In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il prossimo 20 giugno, il progetto SPRAR del Comune di Bologna organizza il convegno “Ma dopo, cosa fanno? Incontro sull’integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati”. L’appuntamento è alla Manifattura delle Arti – Arcigay “Il Cassero” di via don Minzoni 18, dalle 9,30 alle 13. Il convegno riguarda i percorsi di integrazione sociale dei richiedenti asilo dopo la prima accoglienza. Nel cammino che ogni richiedente segue per inserirsi nella società di accoglienza entrano in gioco diversi fattori: i progetti di accoglienza strutturale, l’acquisizione delle necessarie competenze linguistiche, l’orientamento lavorativo, i percorsi specifici per i minori. Questi i temi che verranno trattati nei 4 tavoli tematici composti da operatori, esperti e pubblico: SPRAR, Minori, Italiano L2, Lavoro.
Questo il programma completo del convegno http://bit.ly/1Iy9bAb.
È necessario compilare il modulo on line per l’iscrizione: http://bit.ly/1AC6Fpn.
Alla giornata mondiale del rifugiato e al progetto SPRAR è collegato anche lo spettacolo teatrale “Gli acrobati”. Studio numero I sull’arte di camminare sul filo (spinato), a cura di Cantieri Meticci, con la regia e drammaturgia di Pietro Floridia, che andrà in scena il 20 e 21 giugno alle 21 a Villa Aldini, in via dell’Osservanza 35/a. Lo spettacolo è parte della rassegna Il mare in cortile che si svolge nell’ambito di bè bolognaestate 2015 e porta in scena, oltre all’orchestra di Cantieri Meticci, più di 20 attori tra italiani, rifugiati politici e richiedenti asilo del progetto SPRAR. Gli acrobati. Se la tua vita somigliasse ad un numero di circo, che numero sarebbe? Che ne è dell’equilibrio (psichico) di un palestinese che si cala in un ebreo che si cala in un nazista? L’arte salva l’anima? O salva la pelle? O non salva né l’una né l’altra? La Storia è più simile ad un binario o ad una ruota (di bicicletta)? Queste alcune delle domande che hanno attraversato il cammino creativo del nuovo spettacolo dei Cantieri Meticci. Ispirandosi liberamente ad un racconto di Nathan Englander che narra del rocambolesco tentativo di salvarsi fingendosi acrobati, da parte di un intero villaggio di ebrei durante la seconda guerra mondiale, Cantieri Meticci propone un primo studio di un cammino di ricerca che continuerà a lungo circa i rapporti tra arte e sopravvivenza.