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Chiostri di San Pietro, presentato il progetto di riqualificazione e valorizzazione cuturale ed il Laboratorio di innovazione sociale

RED_1526-(2)L’avvio del programma regionale di finanziamento Por-Fesr Emilia-Romagna 2014-2020, in particolare per quanto riguarda l’Asse 6 “Città attrattive e partecipate”,  volto da un lato alla creazione di Laboratori aperti di innovazione sociale, creatività e digitale, e d’altro lato alla qualificazione e promozione di Beni culturali, costituisce un’occasione imperdibile per Reggio Emilia.
Partecipare al programma regionale, con un progetto specifico, e accedere al finanziamento significa infatti creare nei Chiostri di San Pietro – sul piano dei contenuti – un punto di riferimento attrattore di innovazione sociale e digitale, creatività e partecipazione con la creazione di un Laboratorio aperto, accanto al potenziamento della già consolidata vocazione di polo culturale-espositivo di rilevo internazionale (ad esempio, Fotografia Europea). E significa, nello stesso tempo – sul piano del contenitore – proseguire nella riqualificazione e quindi nel Recupero architettonico e funzionale dell’antico complesso benedettino.
Si può parlare dunque di un intervento ‘integrato’, sia per la valorizzazione del bene culturale, sia per la realizzazione del Laboratorio aperto, con l’obiettivo di restituire a pieno il grande complesso, in modo da riconsegnarlo alla città nella sua piena fruibilità (anche in inverno).

La doppia valenza del nuovo progetto per i Chiostri di San Pietro è stata presentata alla stampa dal sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi e dall’assessore ad Agenda digitale e Partecipazione Valeria Montanari, insieme con il direttore dell’Area competitività e innovazione sociale del Comune di Reggio Emilia, Massimo Magnani.

“Il Laboratorio aperto – ha spiegato l’assessore Montanari – sarà a disposizione di cittadini, associazioni e imprese sociali per fare innovazione: sarà un luogo dotato di tecnologia, dove la città potrà venire a sperimentare e prototipare progetti e idee, per pensare concretamente di metterle in produzione. Se un’associazione o un cittadino hanno un’idea o un progetto di valore nell’ambito dell’innovazione sociale, qui troveranno lo spazio per poterlo sperimentare. Gli spazi saranno dati in gestione ad un soggetto attuatore (di natura privata o pubblico-privata) – come previsto dal bando – che avrà la funzione di animare il laboratorio, di renderlo accessibile, e costruire le condizioni per predisporre progetti, prodotti dell’artigianato digitale, fare formazione e attività di promozione culturale.
“Sarà una ‘infrastruttura delle persone’ – ha sottolineato l’assessore – dove la città collabora nel dare risposte e soluzioni a bisogni e problemi, con un percorso che premia e mette in valore la struttura sociale reggiana, secondo una strategia di governance condivisa e rigorosa anche sul piano scientifico. Il bene monumentale vedrà rafforzata la sua vocazione culturale: grazie al restauro sarà fruibile per tutto l’anno, e inoltre il sistema di innovazione sociale potrà animare anche le attività del chiostro grande e del chiostro piccolo, costruendo le condizioni perché questo spazio della città diventi un vero e proprio luogo ‘produttore’ di cultura”.

“Parliamo di uno dei principali progetti che l’Amministrazione comunale svilupperà nel corso di questo mandato – ha detto il sindaco Vecchi – La finalità è duplice: da  una parte attivare con il Laboratorio un nuovo elemento di innovazione sociale e dall’altra valorizzare ulteriormente sul piano architettonico e culturale il prezioso contenitore dei Chiostri di San Pietro. Fra i risultati attesi abbiamo una maggiore attrattività e un potenziamento dell’attività pubblica che si svolge in questo luogo, con benefici anche per l’ambito del Centro storico in cui i Chiostri sono inseriti.
“Il progetto di valorizzazione, che intercetta finanziamenti europei e regionali – ha aggiunto il sindaco – si aggiunge alle azioni su altri edifici a vocazione culturale, come quello per il teatro Ariosto, in via di completamento, o alla biblioteca Panizzi, con la recente riproposizione, in una chiave aggiornata e più fruibile, di servizi come la biblioteca dei Ragazzi. Sul piano più strettamente culturale e di ‘promozione artistica’, oltre ad ospitare gli eventi consolidati che conosciamo, a cominciare da Fotografia Europea, i Chiostri di San Pietro entrano in maniera sempre più esplicita nel dialogo e nella sinergia con altri contenitori prestigiosi, quali palazzo Da Mosto, palazzo Magnani e i Chiostri di San Domenico”.

Il direttore d’Area Magnani ha illustrato gli interventi di riqualificazione, il quadro dei finanziamenti e degli investimenti ed i tempi di realizzazione. Il contributo complessivo della Regione Emilia-Romagna è di tre milioni di euro, a cui si aggiunge il finanziamento comunale pari a 750.000 euro. Per le operazioni ‘ materiali’ di riqualificazione e restauro l’investimento è previsto in due milione e 200mila euro; per la realizzazione del Laboratorio, circa un milione e 250mila euro. Sono previsti: nel 2016 l’ultimazione della progettazione e l’assegnazione dei lavori, intorno alla metà del 2017 la conclusione dei lavori e attivazione del Laboratorio.

OBIETTIVI E RISORSE – Le risorse Por Fesr destinate dalla Regione a Reggio Emilia ammontano a:
–        401.371 euro per attività di promozione e sviluppo dell’attrattività del luogo;
–        1.000.000 di euro per i Laboratori aperti;
–        1.600.000 euro per la qualificazione dei contenitori/beni culturali (Chiostri);

Il programma di finanziamento regionale Por Fesr 2014-2020, rivolto alle Autorità urbane (i Comuni) delle città emiliano-romagnole, si prefigge infatti un duplice scopo:
–        perseguire il recupero e la valorizzazione del patrimonio architettonico di alto valore storico, artistico e testimoniale;
–        promuovere la collocazione all’interno del complesso architettonico riqualificato di processi di innovazione sociale ed economica.
Il patrimonio storico-architettonico da riqualificare è individuato come un elemento identitario forte, il contenitore in grado di stimolare l’attrattività del territorio e innescare processi di rivitalizzazione urbana.
I processi di innovazione socio-economica costituiscono il contenuto e sono rappresentati dai Laboratori aperti, che nel complesso architettonico trovano collocazione. I Laboratori aperti sono intesi come spazi attrezzati con soluzioni tecnologiche avanzate in cui si sviluppano forme strutturate e innovative di confronto, cooperazione e collaborazione tra imprese, cittadini, terzo settore, Università, mondo della ricerca, Pubblica amministrazione e in generale tra tutti gli attori che hanno un ruolo significativo nella trasformazione della società dell’informazione in ambito urbano.
L’Amministrazione comunale di Reggio Emilia ha aderito dunque al programma come autorità urbana, delineando la propria specifica Strategia di sviluppo urbano, che contempla, all’interno della visione strategica complessiva di città, l’intervento di valorizzazione dell’ex complesso benedettino per l’insediamento del Laboratorio aperto di Reggio Emilia.

I CHIOSTRI – Il complesso dell’ex monastero benedettino dei Santi Pietro e Prospero, denominato comunemente Chiostri di San Pietro, costituisce uno dei più pregevoli monumenti di Reggio Emilia, da tempo nella disponibilità del patrimonio comunale. L’edificio, attribuito in parte alla mano di Giulio Romano, costituisce un esempio di rilievo nazionale di architettura manierista, di altissimo pregio storico-architettonico.
Attualmente il complesso, oggetto di un restauro rimasto incompiuto, ospita eventi temporanei ad ampio richiamo di pubblico, configurandosi come un palcoscenico di arte, cultura, innovazione, socialità di rilevanza internazionale.
Il complesso rappresenta già ad oggi un attrattore ad altissimo potenziale e con considerevoli margini di sviluppo, grazie all’ampia dotazione degli spazi e alla posizione nodale nel centro storico, all’interno della rete degli “attrattori” culturali: Palazzo dei Musei, Spazio Gerra, Chiostri di San Domenico, palazzo Magnani, palazzo da Mosto.

Il suo potenziale è in realtà insito non solo nella sua natura di luogo di arte e cultura, ma anche nella sua vocazione di naturale polarità per attivare un nuovo dinamismo nel centro storico, grazie alla possibilità di insediamento di nuove attività di interesse sociale ed economico, che potenzieranno l’attrattività di questa parte di città anche al di là della sua attuale e più consolidata vocazione commerciale e culturale.

IL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DEL BENE CULTURALE – L’intervento di recupero del complesso monumentale e degli edifici di servizio sarà articolato per stralci successivi, in funzione delle risorse a disposizione dell’Amministrazione.
Qui si parla esclusivamente del primo stralcio funzionale, co-finanziato per l’80% delle risorse dalla Regione Emilia-Romagna. Lo stralcio Uno prevede il completamento del restauro del complesso monumentale al piano rialzato e in parte del piano seminterrato; la ristrutturazione di parte degli attuali edifici di servizio (piano terra e primo); la realizzazione di un nuovo corpo di fabbrica al posto dei corpi di servizio di minore valore; la riqualificazione delle aree cortilive esterne.
L’importo dei lavori per la valorizzazione del bene culturale ammonta appunto a 2.200.000 euro, co-finanziati per un massimo dell’80% dalla Regione; il rimanente 20% è finanziato dal Comune di Reggio Emilia.

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In dettaglio, il progetto riguarda:

Complesso monumentale
Il complesso monumentale è destinato a spazi per eventi culturali temporanei, mostre e spettacoli e a spazi polifunzionali.
In particolare il piano rialzato ospita, oltre alla biglietteria, al bookshop, alla guardiania correlati alle attività temporanee, anche spazi che, ad eccezione che nei mesi di maggio e giugno, verranno utilizzati come laboratorio aperto (sala per almeno 50 posti e servizi adiacenti) anche in sinergia con l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.
Al piano interrato, l’area interessata dall’intervento è destinata ad ospitare il blocco dei servizi igienici e degli spogliatoi (funzionali questi ultimi agli eventi temporanei).
L’accesso avviene attraverso un nuovo ascensore e da un accesso a livello del cortile.

Edifici di servizio
Il progetto riguarda anche la ristrutturazione dell’edificio di servizio a Est, la demolizione dei corpi di fabbrica e la costruzione di un nuovo edificio a Nord.
Nell’edificio da ristrutturare, l’intervento prevede la revisione ai piani terra e primo del layout distributivo (suddivisione degli spazi) con la demolizione di pareti divisorie, il rifacimento delle finiture e degli impianti, il consolidamento statico di murature e coperture, secondo un approccio “di minima” che tende a valorizzare, seppure nella sua semplicità, il manufatto esistente senza apportarvi modifiche sostanziali, che ne snaturerebbero la configurazione. In tale fabbricato troveranno collocazione le attività del laboratorio aperto.
A seguito della demolizione dei fabbricati a Nord, è prevista la realizzazione di un edificio ex novo che ospiterà il Laboratorio aperto e una caffetteria. Per garantire maggiore respiro all’intervento, rispetto all’area a parcheggio a Nord, adiacente e di proprietà di Ausl, è prevista la formalizzazione dell’accordo con la stessa Ausl per la concessione della relativa proprietà.
In coerenza con le prescrizioni delle linee guida della Regione, si prevede in dettaglio di collocare negli spazi degli edifici di servizio e del nuovo corpo di fabbrica:
–        uno spazio co-working e di lavoro collaborativo al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
–        uno spazio per momenti di aggregazione/assembleari (con capienza minima di 50 persone) al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
–        tre spazi LAbsSPACE (da dedicare alla sperimentazione di tecnologie e software, dotati di tavoli per il lavoro collaborativo e di strumentazione per la presentazione di informazioni) al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
–        caffetteria al piano terra del nuovo corpo di fabbrica;
–        tre spazi per riunioni e meeting (con capienza minima 10 persone) al piano terra del fabbricato ristrutturato;
–        uffici, al piano primo del fabbricato ristrutturato;
–        locali tecnici e di servizio;
–        servizi igienici.

Aree cortilive: un nuovo giardino pubblico
Il progetto riguarda la revisione dei percorsi di accesso, anche in funzione dell’abbattimento delle barriere architettoniche, la pavimentazione, l’arredo urbano, l’allestimento e il progetto del verde degli spazi aperti.
Gli spazi esterni verranno concepiti come ‘permeabili’ alla città in ogni giorno della settimana, ed attrezzati a giardini aperti al pubblico passaggio in determinati orari, con distese all’aperto, sedute e vegetazione ombreggiante.
Le differenze di quota verranno trattate con minimi dislivelli (gradinate) e rampe (realizzate secco e reversibili); i materiali utilizzati per arredi e pavimentazioni saranno concepiti in modo tale da enfatizzare la dimensione dei chiostri come di un gradevole giardino urbano per la sosta e l’aggregazione, nel cuore della città.

IL LABORATORIO APERTO – Il Laboratorio aperto, che troverà collocazione all’interno degli spazi ristrutturati dell’ex complesso benedettino, e in particolare negli edifici di servizio, è inteso come un insieme di spazi attrezzati con soluzioni tecnologiche avanzate in cui si sviluppano forme strutturate e innovative di confronto, cooperazione e collaborazione tra imprese, cittadini, terzo settore, Università, mondo della ricerca, Pubblica amministrazione e in generale tra tutti gli attori che hanno un ruolo significativo nella trasformazione della società dell’informazione in ambito urbano.
In linea di massima, il progetto del Laboratorio di Reggio Emilia gravita attorno a tre assi principali:
– innovazione sociale;
– creatività;
– partecipazione.
L’intenzione è di costruire un nuovo modello integrato di governance: ‘dall’alto’ – attraverso la co-progettazione con stakeholders istituzionali – per sviluppare strategie e azioni sul territorio, capaci di intercettare le nuove tendenze in ambito di innovazione sociale, sharing economy, cultura collettiva e tradurle in possibili iniziative imprenditoriali; ‘dal basso’, con la comunità nel suo complesso, in modo da costruire con la città singole proposte progettuali, funzionali a soddisfare bisogni ed esigenze collettivi, in una logica di partecipazione e di responsabilizzazione condivisa dei cittadini.
Il tema chiave del Laboratorio aperto di Reggio Emilia sarà l’innovazione sociale intesa, in maniera estesa, per la costruzione di processi innovativi, nuove forme organizzative e imprenditoriali e reti relazionali in grado di rispondere con prodotti e nuovi servizi a forte connotazione tecnologica ai bisogni sociali insoddisfatti o alle opportunità del nostro territorio.
Il Laboratorio sarà comunque permeabile a tutte le traiettorie di sviluppo che avranno come baricentro la crescita socio-ecomomica e culturale della persona e della comunità agendo con logiche di innovazione aperta e di partecipazione attiva: in questo modo si intende prefigurare il tematismo del laboratorio come un solido driver per lo sviluppo della città nel medio–lungo termine, garantendone la sostenibilità economico-finanziaria nel tempo e la capacità di auto-alimentarsi autonomamente anche una volta conclusa l’erogazione dei fondi regionali.

L’intervento integrato sui Chiostri di San Pietro – sia relativamente alla valorizzazione del bene culturale, sia all’allocazione del Laboratorio aperto – intende dunque configurare sempre di più l’ex complesso benedettino come vetrina delle nostre eccellenze culturali, artistiche, creative, come luogo identitario del nostro pensiero di cittadinanza attiva, come nodo strategico di una importante rete di innovazione sociale, culturale, tecnologica  ed economica sia a livello nazionale che internazionale.

 

Nelle fotografie: alcuni scorci degli edifici, allo stato attuale, attigui ai Chiostri di San Pietro che verranno riqualificati e destinati a Laboratorio

















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