“Nessun aumento di tasse, né tagli ai servizi”, si punta, invece sullo “sviluppo economico e la tutela della persona”. “Un bilancio con luci e ombre: voci che soddisfano”, altre meno. Il “solito bilancio”, con “elementi di criticità”, “senza alcun cenno di cambiamento” e “ossequioso al mantenimento degli assetti di potere ereditati dai precedenti mandati: nulla cambia”.
Questa, in estrema sintesi, l’opinione dei capigruppo di maggioranza e opposizione sul Bilancio di previsione 2015 della Regione Emilia-Romagna, il primo della nuova legislatura.
Stefano Caliandro (Pd) esprime “grande compiacimento e pieno sostegno all’attività di Giunta per una legge di bilancio che non effettua nessun aumento di tasse, né tagli ai servizi”. “Si è scelto di puntare sullo sviluppo economico, con la tutela della persona (garantiti i fondi per sanità e la non autosufficienza), aumentando le risorse per la cultura, lo sport e tutelando soprattutto il nostro ambiente e la difesa del suolo. Scelte di un governo di caratura europea- conclude- che coniuga la crescita con i valori della tutela delle persone più deboli e della valorizzazione e protezione dell’ambiente”.
Un “bilancio con luci e ombre: ci sono alcune voci di spesa che ci soddisfano- evidenzia Igor Taruffi (Sel)- ma la parte sulle infrastrutture è difficile da accettare”. “Il finanziamento al People mover e a altre infrastrutture obsolete-spiega- sono parti del bilancio che volentieri avremmo stralciato, che non abbiamo votato in commissione e non voteremo in Aula”. “Siamo tuttavia soddisfatti- aggiunge- dell’aumento dei fondi alla cultura e crediamo sia un ottimo risultato l’aver migliorato l’impatto ‘verde’ del bilancio. Abbiamo infatti ottenuto, attraverso alcuni emendamenti, un aumento di 3 milioni di euro per contrastare il dissesto idrogeologico, oggi chiediamo uno stanziamento per le diagnosi energetiche dei grandi condomini e rivendichiamo, infine, la sperimentazione di un reddito minimo in regione, senza attendere le norme nazionali”.
Dai banchi delle opposizioni: Alan Fabbri (Lega nord) ricorda che “con noi al governo della Regione si sarebbe puntato a risolvere il problema delle lunghe liste di attesa in sanità e avremmo distolto le risorse sperperate per profughi e campi rom, sostenendo le imprese e il lavoro, e introducendo il principio della residenzialità storica nell’accesso a servizi e case popolari”. E rincara: “Quello che ci viene presentato è il solito bilancio sfilacciato e dispersivo, che finisce con lo scontentare tutti”.
Giulia Gibertoni (M5s) è certa che “il governo regionale a guida Bonaccini, il politico che in campagna elettorale ha tentato in tutti i modi di accreditarsi come uomo del cambiamento, ha tagliato il traguardo dei quattro mesi senza avere prodotto un solo atto che certifichi anche solo un cenno di cambiamento”. “Ci saremmo aspettati un bilancio innovativo- spiega- e ci sembra invece di rileggere i bilanci di Errani. Nessuna nuova idea, la solita mancanza di trasparenza. Oggi chiediamo con un ordine del giorno un reddito minimo per la lotta contro la povertà. Vedremo chi porta veramente il cambiamento e chi lo ostacola”.
“La tanto declamata discontinuità annunciata a inizio mandato da Bonaccini- afferma Galeazzo Bignami (Fi)- si è infranta sul bilancio regionale, del tutto coerente con le gestioni precedenti e ossequioso del mantenimento degli assetti di potere ereditati da Errani. Un bilancio che a parole intende fare fronte alle tante urgenze del nostro territorio, ma che nei numeri parla chiaro, senza dare risposte e non essendo all’altezza delle sfide sempre più pressanti che andrebbero invece risolte”.
Anche Piergiovanni Alleva (AltraER) ravvisa “elementi di criticità” nel bilancio “in punti centrali, per esempio il piano delle infrastrutture, con la costruzione di opere di dubbia utilità e costose, di cui abbiamo discusso in un convegno proprio ieri. Soprattutto, però, è del tutto sottovalutata la gravità della situazione occupazionale e sociale: non ha ancora avuto riscontro concreto il piano per il lavoro più volte annunciato e non è presente alcun tentativo di correzione del drammatico abbattimento degli ammortizzatori sociali, comportato dal Jobs act, che porterà anche nella nostra regione un aumento della povertà”.
E Tommaso Foti (Fdi) chiosa: “Una sapiente regia mediatica della maggioranza vuole fare credere che tutto sta cambiando. In realtà, nulla cambia: nella legge di bilancio non c’è discontinuità rispetto al passato. Sotto il vestito della Giunta Bonaccini, insomma, c’è proprio niente”. A confermarlo, prosegue, “l’atteggiamento pilatesco sui derivati che, con un tasso del 5,25 per cento fino al 2032, assorbono ingenti risorse del bilancio regionale: 45 milioni di euro nei soli prossimi tre anni” e a dimostrarlo “l’asserito sostegno all’economia reale che, in realtà, si riduce a un’attribuzione a pioggia di risorse alle aziende partecipate.” “Ogni giorno la maggioranza annuncia rivoluzioni copernicane: nei fatti, non appena si affrontano i problemi, per esempio il tema delle opere pubbliche, si divide”. “La legge di bilancio? Tante chiacchiere, nessuna concretezza”.