Nel prossimo Consiglio Comunale sarà in discussione un O.d.G. targato PD e SEL sull’istituzione di un registro per le unioni civili.
Ultimamente c’è la corsa, da parte di alcuni Comuni italiani, all’istituzione di tali registri, e questo induce a fare alcune riflessioni.
Appare alquanto evidente la natura ideologica e simbolica che ha l’istituzione di tali registri. Le coppie di conviventi, nel nostro ordinamento giuridico, infatti, godono attualmente della maggior parte dei diritti riconosciuti alle coppie coniugate e la fretta con cui si sollecita l’istituzione di tali registri non è giustificata, peraltro, da alcuna urgenza sociale, se non, come detto, dalla valenza ideologica e simbolica del gesto; voglio ricordare il flop registrato in quei comuni italiani che hanno deciso di approvarlo, sia per lo scarso numero di iscrizioni e sia perché, in molti casi, l’iscrizione in tali registri si è rivelata dannosa per la perdita di alcuni sussidi. Appare, dunque, alquanto discutibile e lontano da ogni minimo buon senso istituire un registro, che non dà dei veri diritti.
L’istituzione di detto registro intende consentire a coppie, che hanno scelto di vivere la loro unione senza voler assumere alcun dovere e alcuna responsabilità innanzi alla società e allo Stato, di godere di alcuni diritti (es. casa, sanità e servizi sociali, trasporti etc.) che sono, invece, concessi dalla legge alle coppie che decidono di contrarre matrimonio.
Il privilegio, del nostro ordinamento per le coppie coniugate avviene, giustamente, perché i coniugi con il matrimonio, contribuiscono a dare ordine alle generazioni, assumendo un impegno decisivo di fronte alla società e allo Stato, con l’assunzione di doveri reciproci tra loro, così come previsto dal codice civile e dalla nostra Costituzione.
Così, non avviene, invece, per le coppie di conviventi, che al contrario rifuggono qualsiasi regolamentazione e riconoscimento del loro rapporto da parte dello Stato, prediligendo, invece, la libertà e l’informalità dell’unione, unite alla rivendicazione della concessione, da parte degli Enti pubblici, di diritti patrimoniali.
Per tali motivi, è da ritenere inopportuno e non conforme a giustizia, concedere la titolarità di eventuali diritti a chi deliberatamente decide di non assumere pubblicamente alcun dovere, privilegiando una forma liquida di rapporto, che danneggia la stabilità e l’equilibrio della società.
Il reale motivo che spinge alcuni Comuni ad istituire tali registri è quello di suscitare quell’humus culturale e sociale, propizio a creare un modello alternativo di famiglia, comprendente le unioni tra persone omosessuali, che possa così spingere l’acceleratore a favore di una legislazione nazionale in tal senso.
Il prossimo passo che mi aspetto da questa amministrazione sarà l’istituzione del “gender” a scuola, ma questo per ora è un altro film…