Il Consiglio di Amministrazione dell’Università di Bologna ha approvato oggi, all’unanimità, il bilancio di previsione del 2015 per un totale di 610 milioni. Un bilancio che consente all’Ateneo di raggiungere l’obiettivo principale che si era dato – prevedere il finanziamento del massimo turnover consentito dalla legge, senza tagliare i fondi ai servizi agli studenti, alla ricerca, alla didattica e all’internazionalizzazione – in linea con l’ammontare del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) del 2014 che il Ministero dell’Istruzione e dell’Università ha comunicato pochi minuti fa: 396 milioni (di cui 15 milioni circa destinati a interventi finalizzati).
“Quello che abbiamo approvato oggi – commenta il Rettore dell’Alma Mater Ivano Dionigi – più che un bilancio preventivo è un bilancio presuntivo. L’incertezza relativa all’FFO del 2014 ci ha imposto di seguire una linea prudenziale nella stima delle entrate del 2015. Se poi dovesse prevalere, come annunciato dal Ministero, l’aumento del peso della quota premiale sull’FFO nazionale, potremmo contare su un finanziamento ancora maggiore. Pesa però l’incognita del calcolo del ‘costo standard’, un nuovo indicatore ministeriale per ripartire fra gli atenei parte della quota base dell’FFO, che sicuramente penalizzerà gli atenei delle aree più ricche del Paese inclusa dunque l’Alma Mater”.
Per quanto riguarda le macro-aggregazioni di spesa, l’Università di Bologna garantirà, in linea con gli anni precedenti, elevati standard qualitativi e di servizio. Nello specifico: 11,8 milioni per la didattica (uguale all’anno precedente), 19,9 milioni per la ricerca (+0,8%), 13,2 milioni per i servizi agli studenti (+2%), 15,5 milioni per le relazioni internazionali (+12% di cui il 5% a carico del bilancio e il resto derivante da progetti europei).
Il Rettore ha inoltre commentato l’ultimo aggiornamento del dato relativo alle nuove immatricolazioni: 22.540 matricole pari ad un incremento del 5,6% alla stessa data dell’anno scorso (17 dicembre). “In un Paese in cui le immatricolazioni diminuiscono, in cui assistiamo a una fuga degli studenti dal sud al nord e dal nord all’estero, a un aumento dei disoccupati e in cui imprese e negozi chiudono i battenti, da questo Ateneo arrivano messaggi di speranza: un aumento delle matricole, tasse di iscrizione bloccate da 5 anni, nessun taglio a ricerca e didattica e nel 2014 l’inserimento di 404 docenti di I e II fascia e 40 nuovi ricercatori con la prospettiva di altre 230/250 promozioni nel 2015”.