Secondo appuntamento questa sera al Teatro Carani di Sassuolo con la stagione teatrale 2005-2006 che propone a partire dalle ore 21 “Servo di scena” di Ronald Harwood per la regia di Silvio Giordani.
La commedia racconta la giornata “finale” di un attore. Uno di quei geni della mimesi istrionica, potente interprete di Re Lear, ma nella vita seduttore invecchiato, grande narciso ripiegato malinconicamente su se stesso, tutto egoismo e languore, fascino e miseria, immagine degli ultimi mostri sacri.
Per il nostro progetto di messa in scena l’ATTORE è NANDO GAZZOLO, ideale interprete di “quel grande avvenire dietro le spalle” caro a Vittorio Gassman.
Nando Gazzolo, nella sua maturità di interprete per i colori e lo spessore della sua recitazione, è capace di cogliere con la stessa qualità il comico e il drammatico.
Gazzolo è oggi un “sir Ronald” perfetto.
Lo stesso Harwood in una intervista diceva “ …voglio che la gente senta che la vita è terribilmente buffa e terribilmente triste”.
Ecco Nando Gazzolo può farci sentire questa grande intuizione dell’autore e raccontare la fine di un mattatore con tenerezza e ironia.
Splendori e miserie. L’attore muore quasi insieme a quel tipo di teatro che rappresenta il repertorio, le compagnie girovaghe che “battevano” la provincia, le crisi di memoria, gli smarrimenti.
C’e’ un altro elemento che affascina nella commedia di Harwood ed è l’irrazionalità dell’amore, della gelosia, della tenacia, della servitù rappresentata dal personaggio di “Norman”, il servo di scena. PIETRO LONGHI si misura con questo straordinario ruolo al termine di un percorso d’attore svolto spesso in coppia con attrici di valore (Pamela Villoresi ne “Il Gufo e la Gattina”, Ivana Monti, “La Villa” e “Non era la quinta era la nona” e Paola Quattrini “L’ex donna della mia vita”). Personaggio della maturità e della consapevolezza, Norman è una sfida per qualunque attore degno di questo nome. “Qui c’è la bellezza (dice lo stesso Norman riferendosi al teatro) qui c’è la primavera e l’estate. Qui il dolore è tollerabile e non si è mai soli, mai disperati. Beh forse, qualche volta, di notte o a Natale quando non si riesce a trovare una scrittura. Ma sul lavoro, disperati mai”.
Perché un servo di scena dovrebbe servire il suo padrone mentre stanno cadendo le bombe? Già, le bombe. La guerra è intorno al teatro dove si recita e le bombe sono quelle tedesche del ’40.
La commedia è tutta lì, nel backstage di un teatro durante un bombardamento.
Ed è un irrinunciabile legame tra teatro, civiltà e storia! E’ una cantata, un inno al sogno e all’illusione di spazzare via con la civiltà le forze oscure della guerra che incombe tutt’intorno……oggi come ieri.
E per questo teatro, baluardo e confine ultimo come la fortezza Bastiani di fronte al deserto dei tartari, siamo tutti disposti come il grande attore di Harwood a donare la vita.