Nelle decisioni che il Comune di Modena dovrà assumere sulle azioni di Hera “serve equilibrio tra la possibilità di venderne una quota più o meno ampia per realizzare investimenti e l’esigenza di mantenerle per poter contare anche nei prossimi anni sui dividendi che rappresentano un parte significate delle entrate correnti comunali”. E’ la riflessione del sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha accompagnato la presentazione al Consiglio comunale della delibera che prevede di rinnovare per solo sei mesi il Patto di sindacato tra i soci pubblici di Hera, che scade a fine anno, allo scopo di valutare le disposizioni della Legge di Stabilità 2015 rispetto alla razionalizzazione delle società partecipate locali.
Tra i motivi indicati dal sindaco Muzzarelli che portano i firmatari del Patto a proporre di approvarne uno nuovo per soli sei mesi, e non triennale come nelle altre occasioni, ci sono anche le nuove norme del Testo unico della Finanza (legge alla quale fanno riferimento le società quotate) in merito al “voto plurimo” o “voto maggiorato”. Si tratta di una norma che consente di modificare gli statuti attribuendo un voto maggiorato (fino a due voti per azione anziché uno solo) a chi mantiene l’azione per almeno due anni. “Manca però ancora il regolamento attuativo Consob – ha affermato Muzzarelli – che è opportuno attendere prima di assumere qualunque decisione sull’introduzione o meno di tale regime nello statuto di Hera”.
Il Patto di sindacato, infatti, non si limita a garantire la partecipazione maggioritaria pubblica prevista dallo Statuto di Hera (il cosiddetto “sindacato di blocco”) obbligando i sottoscrittori a non scendere complessivamente sotto al 51 per cento (“la governance dell’azienda si può controllare comunque anche con una percentuale inferiore, penso al 35 per cento, sotto però non si può scendere”, ha spiegato Muzzarelli), ma prevede anche un impegno a votare in Assemblea in modo conforme a quanto deciso dal Comitato di sindacato sulle questioni più importanti tra le quali, appunto, le principali modifiche statutarie o le decisioni straordinarie come fusioni e scissioni.
Il Comitato di sindacato, inoltre, è il soggetto che formalizza e presenta le liste di maggioranza per l’elezione del consiglio di amministrazione indicando, come soci pubblici, 11 dei 14 consiglieri.
I soci pubblici modenesi partecipano al Patto, fin dall’incorporazione di Meta in Hera, mediante Hsst-Mo che possiede 139 milioni di azioni Hera, 121,9 milioni delle quali “bloccate” con il Patto. La delibera indica che le azioni bloccate potranno variare in aumento: qualora infatti taluni enti attualmente sottoscrittori del Patto non ne deliberassero il rinnovo, potrebbe essere necessario da parte dei sottoscrittori bloccare ulteriori azioni, al fine di garantire comunque la maggioranza pubblica di Hera.
Nel rinnovo del Patto si prevede anche l’adesione del Comune di Udine, in realtà la decisione era già stata assunta la scorsa primavera esprimendo parere favorevole alla fusione per incorporazione dell’azienda di Udine (Amga) in Hera. Udine partecipa esclusivamente al Comitato di sindacato, mentre non esprime alcun componente nel consiglio di amministrazione di Hera, né nel collegio sindacale.
OK AL RINNOVO PER 6 MESI DEL PATTO DI SINDACATO
Il Consiglio ha approvato la delibera con il voto favorevole di Pd, Sel e CambiaModena, contrario di Udc, Ncd e FI, e l’astensione di M5s e Per me Modena
Il Consiglio comunale di Modena ha dato il via libera al rinnovo per sei mesi del Patto di sindacato tra i soci pubblici di Hera, che scade a fine anno, per valutare le disposizioni della Legge di Stabilità 2015 rispetto alla razionalizzazione delle società partecipate locali.
Dopo l’intervento di numerosi consiglieri si sono espressi a favore Pd, Sel e CambiaModena, contro Udc, Ncd e FI, e astenuti M5s e Per me Modena.
IL DIBATTITO IN AULA SUL RINNOVO DEL PATTO DI SINDACATO (aggiornamento del 2.12.14)
Prima dell’approvazione della delibera sono intervenuti numerosi consiglieri
“Dobbiamo garantire la governance pubblica prevista nello statuto di Hera, che la quota vincolata sia del 51 o del 35 per cento. Sulle azioni non vincolate si valuteranno le opportunità di fare investimenti fuori dal Patto di stabilità che intende introdurre il Governo”.
Lo ha detto il sindaco Gian Carlo Muzzarelli intervenendo nella seduta del Consiglio comunale di lunedì 1 dicembre, nel dibattito sulla delibera che definisce il rinnovo per sei mesi del Patto di sindacato tra i soci pubblici di Hera (a favore Pd, Sel e CambiaModena, contro Udc, Ncd e FI, e astenuti M5s e Per me Modena).
Per il M5s, Mario Bussetti ha evidenziato che “alcuni aspetti non sono particolarmente chiari. Fino a che punto il Comune può introdurre innovazione in termini di politiche energetiche se allo stesso tempo è azionista della società Hera?”, ha domandato. “Per noi fare un passo avanti significa valutare i vari aspetti senza presupposti ideologici ma nel solo interesse dei cittadini”. Il capogruppo Marco Bortolotti ha espresso l’auspicio “che si avvii presto un percorso di confronto per arrivare a dare risposte concrete tra sei mesi. Vorrei che non ci ritrovassimo a dire che non abbiamo tutti i dati per valutare, perché ora ne abbiamo davvero pochi”. Anche Marco Rabboni ha sottolineato che “non sono disponibili sufficienti informazioni per capire se è utile stare dentro al patto di sindacato e dentro a Hera: speriamo di capirlo nei prossimi sei mesi – ha aggiunto – perché ora non abbiamo evidenza di quale sia il reale peso della Pubblica Amministrazione all’interno della società”.
Anche Adolfo Morandi (FI) ha ricordato che “si tratta di una società quotata in borsa che ha l’obiettivo di fare profitto. C’è un conflitto di interesse – ha ribadito – da un lato l’Amministrazione deve offrire ai cittadini servizi efficienti e al minor costo possibile, dall’altro ha interesse a percepire i dividendi”. Della stessa idea il capogruppo Andrea Galli che ha evidenziato come “gli interessi dei cittadini siano necessariamente in contrasto con quelli di una azienda che deve produrre utili. Voteremo contro per dare un segnale forte”, ha aggiunto. “L’interesse dei cittadini è uscire dal patto di sindacato e da Hera”.
Per il Pd, Grazia Baracchi ha espresso la necessità di “rimanere nel merito della delibera: il rinnovo del Patto per sei mesi. È importante che i Comuni possano avere ancora funzione di controllo per garantire migliori servizi per cittadini e imprese con attenzione alla qualità, ma ci sarà occasione per fare ulteriori approfondimenti”. Fabio Poggi ha evidenziato che si tratta di una delibera di tipo tecnico e che non si sta decidendo se dismettere o meno azioni di Hera. In attesa di nuovi scenari futuri, mantenere la presenza all’interno del Patto di sindacato per i prossimi sei mesi rappresenta una garanzia che ci sia trasparenza, un legame con il territorio e una dimensione pubblica”. Per il capogruppo Paolo Trande nella delibera c’è anche “una scelta politica: il Comune chiede al Consiglio il parere sul fatto che abbia senso rimanere all’interno del Patto di sindacato, non vedo come su questo possano esserci dei dubbi”, ha aggiunto. “Nei prossimi mesi sarà opportuno fare una riflessione a tutto campo alla luce dei cambiamenti annunciati”.
Adriana Querzé di Per me Modena ha espresso il timore che “non la delibera ma la situazione complessiva rappresenti un passo avanti verso la privatizzazione, verso la costruzione di un monopolio di Hera, che rappresenterebbe una regressione al ‘900, epoca in cui i servizi, in particolare quelli idrici, erano monopolio di un privato”.
Marco Cugusi di Sel ha annunciato voto a favore: “È un passaggio obbligato, che ci dà sei mesi di tempo per confrontarci a partire dall’interesse della comunità. Sono sostenitore di una maggioranza pubblica e va posta attenzione alla posizione espressa dai cittadini firmatari del referendum che hanno chiesto di mantenere l’acqua come bene pubblico”.
Antonio Montanini di CambiaModena ha evidenziato la presenza di “un conflitto di interesse per determinati rami di azienda di Hera, società per azioni che ha settori che agiscono in regime di monopolio e altri in regime di mercato. La delibera però è di tipo tecnico e sei mesi sono necessari per governare passaggi di questo tipo”.
Anche per Luigia Santoro del Ncd “c’è conflitto di interesse tra servizio ai cittadini e attività che crea utili anche al Comune. Quella di Hera per ora non è stata una buona gestione – ha detto – quindi voterò contro e mi riservo di fare altre valutazioni quando verranno presentate proposte alternative”.
Giuseppe Pellacani dell’Udc ha annunciato voto contrario e ha evidenziato che “sei mesi non sono sufficienti per sciogliere le questioni fondamentali della trasparenza e della doppia veste di Hera nei confronti del Comune, non facciamoci illusioni. Auspico che venga avviato un percorso diverso che ci faccia capire l’utilità o meno di rimanere dentro Hera”.