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Torna Crossroads, sedicesima edizione del più grande festival jazz diffuso dell’Emilia-Romagna

deedee4Festival on the road per eccellenza: Crossroads è un viaggio attraverso le innumerevoli sfaccettature del jazz moderno e i variegati paesaggi della regione Emilia-Romagna. L’edizione 2015, la sedicesima di questo festival ‘globe-trotter’, avrà numeri da record, a partire dalla sua durata senza precedenti: dal 28 febbraio sino all’1 giugno. Per la prima volta Crossroads, con oltre tre mesi di programmazione, si estende sino a giugno: 52 concerti in 49 serate, oltre 500 artisti coinvolti e, ancora una volta, migliaia di chilometri da percorrere per seguire la kermesse jazzistica nel suo svolgimento itinerante tra una ventina di città. Altisonante anche il cast artistico, che come sempre offre un’ampia selezione di ‘big’ senza rinunciare alle nuove proposte e, soprattutto, ai nomi di grande interesse ma di raro ascolto, specialmente in Italia.
Crossroads 2015 è organizzato come sempre da Jazz Network in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna e numerose altre istituzioni.

“Crossroads – ha commentato oggi l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, partecipando alla presentazione del festival a Bologna – è una delle eccellenze della produzione culturale in regione e riesce a presentare un programma di altissima qualità in una fase in cui le risorse disponibili stanno diventando sempre più scarse. In questo senso, in controtendenza, come ha annunciato nel momento dell’insediamento e ribadito il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, noi ci proponiamo entro questa legislatura di triplicare i fondi destinati alla cultura, per  permettere così a tante esperienze e imprese in questo campo di continuare a vivere nonostante il venir meno di oltre 4 milioni di euro causato dall’esaurimento del ruolo delle Province”.

La prima data di Crossroads 2015 sarà ospitata dal Teatro De André di Casalgrande: qui il 28 febbraio si esibiranno i Cordoba Reunion, formazione tutta argentina raccolta attorno al sassofonista Javier Girotto, da anni sulla cresta dell’onda del latin jazz.

A segnare momenti salienti della programmazione arriveranno poi musicisti capaci di interpretare l’idioma jazzistico da prospettive assai diverse. La cantante Diane Schuur è la portabandiera di un mainstream venato di virtuosismo (celeberrimi i suoi sovracuti), per l’occasione declinato in forma di omaggio a Stan Getz e Frank Sinatra (Rimini, 17 aprile, Teatro degli Atti). Joshua Redman, col suo trio sax-basso-batteria, incarna un jazz muscolare e vigoroso nel taglio solistico, avventuroso nelle esplorazioni improvvisative (Imola, 21 aprile, Teatro Ebe Stignani). Il sassofonista Jan Garbarek è il creatore di una personale visione lirica, ricca di ‘sentimento’ nordico, che si abbina in maniera singolare agli spunti world del percussionista indiano Trilok Gurtu, ospite d’onore del quartetto del sassofonista norvegese (Piacenza, 15 maggio, Teatro Municipale). Il flicornista e cantante Hugh Masekela è uno dei più celebri portavoce della musica sudafricana: nella sua lunghissima carriera successi e prestigiose collaborazioni internazionali si affiancano all’impegno sul territorio africano (Correggio, 28 maggio, Teatro Asioli). Sul fronte italiano spiccano le nuove creazioni musicali del trombettista Enrico Rava, in un poetico duo col chitarrista Irio De Paula (Coriano, 10 aprile, Teatro CorTe), e del vocalist John De Leo, impegnato a ricreare dal vivo Il Grande Abarasse con un’orchestra acustico-tecnologica (Cervia, 8 aprile, Teatro Comunale).

Ma la più sensazionale sfilata di star si avrà a Ravenna, dove dal 2 all’11 maggio si terrà la nuova edizione di Ravenna Jazz, inserita anche quest’anno nel cartellone di Crossroads. Il notevole successo della precedente annata spinge il festival ravennate a proseguire nella sua ritrovata magniloquenza: ben 10 giorni fitti di appuntamenti, con concerti serali al Teatro Alighieri e in vari club della città e dei dintorni, oltre ad appuntamenti pomeridiani nei locali cittadini.

Il calendario di Ravenna Jazz 2015, con la sua ricca sfilata di vocalist, avrà molto da dire (e da far ascoltare) in tema di jazz cantato. Ben quattro dei cinque concerti al Teatro Alighieri avranno per protagonista la voce, a partire dalla data inaugurale del festival, il 2 maggio, quando Dee Dee Bridgewater andrà in scena col suo nuovo progetto dedicato a New Orleans accompagnata daiNew Orleans 7 guidati dal trombettista Irvin Mayfield. Dopo una jazz diva del genere, sarà parecchio stimolante ascoltare, solo pochi giorni dopo, un’altra grande star del canto afro-americano, Dianne Reeves, che presenterà il repertorio R&B, latino e pop del suo più recente album, Beautiful Life (l’8). Con Gregory Porter, la voce maschile più sensazionale emersa nella black music degli ultimi anni, si completerà il quadro sulla più esaltante vocalità afro (il 10). Il 7 l’Alighieri ospiterà poi “Soupsongs”, l’omaggio alla musica di Robert Wyatt firmato dalla trombonista inglese Annie Whitehead: uno spettacolo che vanta ormai una lunga storia di successi internazionali e che si avvale di un notevole cast vocale, con Cristina Donà, Sarah Jane Morris e Jennifer Maidman. Musica solo strumentale, e assolutamente travolgente, il 9, con il sestetto di Arturo Sandoval, la più vigorosa tromba del latin jazz.

Le voci saranno protagoniste anche dei concerti nei club: dall’adorabile swing delle Blue Dolls (il 3 al Teatro Socjale di Piangipane) al conturbante impatto emotivo della franco-africana Mina Agossi (l’11, ancora al Socjale). Ma ci saranno anche l’omaggio jazz-hi-tech al capolavoro A Love Supreme di John Coltrane da parte del sax di Francesco Bearzatti e della crew del guru dell’elettronica martux_m (il 4 alCisim di Lido Adriano; nello stesso giorno e luogo si terrà anche un workshop con Bearzatti) e il quartetto del sassofonista Alessandro Scala, impreziosito dalla presenza di Flavio Boltro alla tromba (il 6 al Mama’s Club).

Memori del commovente successo della precedente edizione, torna anche quest’anno il concerto a ingresso gratuito “Pazzi Di Jazz” Young Project, che si svolgerà il 5 maggio nella spettacolare scenografia del palcoscenico galleggiante allestito sul Canale Corsini “Candiano” (Darsena di Città). Ne saranno protagonisti ben 250 giovanissimi musicisti, tra orchestra, percussioni e cori diretti da Tommaso Vittorini, Ambrogio Sparagna e Alien Dee, ai quali va aggiunta la presenza della tromba di Paolo Fresu.

Il jazz statunitense compare in numerosi momenti lungo tutto il tragitto geografico di Crossroads: dal dinamismo moderno del quartetto “Fairgrounds” del batterista Jeff Ballard (Parma, 17 marzo, Casa della Musica), alle deliranti e dissacranti avventure dei Sexmob del trombettista Steven Bernstein tra le musiche felliniane di Nino Rota (Lugo, 22 marzo, Teatro Rossini), al recupero di canzoni vintage della vocalist texana Hailey Tuck (Modena, 9 aprile, La Tenda), sino al cantautorato jazz-folk del multistrumentista Raul Midón (Rimini, 25 aprile). Il Jazz Club Torrione San Giovanni di Ferrara spicca poi coi suoi tre imperdibili concerti che saldano la tradizione afro-americana ai più effervescenti spunti del new jazz statunitense: il quartetto del sassofonista Mark Turner (21 marzo), quello del chitarrista Peter Bernstein (28 marzo) e il trio del sassofonista Steve Lehman (18 aprile), pluridecorato dal referendum Top Jazz 2014 (come miglior musicista dell’anno oltre che per il migliore disco e la migliore formazione, nell’ambito del jazz internazionale).

Il cartellone di Crossroads 2015 fornisce inoltre una perfetta fotografia delle variegate espressioni della musica improvvisata italiana, attraverso numerosi appuntamenti di riguardo. Danilo Rea porterà il suo trio con Ares Tavolazzi e David King all’Auditorium Arcangelo Corelli di Fusignano (3 marzo); il trio Guano Padano col suo surrealistico impasto di jazz e rock psichedelico sarà a Modena il 12 marzo; Raiz e Fausto Mesolella faranno rivivere classici del rock, del pop e del repertorio napoletano in sorprendenti arrangiamenti per voce e chitarra (Solarolo, 19 marzo, Oratorio dell’Annunziata); i Manomanouche daranno nuovo lustro all’esuberanza del jazz manouche (Modena, 26 marzo); il trombettista Fabrizio Bosso sarà in “Tandem” col pianista Julian Oliver Mazzariello (Gambettola, 2 aprile, Teatro Comunale/La Baracca dei Talenti); le musiche dei Pink Floyd diventeranno materia di improvvisazione grazie alla pianista Rita Marcotulli, circondata da un cast ragguardevole che comprende anche Andy Sheppard, Raiz, Fausto Mesolella, Ares Tavolazzi (Russi, 16 aprile, Teatro Comunale); il 24 aprile Coriano ospiterà una seconda serata a tutto Brasile con il duo che affianca le voci e le chitarre di Cristina Renzetti e Tati Valle seguito dal Trio Correnteza, con Gabriele Mirabassi, Roberto Taufic e ancora la Renzetti; i Quintorigo, rinforzati dalla batteria di Roberto Gatto, esploreranno il repertorio fantasmagorico di Frank Zappa (Russi, 30 aprile, in occasione della Giornata Internazionale UNESCO del Jazz); diretta da Fabio Petretti, l’Italian Jazz Orchestra, col suo vasto organico classico-jazzistico, sarà protagonista di “Angelo Azzurro”, produzione originale incentrata sulle canzoni di Marlene Dietrich, con ruoli di rilievo affidati alla cantante Silvia Donati e a Fabrizio Bosso (Forlì, 1 maggio, Teatro Diego Fabbri).

Ma Crossroads seguirà anche rotte alternative all’immancabile asse Italia-USA. È il caso della cantante brasiliana Paula Morelenbaum, col suo Bossarenova Trio (Massa Lombarda, 20 marzo, Sala del Carmine), di una delle più conturbanti voci del tango argentino, quella di Daniel Melingo (Imola, 23 maggio), e di una vocalist di riferimento assoluto del pop jazzato di più raffinata fattura come l’inglese Sarah Jane Morris, in duo col chitarrista Antonio Forcione (Massa Lombarda, 8 marzo).

Oltre a Ravenna Jazz, Crossroads ospiterà all’interno del suo enciclopedico programma altri ‘festival nel festival’. Cassero Jazz, a Castel San Pietro Terme, brillerà di strumenti a fiato: con il quartetto “The Roar At The Door” (Francesco Bearzatti al sax tenore, Mauro Ottolini al trombone, Raffaello Pareti al contrabbasso e Walter Paoli alla batteria) e con la profusione di strumenti ad ancia portati in scena da Javier Girotto con l’Atem Sax Quartet (rispettivamente il 6 e 7 marzo, “Cassero” Teatro Comunale). Il fine settimana successivo Dozza Jazz alternerà il tributo a Ellington dell’ampio e swingante organico della Roveri Big Band all’omaggio a Charlie Haden del piccolo ma agguerrito trio del batterista Mirco Mariani, al quale si aggiungerà il sassofonista Daniele D’Agaro come special guest (il 14 e 15 marzo, Teatro Comunale).

La parte finale del cartellone di Crossroads sarà dominata dalle ben dieci serate di Correggio Jazz. Oltre al già citato Masekela, il Teatro Asioli ospiterà una selezione dei più rappresentativi jazzisti italiani: dal tributo a Don Cherry del policromo ottetto Multikulti del batterista Cristiano Calcagnile (14 maggio) al confronto tra underground e post-bop, portati sul palco in successione dagli Hobby Horse (Dan Kinzelman, Joe Rehmer, Stefano Tamborrino) e dal quintetto Fresh Fish con Daniele Tittarelli e Francesco Lento (il 19), continuando poi con il jazz poliglotta di Pasquale Innarella e Carmine Ioanna, che condivideranno la serata con l’omaggio a John Zorn del quintetto del sassofonista Gabriele Coen (il 20). E in seguito il trio elettronico dell’indomito pianista Franco D’Andrea (22 maggio); la scalpitante tromba di Fabrizio Bosso (il 24, in quartetto); due spregiudicati trombonisti come Gianluca Petrella, con il suo nuovo quintetto “Cosmic Renaissance”(il 27), e Mauro Ottolini, con la più aggiornata versione dei suoi Sousaphonix, ben undici elementi che daranno vita alla mirabolante “Musica per una società senza pensieri” (il 30); il Times Quintet, che annovera Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli (l’1 giugno). Non mancherà un altro sguardo internazionale, garantito dalla presenza del trio di uno dei più noti contrabbassisti, l’israeliano Avishai Cohen (il 21).

















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