Il 2014 registra una ripresa nelle vendite complessive (+0,8%), anche se ad un tasso più limitato rispetto allo scorso anno, in attesa che nel 2015 si assista ad un consolidamento della tendenza su valori più consistenti, sia per le vendite (+2,2%) che per la produzione (+2,3%). Una dinamica frutto di buone performance sul versante delle esportazioni che controbilanciano il perdurare della crisi sul mercato interno. Positivo il livello di capitalizzazione, la riduzione delle scorte ed il miglioramento nella qualità dei crediti commerciali. Sono queste le principali evidenze presentate durante il Convegno di Fine Anno di Confindustria Ceramica, che ha visto l’illustrazione degli studi messi a punto da Confindustria Ceramica in collaborazione con Prometeia, Cresme e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, e a cui ha partecipato anche il Presidente del Comitato Tecnico Credito e Finanza di Confindustria Vincenzo Boccia ed il Direttore Generale di Banca popolare dell’Emilia Romagna Fabrizio Togni.
Il profilo economico finanziario
Positive indicazioni emergono dall’esame dei bilanci 2013 delle aziende ceramiche considerate nel loro insieme. Il campione analizzato da Banca Popolare dell’Emilia Romagna mostra un EBITDA 2013 di settore pari al 8,6%, quale risultante di un valore di 9,7% per i gruppi con fatturato superiore ai 120 milioni di euro e di 6,9% per le aziende con fatturato compreso tra i 40 ed i 120 milioni di euro e 7,7% per le aziende più piccole. L’incidenza del circolante sul fatturato 2014 del 41,6% a livello di settore, dopo che questo stesso indicatore nel 2009 aveva raggiunto il record del 49,6%, è da attribuirsi ad un generalizzato calo delle scorte e ad una maggiore selezione dei crediti commerciali, in tutti i mercati del mondo a partire da quello italiano.
Anno 2014
Il 2014 si chiude per l’industria italiana della ceramica con esportazioni superiori ai 310 milioni di metri quadrati (+3,0%), e con un ulteriore calo del mercato italiano del -6,9%, tale da portare l’assorbimento a poco sopra gli 80 milioni di metri quadrati. Tra le aree geografiche che hanno messo a segno le migliori performance nel 2014 si registrano l’Europa Occidentale (+4,5%) trainata dalla Germania e il Far East (+6,3%). Stabile il mercato Nord Americano (-0,3%) dopo le forti crescite registrate nel corso degli ultimi due anni, mentre postive evidenze (+3,8%) emergono dalle economie dell’Europa Centro Orientale, ad eccezione della Russia che sconta la difficile situazione interna.
La produzione torna a crescere del 4,5%, arrivando a 380 milioni di metri quadrati: una espansione dovuta sia alla crescita delle esportazioni, sia al completamento del ciclo di destoccaggio di prodotti finiti presenti in eccesso nei nostri magazzini.
Previsioni 2015
Le previsioni 2015 registrano vendite totali in crescita del +2,2%, dovuto ad un ulteriore ridimensionamento (-3,5%) del mercato interno e da un export che mette a segno un +3,7%. La produzione conferma il trend di crescita, con un +2,3% atteso per il 2015.
Nel dettaglio, le esportazioni di piastrelle di ceramica italiane sono previste in espansione per tutte le aree e continenti del mondo, anche se con intensità diversa. Crescita del +2% in Europa Occidentale e nei Balcani, leggermente migliore (+3,4%) nell’Europa Orientale, mentre le esportazioni di piastrelle di ceramica sono attese crescere in tutti gli altri continenti ad un tasso compreso tra il 5 ed il 7%. Da sottolineare l’area Nafta dove trainati dagli Stati Uniti, le previsioni parlano di un +7,6%, a testimonianza di una forte ripresa della domanda trainata anche dal tasso di cambio.
“La firma della Concessione per la costruzione e gestione della Bretella Campogalliano Sassuolo – ricorda il Presidente Vittorio Borelli – rappresenta un passaggio fondamentale, che consente di poter procedere alla costruzione di una infrastruttura centrale per la competitività delle nostre imprese. Vorrei affiancare al grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questo traguardo la richiesta di mantenere alta e vigile l’attenzione affinchè gli immancabili sassolini lungo il percorso non dilazionino o pregiudichino la realizzazione di questa autostrada”. Il Presidente di Confindustria Ceramica ha rimarcato alcune misure che danneggiano la competitività delle imprese. “La tassazione dell’energia autoprodotta e consumata dalla cogenerazione rappresenta un freno ad investimenti fatti ed in corso di definizione, verso una tecnologia in grado di aumentare l’efficienza delle nostre imprese e di ridurre i costi di produzione, riducendo altresi l’onere della bolletta energetica nazionale”. In secondo luogo, l’Imu applicata su una base imponibile che mette assieme i capannoni e gli impianti ‘imbullonati’ presenti negli stessi è una misura sbagliata tre volte – afferma Vittorio Borelli – : “La prima perché si tassa un fattore di produzione che, come tale, rende meno competitive le produzioni italiane sui mercati esteri. La seconda è che un capannone ha un valore maggiore quando è libero e non quando è occupato da un impianto. La terza, ancor più forte, è che nessun impianto ceramico è in solido con il capannone, ma tutti possono essere smontati e spostati altrove. E fa bene Giorgio Squinzi, Presidente di Confindustria, a chiedere a gran voce che venga superata questa assurda penalizzazione”.
“Le aziende del comparto ceramico, cui BPER è sempre stata vicina in questi anni di crisi – dichiara Fabrizio Togni, Direttore Generale della Banca Popolare dell’Emilia Romagna -, hanno dimostrato dinamismo e vitalità, pur in una situazione complessa, nell’affrontare la competizione sui mercati globalizzati, come dimostra con chiarezza un’analisi di settore realizzata dalle strutture del nostro Istituto. Credo però che per avviarsi verso un auspicabile cammino di ripresa economica sia ora necessario intensificare il rapporto banca-impresa in un’ottica diversa e più evoluta, non rivolta ai risultati del passato ma alle prospettive future, come ci impongono la rapida trasformazione dei mercati e i nuovi assetti della Vigilanza unica europea sul sistema bancario. E’ questa, a mio modo di vedere, la vera sfida al cambiamento che abbiamo di fronte, su cui si misurerà la reale capacità di fare sistema e di creare sviluppo sul territorio”.
“È essenziale spezzare il circolo vizioso credit crunch-recessione – rileva Vincenzo Boccia, Presidente del Comitato Tecnico Credito e Finanza di Confindustria – La BCE, con le ultime operazioni di rifinanziamento a lungo termine delle banche, si sta muovendo nella direzione giusta. Ora però occorre che le banche trasferiscano la liquidità alle imprese e all’economia reale per far ripartire gli investimenti. In proposito, Confindustria sta lavorando, anche con l’ABI, per rafforzare gli strumenti di garanzia, definire nuove misure per promuovere l’accesso al credito delle imprese, valorizzare l’utilizzo delle variabili qualitative per la valutazione del merito creditizio e promuovere il rafforzamento della struttura finanziaria delle imprese”.
(Foto di Vincenzo Conelli)