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Dislessia e disturbi dell’apprendimento nell’adulto. Giornata di approfondimento domani a Reggio Emilia

Genetica, Cervello e Ambiente nella dislessia questo il titolo della ottava edizione dell’annuale seminario di aggiornamento che domani, venerdì 12, nella sede dell’Auditorium Malaguzzi di Reggio Emilia, sarà dedicato a un fenomeno importante e sottovalutato: dislessia e disturbi dell’apprendimento nell’età adulta (DSA).

Patrocinato dalla Associazione Italiana Dislessia, l’evento formativo di rilievo nazionale è stato organizzato dall’IRCCS Arcispedale S.Maria Nuova in collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia (Dipartimento Educazione e scienze Umane e Servizio Accoglienza studenti disabili e dislessici) e la Fondazione italiana Dislessia.

La dislessia e gli altri disturbi specifici di apprendimento rappresentano un problema sociale di grande impatto: le stime più prudenti evidenziano che interessa il 3,5% della popolazione scolastica, quindi migliaia di ragazzi, ma molti casi rimangono misconosciuti. Avviene specialmente nella realtà italiana che può contare solo da pochi anni su una legge di tutela (L.170/2010) cui si affiancano procedure diagnostiche e gestionali condivise.

L’edizione 2015 del seminario vede la partecipazione della Fondazione Italiana Dislessia, in qualità di sponsor. Saranno affrontati i temi relativi alle basi neurobiologiche dei DSA, in particolare gli aspetti genetici (la familiarità è del 40%), e delle scoperte ottenute con le nuove tecniche di neuroimaging. Non mancheranno, inoltre, interventi riferiti al mondo della scuola e alle ricadute sul mondo del lavoro, tema inedito per il nostro paese.

Come spiega il dott Enrico Ghidoni, neurologo del Santa Maria Nuova ed esperto di dislessia “La situazione degli adulti con DSA è un mondo quasi inesplorato. Sebbene la legge preveda una tutela del percorso scolastico e professionale sino agli studi universitari, questa è subordinata alla formalizzazione della diagnosi, passaggio difficile da compiere. Superato il 18° anno di età, infatti, cessa la competenza delle strutture di neuropsichiatria infantile e non c’è offerta di servizi diagnostici specifici per gli adulti”.

Per affrontare questa lacuna, l’Università di Modena e Reggio Emilia e l’Arcispedale S.Maria Nuova hanno messo a punto nel 2008, su proposta della Associazione Italiana Dislessia, un progetto pilota che ha previsto la attivazione di un percorso di diagnosi dedicato agli adulti con sospetto di dislessia o DSA.

Il servizio è gratuito per gli studenti dell’Università di Modena e Reggio e permette di ottenere,  oltre alla diagnosi, consigli sull’organizzazione delle attività di studio e sulle strategie per affrontare al meglio la carriera scolastica e professionale. Gli altri utenti possono accedere al percorso diagnostico con semplice richiesta del medico curante.

L’attività è in capo alla Struttura Complessa di Neurologia del Santa Maria Nuova e  prevede la somministrazione di una batteria di test di lettura e prove utili a individuare con certezza i casi di dislessia.

Nei circa 8 anni trascorsi dalla attivazione del progetto sono stati diagnosticati 2.000 casi provenienti tutto il territorio nazionale (50% fuori regione), attualmente con una media di 300 all’anno, e l’ambulatorio dedicato è divenuto centro autorizzato dalla Regione Emilia-Romagna per la convalida delle diagnosi svolte da centri privati.

A questa attività si è aggiunto, nel biennio 2012-2014, il coordinamento nazionale del Progetto Diagnosi, iniziativa voluta dalla Associazione Italiana Dislessia e dalla Fondazione Telecom Italia che ha permesso di produrre oltre 1200 diagnosi su soggetti adulti.

Come spiega il dott Ghidoni: “I dati epidemiologici e neuropsicologici raccolti costituiscono la più vasta casistica su questo tema a livello nazionale e una delle maggiori a livello mondiale. Tale esperienza ci ha permesso di definire un innovativo protocollo di esame che porta a diagnosi molto più veloci: i dati recentemente pubblicati mostrano che in oltre il 60% dei casi gli adulti dislessici non erano stati diagnosticati al momento giusto, vale a dire in età evolutiva. È emersa, inoltre, l’altissima frequenza di disturbi dell’apprendimento associati tra loro, quindi non isolati”.

 

















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