I bambini residenti in provincia di Bologna sono tra i pochi in Italia ad avere un corretto apporto iodico. Infatti, per affrontare una situazione di diffusa iodocarenza presente fino agli anni ’90 soprattutto nell’area appenninica bolognese, si è svolta una intensa attività di educazione alimentare nelle scuole. Questa iniziativa ha condotto ad un significativo aumento del consumo di sale iodato che è raddoppiato negli ultimi 20 anni ed oggi viene utilizzato dall’81% delle famiglie dell’area bolognese.
Per mantenere i buoni risultati raggiunti ed estenderli a tutta la Regione arriva nelle scuole di Bologna il Progetto Italiano Contro la Carenza di Iodio in Pediatria, una Campagna di informazione e di educazione alla salute infantile promossa dalla Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) che si propone di sensibilizzare alunni, genitori e insegnanti sull’importanza di un consumo adeguato di iodio. Si tratta della tappa bolognese di una iniziativa che prevede 10 incontri nei maggiori capoluoghi d’Italia, tra ottobre 2014 ed aprile 2015. La Campagna prevede inoltre lla distribuzione di materiale informativo , a partire dal
30 marzo, alle 2.105 scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado della Regione Emilia Romagna, per un totale di circa 560.000 alunni ed insegnanti. L’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna supporta l’iniziativa attraverso la pubblicazione del materiale informativo sul loro sito ((http://www.istruzioneer.it/)).
“Sensibilizzare i ragazzi su temi come la salute è di primaria importanza – spiega l’assessore alla Sanità del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo – il format di questa campagna, inoltre, mette in evidenza le qualità della nostra Regione ed in particolare della nostra città creando un circuito virtuoso tra l’eccellenza della ricerca scientifica, in questo caso al servizio della salute, e l’educazione scolastica ”.
Venerdì 27 marzo è in programma, dalle ore 10,45 alle ore 11,45, presso la scuola Carducci in via Dante 3, un incontro coordinato dalla professoressa Alessandra Cassio, specialista in endocrinologia pediatrica presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Orsola Malpighi e referente regionale della SIEDP per questo Progetto. Verranno fornite indicazioni sul fabbisogno di iodio a tutte le età, ma in particolare nei neonati, nei bambini e nelle donne in gravidanza, che rappresentano le fasce di popolazione più a rischio. Il tutto con il supporto di tre questionari che saranno somministrati a bambini, genitori e insegnanti per verificare la conoscenza della problematica e trasmettere informazioni pratiche sulle abitudini alimentari corrette da seguire, a scuola e a casa.
”L’iniziativa si propone di sensibilizzare ed educare l’opinione pubblica sull’importanza di una adeguata assunzione di iodio, così da prevenire disturbi e patologie – illustra la professoressa – Numerosi studi scientifici hanno infatti dimostrato che un apporto insufficiente di iodio , in particolare se riguarda donne in gravidanza, neonati e soggetti in età evolutiva può indurre un deficit intellettivo nei bambini in età scolare”.
L’incontro sarà aperto al pubblico: genitori e figli possono partecipare telefonando per prenotazioni e informazioni al numero 02/72094038. Si tratta di un’occasione importante per acquisire informazioni pratiche da parte di specialisti nel settore su come alimentare in modo corretto i bambini ed evitare i deficit cognitivi provocati da un’eventuale carenza iodica.
Iodocarenza a Bologna: i risultati dei monitoraggi Tra 1994 e il 1998 indagini effettuate complessivamente su 1149 bambini in età scolare residenti nella provincia di Bologna hanno evidenziato una frequenza di gozzo variabile dal 13% al 18% dei casi (analisi svolte a cura dell’Endocrinologia Pediatrica del Policlinico S.Orsola di Bologna, dell’Ospedale di Bentivoglio e dell’ Ausl Bologna). Per prevenire il gozzo e gli altri disturbi da carenza iodica è iniziata una attività di sensibilizzazione nelle scuole che ha condotto ad un notevole incremento dell’uso del sale iodato, che è passato dal 40% delle famiglie nel 2004 all’81% nel 2011. D’altra parte l’analisi recente dei risultati del nostro programma regionale di screening neonatale per l’ipotiroidismo congenito ha evidenziato segni di carente apporto iodico proprio nelle fasce di popolazione più vulnerabili, cioè le donne in gravidanza ed i loro neonati.
E’ evidente quindi che i buoni risultati raggiunti finora devono essere mantenuti ed estesi a tutta la regione per salvaguardare lo sviluppo cognitivo delle nuove generazioni.
Info e prenotazioni tel. 02 72094038