Sciopero di un’ora, l’ultima di ogni turno di lavoro, martedì 9 giugno dei dipendenti dell’Ausl di Modena assegnati al Distretto di Sassuolo che operano nella struttura ex Villa Fiorita sede del distretto sanitario.
Lo sciopero, proclamato dal sindacato Fp/Cgil, fa seguito alle decisioni comunicate dall’azienda nell’ultimo incontro del 25 maggio scorso tra lavoratori e Azienda Usl, fortemente voluto dalla Cgil e ottenuto nell’ultimo confronto in Prefettura lo scorso 18 maggio. In quell’incontro l’azienda ha comunicato la decisione assunta di non evacuare più i locali della struttura sanitaria contaminati da formaldeide, perché dagli ultimi campionamenti effettuati a fine marzo, risultano in calo i valori della sostanza e sotto la soglia di pericolosità.
I lavoratori e il sindacato però non accettano questa lettura ottimistica e tranquillizzante. Innanzitutto, nell’incontro del 25 maggio i lavoratori non hanno trovato le risposte che si aspettavano “e soprattutto si sono sentiti offesi nella loro dignità di professionisti sanitari che si devono occupare della salute dei cittadini e che hanno letto in modo formale e poco sostanziale, il confronto con i rappresentanti della direzione aziendale” afferma Anna Paragliola della Fp/Cgil.
Inoltre, anche se i valori di formaldeide sono in calo, l’Ausl è però responsabile di aver lasciato esposti i lavoratori per due anni alla sostanza. Ancora: se gli ambienti sono salubri e non ci sono pericoli per la salute, perché, nella stessa occasione l’Azienda ha comunicato lo spostamento di altri tre servizi per precauzione, oltre al trasferimento già completato in altri locali dei cosiddetti servizi (Neuropsichiatria Infantile, Psicologia Clinica, Consultorio Familiare, pediatria di Comunità) dedicati all’utenza più fragile?
Per senso di responsabilità i lavoratori di Villa Fiorita hanno scelto di mobilitarsi solo per un’ora, per non danneggiare i cittadini, ma senza rinunciare a lanciare un messaggio chiaro a quest’Azienda: “la dignità e la tranquillità di lavorare in un luogo sicuro non possono ritrovarsi – continua la sindacalista – non si materializzano solo attraverso dichiarazioni verbali anche se di un pur stimabile dirigente”. Perché ai lavoratori non viene consegnata tutta la documentazione necessaria a chiarire quanto accaduto? Perché si è permesso che si continuasse a lavorare nonostante i sintomi non solo dichiarati, ma certificati?
La Fp/Cgil e il patronato Inca continueranno a stare a fianco di questi lavoratori e ad accompagnali in tutti i percorsi che vorranno intraprendere per essere risarciti di quanto hanno subito, ma soprattutto per vigilare, con tutti gli strumenti a disposizione, su quanto accadrà in futuro.
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