UNIMORE è partner del progetto di ricerca ZeoLIFE, finanziato dalla UE nell’ambito del programma Life+2010, che si propone di testare in agricoltura la zeolitite, una roccia ricca di minerali, le zeoliti, in grado di agire come “serbatoi” di azoto e di acqua permettendo, quindi, non solo la riduzione dell’impiego di fertilizzanti azotati, in parte responsabili dell’inquinamento da nitrati, ma anche dell’uso dell’acqua irrigua.
Il progetto, coordinato dall’Università di Ferrara, sarà al centro di un seminario divulgativo dal titolo “Utilizzo di zeolititi naturali in ambito agronomico e zootecnico”, aperto a tutti gli interessati, che si terrà lunedì 15 dicembre presso l’Aula 8 del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche (via Campi 183) a Modena.
“Le caratteristiche della zeolitite – ha spiegato il dott. Daniele Malferrari, ricercatore UNIMORE impegnato nel progetto ZeoLIFE – permettono di arginare il problema dell’ inquinamento da nitrati e, allo stesso tempo, di risparmiare acqua e fertilizzanti. Questo materiale, quando viene a contatto con i liquami, ne riduce la carica di ammonio assorbendolo. Quando successivamente la zeolitite ‘carica’ di ammonio viene sparsa nei campi, lo rilascia gradualmente. Essa, infatti, non risente del dilavamento da parte delle piogge, ma cede i nutrienti solo a contatto con le radici delle piante, evitando la dispersione dell’azoto nel sistema idrico superficiale e migliorando di conseguenza le rese produttive. I benefici sono soprattutto ambientali: la recente normativa ha ridotto lo spandimento di azoto nei campi dagli attuali 340 chili per ettaro all’ anno (è una stima più che attendibile) a 250 chili in Emilia e a 170 nel resto d’Italia. Se vogliamo rispettare questi limiti servono misure drastiche”.
Il progetto, finanziato con oltre due milioni di euro dalla Unione Europea ha preso avvio a settembre 2011 e terminerà a febbraio 2015.
“Grazie all’impiego delle zeolititi naturali o opportunamente trattate – ha continuato il dott. Daniele Malferrari – durante gli ultimi due anni di sperimentazione, è stato dimostrato che è possibile ottenere un incremento della produzione di oltre il 10% a fronte di una riduzione dell’apporto di fertilizzanti di sintesi mai inferiore al 30% rispetto al protocollo aziendale tradizionale. Misure periodiche sulle acque percolanti hanno inoltre dimostrato che nei terreni, in cui è stata aggiunta la zeolitite, la percentuale di nitrati disciolti diminuisce drasticamente”.
Il programma del seminario con inizio alle ore 14.00 prevede i saluti della prof.ssa Maria Franca Brigatti, Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche di UNIMORE, e del dott. Daniele Malferrari, referente UNIMORE del progetto ZeoLIFE.
A seguire interverranno il prof. Elio Passaglia di UNIMORE su “Zeoliti naturali e zeolititi: cristallochimica, proprietà tecnologiche ed applicative e disponibilità naturale”, il dott. Simone Salvetti di Minerali Industriali, il dott. Carlo Odore di Medilabor ed il dott. Giovanni Battista Marchello di Minerali Industriali, che parleranno di un progetto di ricerca affine a quello di ZeoLIFE: “Il progetto UNIZEO (LIFE10/ENV/IT/00321): Urea-based nitrogenous fertilizer coated with zeolite: reducing drastically pollution due to nitrogen”. Seguirà poi il contributo del prof. Massimo Coltorti dell’Università di Ferrara e della dott. ssa Barbara Faccini che parleranno de “Il progetto ZeoLIFE (LIFE10 (LIFE10/ENV/IT/347): Water pollution reduction and water saving using a natural zeolitite cycle”. Mentre la dott.ssa Isabella Lancellotti di UNIMORE si soffermerà su: “Effetto di zeolitite a chabasite nel rilascio di fosforo, da rifiuti fosfatici, con fini agronomici” ed il dott. Stefano Poppi di Agrisana su “Impieghi sperimentali a piccola scala di zeolititi in differenti ambiti agronomici: risultati e problematicità pratiche”. La chiusura dei lavori sarà affidata al dott. Daniele Malferrari.