Giovedì, a Roma, l’ACI presenta uno studio molto articolato su quelli che sono gli effetti dell’inquinamento nei confronti dell’ambiente, sull’economia, sulle politiche sociali.
“Si tratta di un convegno tecnico, uno dei tanti che l’ACI sviluppa, in cui si guarda a 360° su quelle che sono le problematiche legate allo sviluppo nel mondo delle società più industrializzate ma anche alle responsabilità che l’individuo deve avere nei confronti di se stesso e dei suoi simili. -commenta l’ing. Orlandi presidente dell’Automobile Club Modena-. Vi si analizzano quindi le componenti del vivere quotidiano: dalla percentuale di rifiuti prodotti, alla produzione del benessere personale (riscaldamento domestico ed igiene) a quello imposto dagli spostamenti da e per il luogo di lavoro, come pure quella percentuale di inquinamento pubblico che nasce, ad esempio, per la produzione dell’energia elettrica. Gli studi dell’ACI sono sempre ad ampio raggio e non solo concentrati sull’automobile”.
Ne vuole essere una strenua difesa?
“Assolutamente, questo non ne è lo scopo finale. Tutti sanno che l’automobile, anzi il suo uso smodato, ha le proprie responsabilità: ma l’inquinamento è figlio di tanti padri e non mi pare che si risolva penalizzando l’auto. Quest’ultimo, di certo, deve ottemperare alle necessità imposte da quell’accordo di Kyoto che ha come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente e quindi svolgere la propria parte. Non vorrei che parlare tanto dell’automobile fosse un escamostage per distrarre l’attenzione dal problema globale”.