La bottega del celebre liutaio imolese Primo Contavalli, che nella metà del Novecento costruiva violini ancora oggi celebri nel mondo, rivive grazie al documentario dal titolo: “La Bottega di via Valsalva” prodotto dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Imola, diretto da Mauro Bartoli, con la splendida colonna sonora originale firmata dai Quintorigo. Il 3 giugno a Imola nel cortile di Santa Maria in Regola, la presentazione del film e l’esibizione live dei Quintorigo
È già possibile prenotare per la serata di presentazione del documentario “La Bottega di via Valsalva. Primo Contavalli liutaio imolese” che il 3 giugno (alle ore 21) scalderà gli spazi del cortile di Santa Maria in Regola (Via Morelli, Imola) in una serata che si annuncia imperdibile vista la presenza dell’ensemble Quintorigo, autori della colonna sonora originale del film, che si esibisce in un live ricco di suggestioni, portando a Imola pezzi inediti del loro ultimo album in uscita (la serata è presentata da Massimo Mercelli).
La regia del documentario, prodotto dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Imola è di Mauro Bartoli, già autore di altri documentari su Imola.
Valentino Bianchi al sax, Andrea Costa al cello, Stefano Ricci al violino e Gionata Costa al basso hanno completato l’opera, con le loro splendide sonorità sono riusciti a rendere l’identità di quegli strumenti antichi e attuali che Contavalli faceva nascere con cura e maestria.
La bottega di via Valsalva, a due passi dalla piazza, rimasta uguale fino ad oggi così come la predispose il liutaio Luigi Contavalli alla fine dell’800, sarà trasferita e riallestita in nuova sede per cura dell’Amministrazione Comunale.
È passata la Grande Guerra, Primo Contavalli, figlio dell’ebanista Luigi, nella grande casa bottega di strumenti musicali di via Valsalva a Imola, crea violini e violoncelli destinati a conquistare i musicisti oltre oceano. Al piano terra la falegnameria, al primo piano la liuteria. Si taglia, si sega, si smartella, si provano i violini. Si fa tutto con il legno, strumenti pregiati che devono partire per luoghi lontani come il Giappone e l’America. Primo Contavalli intrattiene una fitta corrispondenza con i musicisti che suonano i suoi strumenti, conserva le fotografie che gli inviano, annota sui quaderni le caratteristiche di ogni lavoro che realizza: il legno utilizzato, come suona, se ha voce potente… e ad ognuno dà un nome e assegna un compito: portare all’interno una dedica, perché risuoni nel tempo insieme alla musica.
Alla morte di Primo, la figlia Paola ha deciso di lasciare il laboratorio del padre com’era, senza spostare nulla, perché gli oggetti non “sapessero che se ne era andato”.
Durante le riprese di questo film, grazie alla segnalazione di uno dei protagonisti, la Fondazione Cassa dei Risparmi di Imola, ha potuto acquistare un bellissimo strumento di Primo Cantavalli, un violino del 1923 battuto a un’asta a Londra: un pezzo importante per le collezioni.
L’ingresso alla serata è gratuito, prenotazioni fino a esaurimento posti.