Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ha partecipato alla recente Conferenza delle Parti (COP 21) delle Nazioni Unite per il Clima (UNFCCC), l’evento parigino dedicato al clima ed al riscaldamento globale, attraverso due testimoni diretti: il tecnico dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – DIEF Luca Lombroso, che nelle sessioni cui è intervenuto ha potuto portare la ricca e lunga raccolta di dati ed osservazioni che compongono il patrimonio di conoscenze dell’Osservatorio Geofisico di Modena, risalenti indietro nel tempo fino al 1830 e la Direttrice della Biblioteca Universitaria Interdipartimentale (BUI) di Reggio Emilia Pinuccia Montanari.
“Emozionante– ha detto al termine di questo appuntamento Luca Lombroso di Unimore – seguire dal vivo le dichiarazioni dei grandi del pianeta terra, daBanKi Moon che ha detto che <La conferenza di Parigi è un esito fondamentale per tutta la storia del pianeta>, a Claudia Salerno, rappresentante del Venezuela, la quale fu molto critica alle conferenze di Copenhagen e Cancun contro i paesi più ricchi, la quale questa volta ha affermato che <Dobbiamo dare un riconoscimento al Santo padre Papa Francesco I per l’ispirazione che ci ha dato con l’enciclica Laudato sì>, a John Kerry per gli Stati Uniti, il quale ha definito il testo finale <Un accordo che ci consentirà di prepararci al cambiamento climatico>, alla Segretaria esecutiva Unfccc Christiana Figueres che ha così commentato l’evento <La. COP migliore della storia, con un accordo di visione a largo raggio, un accordo di compromesso per lo sviluppo, una chiamata inequivocabile per il mondo”.
Dal 7 al 9 dicembre a Parigi c’era in rappresentanza di Unimore anche Pinuccia Montanari, invitata dalla Fondazione ICEF, presieduta dal Presidente onorario della Corte Suprema di Cassazione, nonché Vice Presidente dei giudici europei per l’ambiente Amedeo Postiglione. In questa occasione è stato presentato, assieme alla prof.ssa Maria Rosa Ronzoni dell’Università di Bergamo, la banca dati sui disastri ambientale elaborata dall’ateneo lombardo in collaborazione con il Progetto Sostenibilità ambientale dello Sistema Bibliotecario d’Ateneo (SBA) di Unimore. La presentazione è avvenuta sia presso la sede della Conferenza COP21 a GenerationsClimat che presso la sede di Parigi dell’Unesco, con la collaborazione della Fondazione Jacques Cousteau.
“L’accordo di Parigi, in qualsiasi prospettiva lo si veda, – è il commento del meteorologo Luca Lombroso -è un passo storico. Viene stabilito per la prima volta, in modo politicamente vincolante, un limite di massimo riscaldamento planetario, inferiore di ben 2ºC rispetto all’era preindustriale ed entro il 2100, facendo tutti gli sforzi per limitarlo a 1.5ºC. Sono previsti, poi, controlli e revisioni periodici degli impegni, stanziamenti economici consistenti, 100 miliardi di dollari all’anno dal 2020 a carico dei paesi industrializzati per aiutare i paesi in via di sviluppo, impegni per l’adattamento, il trasferimento tecnologico, meccanismi per difendere le foreste e varie altre questioni. Vi sono, soprattutto, una serie di importanti principi di riconoscimento di vari diritti, fra cui i diritti umani, l’equità di genere, dei bambini, dei popoli indigeni, dei migranti ed equità intergenerazionale. Inoltre, si stabiliscono impegni di riduzione delle emissioni ma con un approccio nuovo, dal basso, ovvero non sono <imposte> con una tabella ma sono state presentate, e recepite nell’accordo, le <intenzioni di riduzione> (INDC l’acronimo delle nazioni unite) presentate da quasi tutti i paesi del mondo che coprono oltre il 90% delle emissioni. L’Italia, insieme all’Unione europea, ha una road map che porterà alla riduzione delle emissioni serra del 40% entro il 2030 rispetto all’era industriale. Gli impegni dovranno essere aggiornati e resi più ambiziosi ogni 5 anni. Certo, non è un accordo perfetto, ma il migliore possibile, in quanto personalmente trovo che sia meglio raggiungere un accordo non perfetto che tentarne uno perfetto e concludere con un non accordo come avvenne a Copenaghen. Il problema maggiore è che l’accordo stesso cita e riconosce che, con le promesse di riduzione attuali, c’è un GAP di 15 miliardi di tonnellate di CO2 per il percorso da fare per contenere il global warming a 2°C, ma si indica anche la strada da percorrere per colmare questo gap attraverso il coinvolgimento del livello sub nazionale azionale: regioni, città e comuni, imprese, associazioni e società civile. Questa, ritengo, sarà anche una grande opportunità per lo sviluppo sostenibile e ovviamente per la ricerca e anche per il nostro ateneo. E’ stato veramente una grande opportunità trovarsi a Parigi a COP21. Porterò con me al ritorno un feedback che auspico possa rivelarsi utile alle attività istituzionale del DIEF e dell’intero ateneo, che ringrazio insieme alla Fondazione Lombardia per l’ambiente che mi ha ospitato in delegazione. In conclusione voglio citare la frase del Presidente della Francia Francois Hollande: <Il 12 dicembre 2015 eravamo a Parigi per fare l’accordo sul clima e ne saremo orgogliosi con i nostri figli, i nostri nipoti e le future generazioni, viva il pianeta Terra, viva l’umanità, viva la vita>”.