I Carabinieri del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo, sabato 3 ottobre, hanno tratto in arresto, in esecuzione di decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Modena, l’imprenditore C.T. modenese classe ‘54, residente in provincia di Parma, a carico del quale sono stati raccolti gravi indiziati circa una tentata estorsione aggravata continuata operata dallo stesso nei confronti dei vertici della “Banca Popolare dell’Emilia Romagna”.
L’uomo, mediante lettere intimidatorie contenenti esplicite minacce di morte a firma di un fantomatico gruppo criminale denominato “Falange armata contro le banche” e telefonate dirette anche ai familiari dei destinatari, aveva, a partire dal mese di settembre scorso, preteso la consegna di quattro milioni di euro, a titolo di risarcimento per presunte vessazioni subite dai risparmiatori ad opera del sistema bancario.
Le indagini, intraprese dai Carabinieri di Modena e coordinate dalla locale Procura a seguito delle denunce sporte dalle vittime, hanno consentito di identificare l’autore degli scritti e delle chiamate estorsive nell’imprenditore il quale, a causa del dissesto finanziario della società di servizi (oggi fallita) della quale era amministratore, si era trovato nell’impossibilità di far fronte al pagamento delle rate relative ad alcuni mutui accesi presso una filiale proprio della stessa “BPER Banca” per l’ammontare di oltre 300.000,00 euro, con conseguente pignoramento di alcuni immobili di proprietà della sua famiglia.
Le perquisizioni effettuate sulla sua vettura, a casa ed in ufficio, hanno permesso di rinvenire in disponibilità del C.T. nuove lettere estorsive non ancora recapitate ed indirizzate anche ad altri consiglieri del medesimo gruppo bancario, fotografie ed annotazioni riportanti orari relativi agli spostamenti delle vittime e dei loro familiari, nonchè schede telefoniche, computer e vari supporti informatici che sono stati quindi sequestrati.
Durante le indagini l’uomo, che pur essendo incensurato annovera precedenti di polizia per truffe, si era spinto fino al punto non solo ad effettuare chiamate anonime da cabine telefoniche per non essere rintracciato ma addirittura, dimostrando notevole pericolosità, veniva seguito e ripreso dai Carabinieri mentre effettuava appostamenti e pedinamenti nei pressi delle abitazioni e dei luoghi di lavoro delle vittima e dei loro famigliari.
Il fermato è stato tradotto sabato al S.Anna in attesa del giudizio di convalida del provvedimento di fermo che si è svolto nella mattinata odierna: il GIP ha confermato l’impianto accusatorio ed ha disposto nei confronti dell’indagato la misura cautelare degli arresti domiciliari.