C’erano tutti i principali attori della filiera suinicola stamani al convegno promosso dall’Organizzazione Interprofessionale del Gran Suino italiano, assieme al neo Assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, Simona Caselli. Ricercatori, produttori, una cospicua rappresentanza di allevatori delle principali associazioni di categoria, in prevalenza Confagricoltura e Cia, e funzionari dell’Amministrazione regionale, con l’obiettivo di rafforzare il sistema di filiera e favorire un miglior equilibrio tra domanda e offerta. Partendo però da un dato positivo fondante: le esportazioni di salumi e altri insaccati (in particolare prosciutti crudi, prodotti cotti come la mortadella e prodotti stagionati) hanno registrato più 6,5 per cento rispetto al periodo gennaio-ottobre 2013. Nonostante siano ancora molti gli ostacoli all’export posti dalle barriere normative sanitarie di paesi terzi, extra UE. Sul mercato interno, invece, si conferma una sostanziale stabilità nei consumi pur essendo in calo il comparto degli insaccati di origine suina.
Come valorizzare dunque le carni suine per competere sui nuovi mercati? “Definendo assieme soluzioni per ridare, e garantire, redditività alle parti che risentono maggiormente della sofferenza della filiera ossia gli allevatori e i macellatori; strategie – hanno rimarcato gli organizzatori dell’incontro – improntate ad affrontare in maniera coesa la globalizzazione dei mercati”.
“Auspichiamo l’impegno delle Istituzioni a supportare le aziende nel processo di innovazione e internazionalizzazione e nel difficile percorso di aggregazione investendo anche in ricerca e formazione, nell’ottica di generare un valore aggiunto, grazie alla qualità delle nostre produzioni, da ridistribuire equamente all’interno della filiera. Operiamo altresì – è l’appello dell’OI Gran Suino italiano – condividendo politiche e strategie con le regioni limitrofe, in primis Lombardia, Veneto, Piemonte”.
“Bisognerà peraltro stimolare i consumi interni di carne suina fresca – ancora considerata dai più un elemento nutrizionale negativo a dispetto di studi e ricerche che ne affermano invece il contrario – puntando su una corretta campagna di divulgazione delle sue proprietà organolettiche”.
“Chiediamo pertanto all’assessore Caselli – incalzano i vertici della prima interprofessionale zootecnica – di mantenere alta l’attenzione della Regione Emilia Romagna nei confronti della filiera suinicola e di lavorare affinché anche in Italia, al pari degli altri paesi UE, si costituisca un’unica Interprofessione suinicola di dimensione nazionale in grado di definire indirizzi di settore rivolti al mercato interno ed estero. Occorre che le Istituzioni, a partire dal Ministero dell’Agricoltura fino a tutte le componenti della filiera, tralascino veramente gli interessi personali e di bottega per concentrarsi sulla tutela della nostra suinicoltura”.
“A tal proposito – continua l’OI – è improrogabile l’approvazione al Mipaaf di una serie di provvedimenti fermi da tempo sui tavoli ministeriali, dalla modifica al decreto “salumi” alla rivisitazione del decreto sulla regolazione dell’offerta di prosciutti Dop e Igp, alla firma del disciplinare per l’ottenimento del marchio Sistema di Qualità Nazionale per la carne fresca del suino pesante per finire con la definizione del pacchetto normativo per il riconoscimento delle Organizzazioni Professionali (OP) e delle Interprofessioni (OI)”.
“L’Emilia Romagna – ha concluso l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli – deve puntare sulla qualità, bisogna valorizzarla e farla conoscere, poi gli allevatori, i trasformatori e i distributori devono organizzarsi per programmare la produzione e superare la frammentazione. Come Regione ci impegneremo presso i ministeri competenti per ridurre gli ostacoli all’export”. Tra i temi prioritari di questa legislatura l’assessore Caselli ha ricordato anche la semplificazione. A tal proposito ha invitato i produttori a segnalare i principali ostacoli, visto che l’attuale giunta regionale intende attivare un presidio tecnico per la riduzione della burocrazia.
L’Organizzazione Interprofessionale del Gran Suino Italiano: è la prima interprofessionale zootecnica italiana e rappresenta un terzo della produzione suinicola dell’Emilia Romagna (oltre 340mila capi commercializzati e 25mila macellati ogni settimana), più di cento allevamenti e le aziende rappresentative del settore che si occupano di macellazione, trasformazione e produzione di salumi e insaccati, quali Italcarni, Annoni, Zuarina, Galloni e il Prosciuttificio San Michele oltre all’Organizzazione dei suinicoltori dell’Emilia Romagna (Asser), il CRPA e Unapros. Tra i numerosi risultati raggiunti nei primi due anni di attività: la sottoscrizione del documento d’Intesa di Filiera per la valutazione del peso morto del suino (luglio 2013) e la collaborazione alla stesura di un progetto UE nel quadro del Programma di ricerca Horizon 2020 sul miglioramento dell’alimentazione e della genetica suinicola, che ha già superato il secondo step di valutazione da parte della Commissione Europea. Ma soprattutto la presentazione al Mipaaf della bozza del disciplinare per l’ottenimento del marchio Sistema di Qualità Nazionale per la carne fresca del suino pesante che sta attualmente concludendo l’iter procedurale in vista dell’approvazione.