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Modena, Confcommercio: boccata di ossigeno dalle vendite natalizie, ma il terziario rimane in sofferenza

Vecchi_Galassi_Furini_Malpighi“Dalle vendite natalizie arriva una boccata d’ossigeno per il commercio modenese, ma il terziario rimane in sofferenza. Permane dunque un contesto economicamente critico, che la Legge di Stabilità appena varata avrebbe potuto aggredire con maggiore coraggio e che un ulteriore aumento della pressione fiscale a livello locale potrebbe rendere ancora più complicato. Di fronte alla grande opportunità rappresentata da Expo 2015, Modena si faccia trovare pronta, evitanto di perdere tempo in polemiche surreali”.

Così esordisce il comunicato stampa di Confcommercio, che fa il punto su una serie di argomenti di interesse per le pmi modenesi. Consumi nel periodo natalizio, stato di salute del commercio modenese, Legge di Stabilità, Expo 2015, rinnovamento dell’Associazione i temi “caldi” trattati nell’incontro con i media modenesi a cui erano presenti il presidente provinciale Carlo Galassi, il suo vice Giorgio Vecchi, il presidente Confcommercio città di Modena Massimo Malpighi e Claudio Furini, direttore generale dell’Associazione.

 

Vendite natalizie stabili

Stabilità negli acquisti natalizi dei modenesi. E’ quanto emerge dall’indagine condotta negli scorsi giorni su un panel di imprese della nostra provincia. Il 52% degli operatori intervistati dichiara infatti vendite stabili e il 15% vendite in aumento. Percentuale quest’ultima quasi raddoppiata rispetto al 2013. I segnali più confortanti arrivano dagli alimentari: in questo comparto infatti sale al 28% la percentuale degli operatori che hanno riscontrato un aumento nelle vendite. L’indagine fotografa una clientela sempre più attenta al prezzo (58%), che riduce la spesa per i regali (27%) e sceglie di comprare soprattutto regali di qualità (32%) e utili (18%), rimandando gli altri acquisti. La spesa media per cliente, poi è in linea con quella dello scorso anno: 79 euro circa per l’abbigliamento, 71 euro per gli altri beni per la persona (calzature, accessori, profumeria, ecc.), mentre si attesta su valori inferiori ai 35 euro in media a persona per gli alimentari e gli altri beni (oggettistica, libri, giocattoli, ecc.).

 

Terziario in sofferenza

Nonostante la boccata di ossigeno delle vendite natalizie, il terziario continua a vivere una fase difficile. Lo testimoniano gli ultimi dati elaborati dall’Osservatorio sulla demografia delle imprese del terziario di Confcommercio: a livello nazionale, nel periodo gennaio-ottobre, il numero di cessazioni (178.106) è stato superiore alle iscrizioni (100.232), determinando un saldo negativo pari a 77.874. Parallelamente, a livello regionale, il terziario, nello stesso lasso temporale, ha perduto 6.635 imprese, di cui poco meno di 700 nella nostra provincia. Ciò a conferma del fatto che la persistente debolezza della spesa per consumi (-15% dal 2008), coniugata ad una pressione fiscale da primato mondiale (53,2%) continuano non solo a rendere difficile lo svolgimento dell’attività aziendale per molte imprese del settore, ma tendono anche a frenare e ridurre le nuove iniziative imprenditoriali.

 

Bene il Jobs Act, ma la Legge di Stabilità avrebbe potuto osare di più

In un contesto così complicato, il Jobs Act, introducendo il contratto unico a tutele crescenti, in parte risponde bene alle esigenze delle imprese di semplificare i rapporti di lavoro, anche se bisognerà attendere i decreti attuativi per comprendere la fruibilità da parte delle piccolissime imprese delle norme della delega. Aspettative in parte deluse invece sul fronte della Legge di Stabilità, che ha in sé elementi di interesse, come ad esempio il previsto  incentivo  fiscale  per  alberghi che  investiranno nella  digitalizzazione  wi-fi, l’estensione del bonus su mobili e grandi elettrodomestici e della  possibilità  di compensare somme iscritte a ruolo con crediti commerciali  verso  la  Publica  Amministrazione. Ma  il  provvedimento  appena  varato  appare  troppo  poco coraggioso in tema di spending review, debole sulla deducibilità dell’IRAP (limitata alle nuove assunzioni) e riguardo al taglio del 10% a favore delle micro imprese senza dipendenti (pensato per controbilanciare l’aumento dell’aliquota al 3,9%). Allo stesso tempo preoccupa l’ipotesi di generalizzato aumento delle aliquote Iva, che tra il 2016 e il 2018 porterebbe le aliquote dal 10 al 13% e dal 22 al 25,5%. L’aumento dell’Iva, unito a quello delle accise avrà infatti inevitabili effetti depressivi su Pil e consumi: nel triennio 2016-2018 si avranno complessivamente 65 miliardi in meno di consumi da parte delle famiglie. E senza incrementi nei consumi interni, l’Italia non potrà tornare a crescere.

 

No a ulteriori aumenti della pressione fiscale, a partire da Modena

Ciò, a maggior ragione se non si interrompe la spirale perversa per cui, a fronte di tagli ai trasferimenti, si è assistito negli anni ad un aumento considerevole del prelievo fiscale e tariffario da parte dei comuni. L’incremento di tasse, nell’ordine di 7-8 milioni ipotizzato nell’intervsta a Prima Pagina dal Sindaco di Modena, sarebbe poi per imprese e famiglie una mazzata, ingiustificabile, pur a fronte del coraggioso piano di investimenti annunciato da Muzzarelli.

 

Evitare che i “grandi” mangino ancora di più i “piccoli”

Un piano che parrebbe prevedere l’ulteriore apertura di una decina di medie strutture di vendita. Previsione, questa, su cui va aperta una profonda riflessione perchè, a fronte di una stagnazione dei consumi e di un processo di destrutturazione commerciale in atto in diverse aree della città, il rischio serio è che i “grandi” mangino ancora di più il piccolo commercio. Come è peraltro già accaduto con la liberalizzazione delle aperture domenicali, che non ha aumentato i consumi come taluni avevano ipotizzato avvenisse.

 

Expo 2015: grande opportunità, ma non si perda tempo in polemiche surreali

Confcommercio lo dice da tempo e anche in questa sede intende ribadirlo: Expo 2015 rappresenta una formidabile occasione per l’Italia e dunque anche per Modena. Che avrà una chance unica di valorizzare le proprie eccellenze sui mercati del mondo e di proiettarsi in chiave turistica con ancora maggiore forza. Per questo Modena non può permettersi di perdere tempo prezioso in polemiche surreali, come quelle che si sono scatenate attorno all’utilizzo della Palazzina Vigarani. Quest’ultima, come abbiamo già dichiarato nelle sedi istituzionali, rappresenta a nostro avviso un luogo ideale dove ospitare il Villaggio del Gusto. Iniziativa, questa, che sotto la regia del “campione del mondo” Massimo Bottura, sarà certamente uno degli elementi di attrattiva per una parte dei 20milioni di visitatori dei Expo2015 che decideranno di venire a conoscere le ricchezze di Modena in campo culturale, storico, enogastronomico e motoristico. Expo è un treno, rispetto al quale il sistema Modena deve dunque farsi trovare pronto, in un slancio di forte e rinnovata progettualità, che sia in grado di produrre opportunità anche per le pmi modenesi del commercio, del turismo e dell’artigianato.

 

Confcommercio si rinnova e lavora per creare occupazione

Proprio sull’onda di un progetto complessivo di evoluzione della rappresentanza e difesa degli interessi delle pmi modenesi, abbiamo avviato negli ultimi anni un processo di profonda  ristrutturazione. Che ha previsto investimenti forti nel settore della formazione: la nascita di un laboratorio dedicato alla meccanica ha permesso di avviare al lavoro già 120 addetti (su 400 partecipanti ai corsi), ben 4000 persone hanno frequentato i corsi del nostro centro di formazione accreditato Iscom Formazione ed ai corsi del nuovo laboratorio sulla cucina hanno partecipato già 300 persone, per 100 ca. delle quali vi è stato uno sbocco occupazionale. Abbiamo poi avviato un rinnovamento importante nei gruppi dirigenti: sono stati eletti ben 15 nuovi presidenti di zona e di categoria, l’età media è scesa a 44 anni e tra i vertici della nostra organizzazione figurano ben 8 donne. Nello stesso tempo abbiamo riposizionato e razionalizzato la presenza di Confcommercio sul territorio, ridotto ulteriormente i costi amministrativi, rivisto la struttura operativa, lanciato nuovi progetti e servizi ed inaugurato una stagione che produrrà nei prossimi mesi la nascita di servizi innovativi a fianco di quelli tradizionali.

Un percorso di rinnovamento dell’Associazione, quello sinteticamente descritto, che culminerà, nella prossima primavera, con la elezione del nuovo Presidente provinciale.

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