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‘Il futuro del fare: fablab e coworking a Fiorano’

IlFuturoDelFareNell’ambito degli ‘Incontri al teatro Astoria’, la rassegna organizzata dal Comitato Fiorano in Festa, dal Comune e da Lapam Confartigianato Imprese nell’ambito del Maggio Firoanese, ieri mattina, domenica 24 maggio 2015, si è svolto il confronto su ‘Il futuro del fare: fablab e coworking a Fiorano’, realizzato in collaborazione con REI Reggio Emilia Innovazione, Fablab Reggio Emilia. Polifactory Politecnico di Milano, Fabllab/coworking On/off di Parma, per capire cos’è un fablab, perché farlo e come farlo, in vista dell’apertura del fablab e del coworking a Casa Corsini, prevista per il prossimo autunno. 

Sono intervenuti: Marco Biagini, vicesindaco; Erio Luigi Munari, Presidente Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia e presidente di Democenter; Fernando Arias Sandoval, cofondatore e cogestore del FabLab Reggio Emilia, membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Make in Italy Cdb in qualità di rappresentante eletto dai FabLab e dai makespace italiani; Francesca D’Onofrio, fioranese, designer che svolge la sua attività presso le Officine di coworking On/Off di Parma ed è tra i membri costitutivi del FabLab di Parma; Simone Ghiaroni, fioranese, antropologo, che si occupa di forme visive, design, innovazione e comunicazione mediata dagli artefatti; Stefano Maffei, architetto e Ph.D in design. insegna Innovazione di Prodotto/Modelli di Produzione e Service Design alla Scuola del Design del Politecnico di Milano. E’ Coordinatore Scientifico di Polifactory la nuova Design Factory del Politecnico di Milano. Direttore del Master in Service Design e della Service innovation Academy, Poli.design. E’ coordinatore dell’Unità politecnica del progetto EU EDIP/European Design Innovation Platform.

Il confronto ha chiarito cos’è un coworking, luogo di lavoro condiviso con postazioni in affitto e con una serie di servizi che possono andare dalle stampanti, a servizi di consulenza legale, alle connessioni internet, dando la possibilità di accesso a un luogo di lavoro senza avere troppe spese.

Il fablab è un luogo dotato di una di strumenti, computerizzati o manuali, una officina, un laboratorio dove fabbricare, costruire, fare, per dare corpo alle idee e condividerle; è una finestra o spazio che mancava alla città, uno spazio dove si incontrano persone che hanno da dare l’una all’altra, un supporto per la scuola e l’università.

Il confronto di domenica mattina ha evidenziato una serie di parole chiave e di concetti che vogliono caratterizzare Casa Corsini come ‘casa factory’ e ‘casa coworking’, come ‘condivisione’, ‘possibilità’, ‘connessione’, ‘apertura’, recuperando il valore del fare, come succedeva agli imprenditori di oggi, che nei garage realizzavano le idee per apportare migliorie alle macchine da ceramica. Anche l’errore è un passaggio del fare, da vivere non come sconfitta, ma come un passo avanti, comunque. Reinsegna alle persone la cultura del rischio, è un luogo inclusivo e della biodiversità culturale, non solo per i giovani ma per tutti.

Al centro del progetto non ci sono le macchine, ma le persone, una condivisione di idee e di spazi che consente di creare qualcosa che all’inizio non è nella testa di nessuno; si tratta di uno spazio frequentato che produce relazioni, diventando così ‘luogo’.

Dal garage degli anni Sessanta, dove i futuri imprenditori elaboravano le intuizioni per migliorare le macchine ceramiche, si arriva al fablab che è un garage condiviso; l’imprenditore individuale evolve nell’impresa del gruppo.

Non è soltanto fare, ma anche cosa fare e come farlo: ‘riapprendiamo a fare’. Si ripensano i passaggi dell’attuale modello di consumo: produci, consuma e butta tutto, per ‘fare bene e conoscere quello che si fa, recuperando un rapporto diretto non solo con l’oggetto finale, ma con la filiera che lo ha realizzato.

Il fablab e il coworking si inseriscono con un proprio ruolo nelle dinamiche economiche del territorio, perché è un facilitatore di occasioni e di opportunità, connesso attraverso la rete con gli altri fablab; è occasione di sviluppo e innovazione perché unisce le mani alla testa.

















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