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Modena: operazione kammello, in manette il capobanda

Prima ha tentato la fuga calandosi da una finestra, poi ha cercato di fornire generalità false. Tutto inutile: Said Kadari 36enne nato a Casablanca in Marocco è stato ammanettato lunedì verso mezzogiorno dagli agenti della Polizia Municipale in un appartamento al secondo piano di un condominio in via Forlanini.

In ottobre era sfuggito alla trappola tesa dagli uomini del Nucleo di sicurezza, in cui erano finiti altri tre spacciatori, e da allora era ricercato. Così il personale di viale Amendola aveva messo sotto stretta sorveglianza l’appartamento in zona Giardini in cui viveva, agli arresti domiciliari, la cognata, anch’essa di nazionalità marocchina. Ed è qui che, dopo un periodo di latitanza trascorsa nel paese d’origine, Said Kadari è tornato, sperando di passare inosservato.

L’uomo viene considerato il capo di un’organizzazione smantellata a meta di ottobre dal personale di viale Amendola che portò all’arresto di tre persone e al sequestro di un chilo e mezzo di cocaina. La droga proveniva in treno dall’Olanda ed era conservata in sacchetti per la vendita di bulbi di tulipani. Finirono in carcere Jamal Outmani, 23 anni, nato a Tarragona, e le sorelle Merien e Najma Masmod, nate a Casablanca, entrambi residenti a Modena in via Forlanini. Da tempo il quartetto avevano avviato una fiorente attività di spaccio: Kadari era il regista, Outmani seguiva il mercato con vendite rilevanti di cocaina, Najma si occupava della vendita al dettaglio ai tossicodipendenti. Margibnale il ruolo dell’altra donna. La droga arrivava via treno dall’Olanda, passava per Milano e giungeva a Modena con corrieri diversi in valigie con il doppio fondo. Un’auto, una Fiat Tipo parcheggiata tra via Donatori di sangue e via Avanzini, serviva da magazzino; qui Jamal Outmani si recava ogni volta con una seconda automobile – una Daewoo – per prelevare la droga richiesta dalla clientela. Per cedere la cocaina, l’uomo sceglieva sempre luoghi diversi e molto frequentati, come parcheggi di supermercati, parchi, chiese e scuole. E proprio davanti alle aule di via del Luzzo, alcuni genitori notarono strani movimenti che furono prontamente segnalati al Vigile di prossimità. Presero così il via le indagini dell’operazione denominata Kammello, coordinate dal Pubblico Ministero Fausto Casari, che portarono ai due arresti. Outmani fu individuato e fermato, al termine di un breve inseguimento, subito dopo che si era rifornito di droga dall’auto-magazzino. L’auto fu lasciata sul posto dai vigili per cercare di arrestare anche Said Kadari, considerato il cervello della banda. Forse il marocchino percepì il pericolo e fece perdere le proprie tracce. Lunedì invece è tornato “sul luogo del delitto” e per lui sono scattate le manette.

















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