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‘Mare nostrum’, la situazione nel modenese

mare-nostrum2Sono 304 i profughi attualmente ospitati nel territorio provinciale; sono arrivati nell’ambito dell’operazione Mare nostrum che tra il 2013 e inizi 2014 ha consentito di salvare circa 150 mila profughi nel corso delle traversate nel Mar Mediterraneo.

II punto della situazione sull’accoglienza nel modenese è stato discusso dal Consiglio provinciale lunedì 12 gennaio sulla base di una comunicazione del presidente della Provincia di Modena Gian Carlo Muzzarelli che ha sottolineato che «facciamo la nostra parte per affrontare questa emergenza umanitaria ma l’Europa deve farsi carico di un problema che non può esser solo dell’Italia. A livello nazionale occorre rafforzare la lotta al mercato dei profughi, arrestare gli scafisti favorendo i ritorni in patria quando le condizioni diventeranno favorevoli e operare quindi affinché si superino i fattori di instabilità nelle aree martoriate dai conflitti. A livello locale occorre un maggiore coordinamento e un coinvolgimento dei Comuni e dei servizi sociali in collaborazione con la Prefettura per migliorare la gestione ed evitare eventuali tensioni in una situazione che è già molto difficile».

Terminata Mare nostrum, ora il controllo sugli sbarchi è gestito dall’operazione Triton. A differenza dell’operazione di accoglienza dei profughi del nord Africa del 2011, i Comuni non sono direttamente coinvolti nelle attività di gestione dell’accoglienza stessa: come previsto dalla legge, la Prefettura ha affidato questo compito, dopo apposita selezione, direttamente un  soggetto esterno, la Cooperativa Caleidos, che tra l’altro ha la responsabilità di reperire sul mercato gli alloggi necessari a garantire la permanenza temporanea dei profughi che sono in attesa di un permesso di soggiorno per motivi umanitari.

I profughi presenti nel modenese, tutti uomini maggiorenni provenienti soprattutto da zone di guerra come la Somalia, Mali e Eritrea, sono ospitati a piccoli gruppi nei comuni di Modena, Carpi, Castelnuovo Rangone, Fiorano, Formigine, Pavullo, Sassuolo, Savignano, Serramazzoni, Soliera e Vignola; alcuni sono temporaneamente in strutture a Modena e Formigine in attesa di raggiungere altre località modenesi.

La ripartizione è stata decisa dallo specifico gruppo tecnico-politico coordinato dalla Provincia composto da Ausl di Modena e rappresentanti dei diversi distretti, esclusa l’area nord del cratere sismico che non è stata interessata dall’operazione.

Nel corso della discussione in Consiglio tutti i consiglieri provinciali hanno sollecitato un maggiore coinvolgimento dei Comuni e in particolare dei servizi sociali comunali nella gestione dei profughi, evitando eccessive concentrazioni  e coinvolgendo anche le associazioni di volontariato per avviare iniziative di integrazione sul territorio.

















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