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Scoperta a Sassuolo una frode fiscale da oltre 4 milioni di euro. Due persone denunciate dalla Finanza

Guardia-FinanzaUna maxi frode fiscale da oltre 4 milioni di euro, indebite compensazioni e rimborsi di IVA per oltre 760.000 euro, due soggetti denunciati per la commissione di plurimi reati fiscali: sono i numeri dell’operazione denominata “Ghost Tile” della Guardia di Finanza di Sassuolo che ha concluso una serie di attività di verifica fiscale nei confronti di alcune società riconducibili ad uno stesso imprenditore ed al suo consulente, operanti nel territorio del Distretto Ceramico.
All’esito di complesse e articolate indagini di Polizia Tributaria e Giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Modena, i finanzieri della Tenenza di Sassuolo hanno scoperto un sistema fraudolento che, mediante l’utilizzo di società c.d. “cartiere” (soggetti economici privi di una vera e propria struttura imprenditoriale, rappresentate da meri “prestanome”) ovvero, avvalendosi di società parzialmente operative localizzate nel territorio delle provincie di Modena e Reggio Emilia, hanno fornito, nel tempo, fatture per operazioni inesistenti a numerose società e ditte cessionarie compiacenti, operanti nel settore del commercio di piastrelle e materiale ceramico, al solo
fine di abbatterne i costi ed ottenere cospicui rimborsi IVA.
Nello specifico, dalla preliminare attività info-investigativa, è stata individuata la posizione di alcune società di capitali, riconducibili ai medesimi soggetti amministratori, che per gli anni d’imposta dal 2010 al 2014 risultavano
vantare, nei confronti dell’Erario, rilevanti crediti IVA che venivano sistematicamente utilizzati per richiedere ed ottenere rimborsi dall’Amministrazione Finanziaria ovvero per compensarli con altre imposte, tasse e contributi.
Gli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle sassolesi hanno dimostrato che dietro un’apparente regolarità formale, si celava un sistema fraudolento basato sull’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
In particolare, la “fittizia” posizione creditoria delle predette società scaturiva da un meccanismo “decettivo” basato sulla contabilizzazione e utilizzo in dichiarazione di fatture passive riferite ad operazioni di acquisto mai
avvenute. Successivamente, le piastrelle e l’altro materiale ceramico riportato nei documenti commerciali veniva ceduto per l’esportazione, senza applicazione dell’IVA, dietro presentazione di “false dichiarazioni di intento” da
parte di società “cartiere”, intestate a vari prestanome, che fornivano una parvenza di regolarità alle predette operazioni, attraverso un’artificiosa copertura contabile e documentale.
L’importo complessivo delle fatture per operazioni inesistenti contabilizzate ammonta ad un imponibile di € 4.088.320 ed ha contribuito a determinare rimborsi e compensazioni di crediti IVA per complessivi € 766.187.
A conclusione della complessa attività d’indagine, la Tenenza di Sassuolo ha denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena i due amministratori delle società verificate, ritenuti responsabili dei delitti previsti e puniti dal D.Lgs. 74/2000, per emissione e dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, nonché per indebite compensazioni.
Alla luce dei consistenti elementi probatori acquisiti, il Pubblico Ministero – dott. Marco Imperato, ha disposto il sequestro preventivo d’urgenza, finalizzato alla confisca “per equivalente”, delle somme presenti sui conti correnti e rapporti finanziari fino a concorrenza dell’importo del rimborso indebitamente conseguito. La misura patrimoniale è stata applicata dalla Guardia di Finanza su conti correnti, depositi titoli, fondi d’investimento e cassette di sicurezza riconducibili agli indagati.
L’operazione di servizio si inquadra nell’ambito delle attività di Polizia Economico-Finanziaria svolta dalla Guardia di Finanza a contrasto dell’evasione e delle frodi fiscalai, con l’obiettivo di contrastare ogni forma di infedeltà fiscale che, oltre a minare alla radice la corretta competizione tra le imprese, produce effetti deleteri sia per il bilancio statale sia, con riferimento all’IVA, su quello comunitario.

 

















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