Gli ordini arrivavano grazie a messaggi criptati che correvano via whatsapp. Un linguaggio difficilmente decifrabile dove la domanda “come stai messo?” equivaleva a sapere se avesse lo stupefacente e dove la “stra” era la droga. Una delle conversazioni tipo è stata rilevata dai Carabinieri di San Polo d’Enza dall’analisi dello smartphone di un giovane studente ex compagno di scuola dell’odierno indagato che è risultato gestire l’illecita attività di spaccio di marjuana ed hascisc che cedeva prevalentemente a una stretta cerchia di amici ed ex compagi di scuola. La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Bologna, condividendo le risultanze investigative dei Carabinieri di San Polo d’Enza richiedeva ed otteneva dal competente GIP il provvedimento restrittivo di natura cautelare del collocamento in comunità che veniva eseguito l’altra mattina dai Carabinieri di Sa Polo d’Enza nei confronti di un 17enne della provincia di Parma ritenuto responsabile del reato di spaccio di stupefacenti. Due suoi clienti reggiani sono stati segnalati quali assuntori di stupefacenti alla Prefettura reggiana.
Le indagini prendono il via lo scorso mese di maggio quando i carabinieri di San Polo d’Enza hanno pizzicato due giovani con mezzo grammo di marjuana e 7 grami di hascisc cedutigli da un 17enne della provincia di Parma nei cui confronti i Carabinieri indirizzano le attenzioni investigative. L’attività porta ai dovuti riscontri in ordine al reato per il quale è stato poi sottoposto al collocamento in comunità in quanto i carabinieri, oltre alle dirette testimonianze dei due giovani reggiani, che da diversi mesi acquistavano stupefacente dal loro ex compagno di scuola, dall’analisi dello smartphone di uno dei due clienti rilevano conversazioni criptate che hanno per oggetto la compravendita di stupefacenti. E mentre i due ragazzi reggiani venivano segnalati il 17enne che gestiva l’illecito business veniva sottoposto al collocamento in comunità come disposto dal GIP del Tribunale per i Minorenni di Bologna che accoglieva le richieste della Procura per i minorenni a sua volta concorde con l’esito delle indagini dei Carabinieri di San Polo d’Enza.