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IMU in montagna, il presidente dell’UNCEM E-R, Pasini scrive a Renzi e Padoan

Da qualche giorno, viene rilanciata con insistenza sui mezzi d’informazione la notizia dell’introduzione, da parte del Governo, dell’obbligo del pagamento dell’IMU sui terreni agricoli fino ai 600 metri di altitudine, a far data già dal 16 dicembre prossimo. Un provvedimento, per ora, solo annunciato e a cui non ha fatto seguito nessuna formalizzazione da Palazzo Chigi, ma ciò è bastato a mettere in allarme sindaci e proprietari di terreni in montagna, tanto che Giovanni Battista Pasini, Presidente dell’UNCEM Emilia-Romagna (l’Unione Nazionale dei Comuni e degli Enti Montani), non ha perso tempo e ha preso carta e penna, scrivendo una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al Ministro dell’economia Pier Carlo Padoan.

«Un provvedimento che genera preoccupazione e contrarietà – scrive Pasini – perché, finora, i terreni agricoli dei territori classificati “montani” sono sempre stati esentati da ICI e IMU, in quanto poco o per nulla produttivi, quando non, addirittura, in stato di totale abbandono. In questo modo, si assesta l’ennesimo colpo mortale alla montagna». Il Presidente tiene poi a precisare che i proprietari e i conduttori di terreni agricoli sono già gravati dall’onere del mantenimento del suolo e della salvaguardia idrogeologica e già pagano una “tassa” ai Consorzi di bonifica (4,5 milioni di euro annui in Emilia-Romagna).

«Non vorremmo che questo provvedimento fosse un pretesto per arrivare ad una nuova classificazione dei terreni montani solo su base altimetrica (quella esistente è del 1952) e non tenendo conto di altri e più articolati parametri, con il solo scopo di drenare nuove risorse, costringendo ancora una volta i Comuni montani a fare i “gabellieri” per conto dello Stato».

«Ci facciamo interpreti della diffusa preoccupazione e delle sollecitazioni che ci sono pervenute dai Sindaci – conclude Pasini – e, pure auspicando che le notizie circolanti siano prive di fondamento, chiediamo che non vengano adottate queste ulteriori, insopportabili, misure impositive».

















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