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Al via la settimana prossima la gara per affidare i lavori sulla “zona rossa” della Pietra di Bismantova

Rendering-paramassi-PietraUn momento importante e atteso sopraggiunge per la rupe simbolo dell’Appennino reggiano e del Parco nazionale tosco emiliano: la Pietra di Bismantova, elemento identitario del territorio, inizia a guarire dalla profonda ferita che ha subito lo scorso febbraio, quando un grosso distacco di materiale roccioso dalla parete perpendicolare al sagrato dell’Eremo ha costretto ad interdire l’accesso ad una “zona rossa”, che rappresenta un punto focale per la fruizione religiosa e spirituale, ma anche turistica ed escursionistica della rupe. La prossima settimana il Comune di Castelnovo avvierà la procedura di gara  per i lavori  di “Intervento di somma urgenza per demolizione/consolidamento di lame rocciose in parete della Pietra di Bismantova – area della frana del 13 febbraio 2015”. “Siamo davvero felici – aferma il Sindaco Enrico Bini – di poter finalmente aprire la gara per arrivare ad operare sulla zona rossa, così da mitigare i fattori di rischio al minimo possibile e poterla riaprire. Questa estate la Pietra è stata quasi del tutto fruibile, e devo dire che l’affluenza è stata comunque buona, ma la parte che resta tuttora chiusa è il “centro storico” della Pietra e la nostra intenzione è di andare quanto prima alla sua riapertura. Il distacco di febbraio ha evidenziato comunque che sarà necessario tenere anche da parte dei visitatori un comportamento che richieda qualche cautela in più di approccio alla Pietra, specialmente in questo punto, ma i lavori che sono stati progettati in questi mesi prevedono interventi importanti in grado di consolidare i punti a rischio. E’ stato necessario un periodo più lungo di quanto previsto inizialmente per arrivare alla gara proprio perché è stata effettuata una analisi approfondita sulla roccia, le fessurazioni che presenta, le sue caratteristiche geotecniche, una fase complessa che però era indispensabile per un intervento adeguato”. I lavori sulla parete verranno effettuati per stralci, visto che per la messa in sicurezza complessiva si prevede un importo di circa un milione di euro: gli ultimi mesi hanno dunque visto una analisi e la progettazione dei lavori su tutta la parete dalla “sfinge” fino alla zona oltre la canonica. “Abbiamo individuato un primo stralcio ristretto alla zona di crollo sopra l’eremo – prosegue Bini – e per partire con questo primo stralcio, che avrà un importo di 250 mila euro, abbiamo richiesto anche un contributo al Comitato Eremo (18.000 €) e al Parco nazionale (20.000€) in modo da confezionare un intervento funzionale che consenta di ridurre il rischio nella zona franata con chiodature e disgaggi, e la pulizia del piazzale dai detriti per riaprire la strada e far continuare i lavori al comitato che da alcuni anni operava per il restauro dell’Eremo, fino al giorno del crollo”.

L’opera complessiva di messa in sicurezza di tutta la rupe è programmata per stralci successivi, secondo la priorità imposta dallo studio di pericolosità e il cronoprogramma di cantiere. Una volta individuate le criticità presenti, è stato sviluppato un progetto che garantisca il minor impatto visivo possibile, limitando al massimo le demolizioni e le chiodature che saranno mascherate entro nicchie di alloggiamento opportunamente cementate con materiale proveniente dalla pietra stessa.

I lavori prevedono azioni di pulizia mediante disgaggio leggero mediante calate con funi. Nella seconda fase sarà allestita una barriera paramassi ad elevata energia di assorbimento, con funzione di protezione provvisoria del corpo di fabbrica dell’eremo. La linea sarà allestita a sbalzo in parete. “Questi lavori – conclude Bini – ci consentiranno la riapertura della zona rossa già a termine del primo stralcio. Per noi è un traguardo importante: contiamo di raggiungerlo il prima possibile ma la priorità assoluta resta un intervento eseguito a regola d’arte, e che consenta di accedere all’eremo con un adeguato grado di sicurezza”.

















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