mesi hanno raggiunto i 327 milioni.
Non occorre certo sottolineare che si tratta di risultati poco confortanti per un settore strategico che da sempre fa da volano alla ricchezza del Paese. Infatti, il settore meccanico rappresenta l’8% del Pil nazionale, il 50% dell’export italiano, e occupa un milione e 800 mila addetti.
Gli ultimi sette anni hanno visto andare in fumo percentuali significative di questo comparto: rispetto al 2007 si sono persi il 30% della produzione, il 25% della capacità produttiva e 230 mila posti di lavoro.
Confindustria Modena, Unindustria Bologna e Unindustria Ferrara, che di recente hanno avviato un percorso di fusione, hanno deciso di unire la loro voce a quella di Federmeccanica per denunciare le criticità che anche a livello locale sta attraversando questo settore.
“Non possiamo che unirci all’appello del presidente di Federmeccanica Fabio Storchi per tenere alta l’attenzione sul comparto”, affermano Massimo Goldoni, capo sezione meccanica di Confindustria Modena, Sonia Bonfiglioli, presidente del settore metalmeccanico di Unindustria Bologna e Renato Chiavieri, capo sezione meccanica generale di Unindustria Ferrara. “Un settore decisivo come la metalmeccanica, che ci vede secondi solo alla Germania per competitività, ha bisogno di un sistema-Paese che consenta alle imprese di esprimere tutte le loro potenzialità. Occorrono misure che le liberino dai vincoli burocratici e che le sostengano nella ricerca e nell’innovazione.
Noi cerchiamo di dare il nostro contributo concentrandoci sul processo di integrazione che abbiamo in corso. Il nostro obiettivo è di diventare un punto di riferimento imprescindibile per la crescita della manifattura in generale e della metalmeccanica in particolare. La nostra industria meccanica, forte di una lunga tradizione alle spalle, si distingue per professionalità, innovazione, know-how. Proprio per questo è necessario fornire alle imprese il massimo sostegno in termini di servizi, finanziamenti, attività di formazione, incentivi alla ricerca e sviluppo per mantenere un patrimonio che ha ricadute straordinarie per lo sviluppo di tutto il territorio”.
L’industria metalmeccanica da sempre costituisce l’ossatura portante per l’economia dell’Emilia-Romagna. E rappresenta, per numero di aziende e capacità di export, uno dei poli più importanti a livello nazionale. In particolare, rappresenta il 36,9% della manifattura a Modena, il 46,7% a Bologna e il 42,3% a Ferrara.
Nelle tre province le imprese meccaniche raggiungono quota 9.041. La crisi si manifesta anche qui con un calo delle imprese in tutti e tre i territori: nei primi sei mesi del 2014 Modena ha registrato un -1,9%, Bologna -1,4% e Ferrara -3,2%.
Nel secondo trimestre 2014 la produzione meccanica si presenta diversificata: a Modena, la meccanica di base e gli apparecchi meccanici hanno un andamento opposto (+4,7% e -3,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), a Bologna l’industria meccanica e il packaging sono stabili (+0,5%), Ferrara registra un -3,2%.
Lo stesso dicasi per il fatturato: a Modena è in crescita nella meccanica di base e stabile negli apparecchi meccanici (+11,2% e +0,4%), a Bologna l’industria metalmeccanica registra un -0,7%, mentre la filiera del packaging ottiene un +2,4%; a Ferrara si attesta a -0,7%.
Ma a dare respiro alle performance della meccanica continua a essere l’export, che anche nei primi sei mesi dell’anno è risultato in crescita: 6,3% a Modena, 6,2% a Bologna e 12,4% a Ferrara.
Un segnale leggermente positivo arriva anche dalla cassa integrazione, che nel periodo gennaio-settembre 2014 risulta (in modo diversificato) in calo in tutte e tre le province, tranne la cassa straordinaria a Ferrara che risulta in crescita del 251,7% (3,9 milioni di ore).
Modena, Bologna, Ferrara L’industria metalmeccanica in cifre
L’industria meccanica rappresenta una quota considerevole delle imprese manifatturiere delle tre province
In termini numerici, il primo semestre 2014 ha visto una flessione delle imprese meccaniche in tutti e tre i territori
Per quanto riguarda le esportazioni, il settore meccanico mostra performance importanti
L’export del settore meccanico nelle tre province sfiora gli 8 miliardi di euro (7,943 miliardi)
Fonte: Camere di Commercio di Modena, Bologna, Ferrara e Inps