I rappresentanti di Unione Universitaria di Area Medica dell’Università di Modena e Reggio Emilia vogliono esprimere alcune personali considerazioni riguardanti lo scottante tema ormai noto a livello nazionale come “Maxi ricorso UdU” che ha interessato i test d’ammissione ai Corsi di Laurea in Medicina e Chirurgia e in Odontoiatria e Protesi Dentaria per l’anno accademico 2014-2015.
La facoltà di Medicina e Chirurgia di Modena presentava da bando 121 posti per Medicina (140 se si comprendono studenti dell’Accademia Militare e studenti non comunitari), a cui si sono dovuti aggiungere circa 50 posti per gli studenti ricorsisti, ovvero un +35,7%.
Il nostro timore è che questo sovrannumero possa letteralmente mettere in crisi la qualità di insegnamento che la nostra facoltà può garantire. Non abbiamo né strutture, né personale, né fondi per gestire un surplus di iscritti di questo genere, e il risultato di tutto ciò non potrà che essere un’inevitabile riduzione della qualità che l’Università fornirà ai suoi studenti, per di più in un periodo in cui la qualità è criterio fondamentale per l’erogazione dei fondi da parte del MIUR. Questa situazione, già adesso preoccupante per il primo biennio non clinico e fonte di forti conflitti interni al primo anno, diverrà senza dubbio ancora più critica se i numeri rimarranno di queste dimensioni durante il quadriennio clinico.
Questi al momento i principali punti di criticità di ordine prettamente pratico che rileviamo:
– Sovraffollamento delle aule
– Sovraffollamento dei laboratori
– Riduzione del tempo disponibile per ogni sessione di attività pratica
– Difficoltà nello svolgimento degli esami (in particolare gli esami orali)
– Attriti psicologici e verbali tra studenti regolarmente ammessi, studenti ricorsisti e professori
– Futura realizzazione di gruppi di tirocinio dai numeri assolutamente non accettabili per una corretta e proficua formazione alla pratica medica
La situazione di Modena non è chiaramente un caso isolato in Italia e neanche il più critico, questo quindi ci ha fatto riflettere sulle finalità del ricorso effettuato. Pensiamo, come rappresentanti di questa area di studi, che i nostri sforzi come Associazione debbano essere sempre rivolti ad ottenere esclusivamente un miglioramento della qualità dell’istruzione della futura classe medica, in cui la parola “merito” possa e anzi debba davvero essere la stella polare che guida tutte le nostre azioni.
Riteniamo, per i motivi sopracitati, che l’abuso al ricorso che si è fatto quest’anno sia in controtendenza con ciò che auspichiamo per il nostro futuro. Invitiamo gli organi centrali a riflettere sul fatto che un’azione meramente strumentale avviata per contrastare le attuali modalità di selezione si possa poi trasformare in un danno effettivo all’istruzione, inficiando la formazione non solo di chi ha effettivamente superato il concorso, ma anche di chi si è cercato di difendere con questa battaglia.
Siamo dell’idea che ci possano essere altre modalità e altre sedi per ridiscutere i criteri di accesso e selezione a Medicina, e nondimeno riteniamo che la priorità degli interventi debba vertere più sull’accesso alle Scuole di Specialità che non sull’accesso al Corso di Laurea. Ad oggi lo scarso numero di posti disponibili per l’ingresso in Specialità rappresenta infatti la vera piaga del sistema italiano di formazione della classe medica, che già nel giro di un decennio potrebbe mettere in crisi il Sistema Sanitario Nazionale per il ridotto numero di medici a disposizione. La battaglia che Unione degli Universitari sta portando avanti per l’aumento stabile del numero dei posti per l’ingresso in Specialistica trova pertanto in noi i primi e più ferventi suoi sostenitori.
Preso atto di ciò, pur riconoscendo la validità e la giustizia delle motivazioni per le quali questo ricorso è stato prima avviato e poi vinto (rimandiamo a questo riguardo al documento completo che UdU, a breve, farà uscire sulle numerose, vergognose e inaccettabili irregolarità che un test di carattere nazionale non può permettersi di presentare, e che chiaramente invalidano quella che è una graduatoria nazionale) noi rappresentanti di Area Medica di Unione Universitaria dell’Università di Modena e Reggio Emilia vogliamo comunque riportare al Nazionale le nostre perplessità sull’adozione che è stata fatta di questo strumento, in particolar modo alla luce dei risultati ottenuti, purtroppo di dubbia interpretazione.
Specifichiamo in ogni caso, indipendentemente dalle osservazioni qui riportate, che come rappresentanti degli studenti daremo la nostra massima disponibilità di aiuto a tutti i ragazzi del primo anno di Medicina, ricorsisti e non, per appianare le tensioni e ricercare insieme soluzioni alla difficile situazione attuale.
(Barbieri Emiliano – Bartoli Giulia – Casolari Giulio – Cornia Roberta – Crotti Luca – Dalla Vecchia Ludovica – Giavatto Marco Aurelio – Maselli Deborah – Orlandi Riccardo – Wang Elisa- Zaccarelli Chiara- Zanoni Rossana)