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Abusivismo e contraffazione nel commercio su aree pubbliche, anche in Emilia Romagna fenomeno allarmante

Anche in Emilia Romagna il commercio ambulante rappresenta una realtà economica importante, oltre che una forma distributiva ricca di storia e tradizione: conta ben 9.327 imprese attive, 12.961 addetti, che effettuano il 9% circa delle vendite sul totale della distribuzione e svolgono un servizio diffuso sul territorio; tale forma di vendita è presente nelle città, ma anche nelle zone rurali e dove sono poco diffuse altre attività commerciali.

Si tratta però di uno dei comparti maggiormente colpiti da abusivismo e contraffazione, sia a livello nazionale che regionale.

In Emilia Romagna Anva-Confesercenti, l’associazione più rappresentativa del settore, ha stimato un giro d’affari di 180 milioni di euro annui: tanto è il “fatturato” delle attività abusive nel solo commercio su aree pubbliche a livello regionale, con 77 milioni di euro di conseguente mancato gettito fiscale.

L’esercito di venditori irregolari rischia perciò di mettere in ginocchio il commercio ambulante: si tratta di migliaia di soggetti fuori dalle regole in parte gestiti e sfruttati dalla criminalità che erodono in misura continua e crescente il fatturato delle imprese legali del commercio ambulante.

Infatti, Anva-Confesercenti stima in 934 il numero di irregolari che in Emilia Romagna “assedia” i mercati regolari cercando di intercettare la clientela in loro prossimità, e in 3.000 e oltre gli abusivi che nei mesi estivi si muovono quotidianamente lungo le spiagge della Costa; così come sono valutati in circa 400 i mercatini del riuso, degli hobbisti, delle opere dell’ingegno e artistici per circa 22.000 posteggi da considerarsi in gran parte abusivi.

Nel settore dell’antiquariato e del modernariato il volume di affari dei cosiddetti “hobbisti” e degli abusivi supera addirittura il 50% dei consumi del settore; in proposito Anva-Confesercenti rinnova la richiesta alla Regione Emilia Romagna di far rispettare in tutto il suo territorio la Legge regionale sugli hobbisti e di ritirare la delibera sui mercatini del “riuso” che viene utilizzata strumentalmente per aggirare tale normativa, con l’accondiscendenza, purtroppo, di taluni Comuni.

Da segnalare, inoltre, che la presenza e la crescita di imprese straniere, che di per sé potrebbe rappresentare un segnale di vitalità del comparto (rappresentano ben il 51,1% del totale delle imprese ambulanti a livello nazionale e il 45,7% a livello regionale), va controllata per verificare se una quota di questo fenomeno non sia solo strumentale per l’ottenimento del permesso di soggiorno: a volte infatti le imprese rimangono inattive o gestite in modo irregolare o sfruttate da reti malavitose.

“Su tutte queste molteplici forme di abusivismo, contraffazione e illegalità chiediamo alle autorità preposte di intensificare i controlli e gli interventi in modo almeno da ridurre le dimensioni del fenomeno – afferma Dario Domenichini presidente Anva-Confesercenti Emilia Romagna – che ha assunto dimensioni e modalità tali da danneggiare pesantemente chi opera in modo regolare; ci aspettiamo inoltre una soluzione definitiva rispetto al problema dei “finti” hobbisti che ormai si trascina da anni”.

“Il commercio su aree pubbliche è un settore vivo e dinamico – sostiene Stefano Bollettinari direttore di Confesercenti Emilia Romagna – ma per competere gli  operatori regolari non devono trovarsi di fronte a una concorrenza sleale così pesante come quella degli abusivi; occorre una nuova politica di controlli che riesca, anche in modo selettivo, a incrociare le banche dati pubbliche ed evitare le iscrizioni “strumentali” nel registro delle imprese, nonché reprimere gli abusivi totali rendendo ancora più semplice e immediato il sequestro e la distruzione della merce abusiva e contraffatta”.

















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