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Stroncata dalla Polizia di Stato di Reggio un’associazione a delinquere finalizzata all’emissione di fatture per operazioni inesistenti

poliziaAlle prime ore dell’alba, personale della Squadra Mobile, nell’ambito di un’articolata attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, ha dato esecuzione a sei misure cautelare emesse dal G.I.P. del Tribunale di Reggio Emilia su richiesta della medesima Procura, a carico di altrettanti soggetti gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata all’emissione per operazioni inesistenti, fatturazioni false, estorsione ed usura.

In particolare le indagini hanno preso avvio da una denuncia fatta in ragione di un’attività di estorsione ed usura commessa in danno di un giovane da parte di E.S.; l’indagato, con modi violenti e minacciosi (emblematica la frase “…se non mi porti i soldi, ti sparo in bocca…”), a fronte di un prestito iniziale di 7.000 euro si è fatto rimborsare dopo quattro giorni la somma di 7.700 euro con un tasso di 912% e, successivamente, a fronte di altro prestito di 7.000 euro richiedeva la restituzione, dopo 6 mesi di 16.000 euro con un tasso usurario pari al 298%.

Le indagini, particolarmente complesse e sviluppatesi su plurimi fronti, hanno consentito di individuare una società “cartiera”, la “Full Trade”, utilizzata al solo scopo di emettere – si legge nella nota della Questura -, in via continuata e sistematica, fatture relative ad operazioni inesistenti. In tal modo gli indagati ottenevano una duplice utilità: consentire, da un lato, ad imprese compiacenti di abbassare il proprio imponibile fiscale – in modo da favorirne l’evasione fiscale –  ed assicurarsi, dall’altro, di incassare i rimborsi IVA derivanti dalle operazioni inesistenti. Per dare un’idea del giro di affari illeciti si pensi che, in un anno, gli indagati emettevano operazioni inesistenti per 1.883.777,33 euro, di cui 1.508.759,74 rappresentava l’imponibile ed euro 331.994.56 l’IVA.

La società cartiera era formalmente intestata ad uno dei destinatari della misura, M.C., che si occupava, anche, di prelevare da vari sportelli bancomat, in modo da monetizzarli, i bonifici pervenuti dalle società compiacenti.

La società cartiera era diretta, invece, da G.M., da S.C. e da un terzo, su cui sono ancora in corso le ricerche, che si occupavano, anche, di procacciare le società interessate all’emissione di fatture false.

Coinvolto nel giro di fatture vi era anche un commercialista, G.N., che, consapevolmente, offriva la propria competenza professionale per garantire un’apparenza di legalità alla società cartiera che, infatti, stabiliva, fittiziamente, la propria sede legale presso un immobile di proprietà della famiglia del professionista.

I destinatari di misura cautelare sono: M.C., classe 1983 residente in provincia di Reggio Emilia, destinatario della misura detentiva degli arresti domiciliari; S.C., classe 1968 residente in provincia di Verona, attualmente detenuto per altra causa, destinatario della misura detentiva degli arresti domiciliari; G.M., classe 1986 residente in provincia di Reggio Emilia, destinatario della misura dell’obbligo di firma; G.N., classe 1964 residente in provincia di Reggio Emilia, destinatario della misura dell’obbligo di firma; E.S., classe 1967 residente in provincia di Reggio Emilia,, destinatario della misura detentiva degli arresti domiciliari.

Una sesta misura cautelare è stata spiccata a carico di un sesto soggetto attualmente ricercato.

















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