Si è tenuta oggi a Bruxelles l’annuale riunione di autunno dell’European Parliament Ceramics Forum (EPCF), l’intergruppo parlamentare dedicato alla ceramica europea. La riunione è stata l’occasione per portare l’attenzione delle istituzioni comunitarie sui temi di maggior interesse dell’industria ceramica, quali gli strumenti commerciali e le politiche di riduzione delle emissioni di CO2.
La riunione, presieduta dal parlamentare austriaco Paul Rubig, è stata aperta da un intervento di Antonio Tajani, seguito da una prima tavola rotonda con diversi parlamentari membri della Commissione Commercio Internazionale del PE, rappresentanti dell’industria e con il direttore della difesa commerciale della Commissione Europea Leopoldo Rubinacci, che hanno dibattuto la fondamentale questione della concessione o meno alla Cina del riconoscimento di economia di mercato (MES). Tale decisione è cruciale per i suoi effetti sull’efficacia dello strumento antidumping, nel senso che la concessione del MES renderebbe inutilizzabile l’unico vero strumento per contrastare le pratiche di concorrenza sleale cinesi. L’industria sostiene che non esiste un principio di automatismo e che l’Europa dovrebbe allinearsi con gli altri grandi Paesi su questa questione come USA, Brasile, Giappone che sono contrari a tale riconoscimento. Tale posizione è condivisa da tutti i principali settori industriali europei e anche da Business Europe, che rappresenta tutto il mondo imprenditoriale comunitario.
La seconda tavola rotonda, alla quale tra gli altri hanno preso parte Simona Bonafè della Commissione Ambiente del PE e Mattia Pellegrini della Commissione Europea, ha avuto come oggetto l’ETS, il sistema europeo di scambio dei permessi di emissione di CO2, questione centrale nella strategia comunitaria volta alla riduzione delle emissioni clima alteranti. L’efficacia dello strumento sulle emissioni globali è peraltro limitatissima, esso è applicato unilateralmente dalla UE alle sole emissioni industriali (complessivamente la UE emette meno del 9% del totale mondiale). Un meccanismo eccessivamente complicato i cui oneri complessivi pesano in modo particolare sulle piccole e medie imprese che, soprattutto se esposte alla concorrenza internazionale, subiscono una significativa penalizzazione. L’Autorità olandese ha avanzato 28 proposte di semplificazione, la maggior parte delle quali deve essere applicata a livello UE. L’occasione da non perdere è la nuova direttiva per il periodo post 2020, attualmente in corso di definizione.