“Interessante e misterioso Paese sul quale si dicono tante meraviglie ed esagerazioni”. Così Antonio Baldacci, geografo, descrive alla fine dell’800 il Paese delle Aquile: l’Albania. È la prima fra le storie tratte dalla mostra “Modena – Tirana andata e ritorno”, inaugurata lo scorso 28 novembre ai Musei civici di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena.
Alcune delle tante testimonianze raccolte nel percorso partecipato che ha portato alla mostra verranno lette dagli attori della Compagnia Cicuta, accompagnati dalla fisarmonica di Claudio Ughetti, in occasione della presentazione dell’agenda interculturale 2016 in programma sabato 19 dicembre alle 17 al terzo piano di Palazzo dei Musei a ingresso libero per tutti. A presentare la pubblicazione sarà l’europarlamentare Cécile Kyenge con il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, Margherita Sani dell’Istituto Beni Culturali dell’Emilia-Romagna e Cristiana Zanasi, curatrice del Museo civico archeologico etnologico di Modena.
Nell’agenda, come nella mostra, le storie riportate dipingono i sentimenti di coloro che dalla fine dell’Ottocento a oggi accorciarono quella pur breve distanza fra i due Paesi, con andate e ritorni fra le due sponde dello stesso mare Adriatico.
Ci sono le testimonianze dei soldati della I e II guerra Mondiale, che raccontano storie sofferte, ma anche confortate dall’amicizia solidale dei momenti difficili.
Ci sono i racconti degli “italianesi”, segregati nei campi di internamento albanesi dopo il 1945 e “dimenticati” dal governo italiano per quarant’anni.
Ci sono le parole di quei cittadini albanesi che hanno conosciuto l’Italia attraverso la televisione e che adesso vivono a Modena, conservando ricordi controversi del loro Paese e coltivando speranze su quello che li ha accolti.
Su queste voci lontane e vicine ruota l’agenda interculturale del Museo civico archeologico etnologico, giunta alla sua quarta edizione, che declina gli auguri natalizi in chiave interculturale e rappresenta uno strumento per veicolare a un pubblico sempre più eterogeneo le esperienze che il Museo, attraverso percorsi partecipati che sfociano in mostre e iniziative collegate, condivide con cittadini provenienti da altri Paesi del mondo.
Partecipazione, dialogo, inclusione sono le parole chiave dei progetti interculturali che fanno strutturalmente parte delle attività dei Musei civici, nella consapevolezza del potenziale della cultura come strumento di integrazione attraverso iniziative all’insegna della condivisione. proseguendo così.
L’agenda, realizzata in collaborazione con la Casa delle Culture e grazie al contributo dell’Istituto Beni Culturali dell’Emilia-Romagna (Ibc), sarà donata a tutti coloro che parteciperanno all’iniziativa che si concluderà con l’aperitivo degli auguri.
La mostra “Modena – Tirana. Andata e ritorno” in sala Boni dei Musei civici al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo S. Agostino è visitabile gratuitamente fino al 6 giugno 2016 da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e festivi (e 24 e 31 dicembre) dalle 10 alle 13; 25 dicembre e 1 gennaio dalle 16 alle 19; chiuso lunedì.
“MODENA – TIRANA” IN MOSTRA DUE SPONDE DELLO STESSO MARE
Ai Musei civici di Palazzo dei Musei è visitabile gratuitamente l’esposizione dalle cui storie e testimonianze ha attinto l’Agenda interculturale 2016 che si presenta sabato 19
Provengono dalla mostra “Modena – Tirana. Andata e ritorno” le storie contenute nell’Agenda interculturale 2016 che si presenta sabato 19 dicembre alle 17 ai Musei civici, al terzo piano di Palazzo dei Musei in largo Sant’Agostino a Modena.
La mostra, realizzata insieme a Moxa e a molti altri partner, si propone una visione a 360 gradi delle relazioni fra i Paesi delle due sponde dell’Adriatico dalla fine dell’Ottocento a oggi. Un arco di tempo segnato dalle storie di modenesi o emiliano-romagnoli che hanno accorciato quella pur breve distanza fra Italia e Albania: geografi, archeologi, alti ufficiali e semplici soldati, architetti, cooperanti, imprenditori, artisti, migranti.
Sono proprio questi personaggi ad animare l’Agenda 2016 che fa emergere storie personali, e quindi uniche, che diventano un racconto corale.
È al linguaggio fotografico più che ad ogni altro, a partire dalle immagini dell’atelier Marubbi di Scutari donate dall’architetto Riccardo Merlo, che la mostra affida la maggior parte delle testimonianze esponendo immagini oggetto di donazioni e prestiti di cittadini e istituzioni che hanno risposto all’invito a collaborare di Musei civici e Moxa che ha generato partecipazione e condivisione.
Il percorso espositivo si apre con un richiamo all’eroe albanese Scanderbeg, uno dei miti fondanti dell’identità del “Paese delle aquile”, e prosegue con le stampe ottocentesche, di proprietà del Museo civico archeologico etnologico di Modena, dell’atelier del piacentino Pietro Marubbi, insieme a testimonianze di profondi conoscitori dell’Albania come Antonio Baldacci e Guido Corni.
La seconda sezione, dedicata al periodo dell’occupazione italiana, esplora le attività di propaganda del regime fascista e le grandi opere di quegli anni, realizzate anche da imprese e architetti emiliani. Nel contesto degli interessi economici e politici del Governo italiano si inserisce la figura di Luigi Maria Ugolini, un archeologo che coniuga storia e propaganda nell’interpretare gli scavi della Missione Archeologica Italiana in Albania.
Nella terza sezione, la seconda Guerra Mondiale: volti, diari e storie di militari emiliano-romagnoli che parteciparono al conflitto sull’altra sponda dell’Adriatico. Dolorosa appendice post-bellica è la storia degli “italianesi”, italiani o albanesi di origine italiana, che rimasero intrappolati in Albania al termine del conflitto e “dimenticati” dal Governo italiano. Le loro storie, raccontate attraverso intense interviste, parlano di soprusi, violenze, prigionia.
Alla contemporaneità è dedicata la quarta e ultima sezione della mostra, con uno sguardo attento alle azioni di cooperazione che hanno contraddistinto le relazioni fra la regione e l’Albania fin dai primi anni ’90 con il Campo Modena di Scutari, nell’ambito della Missione Arcobaleno, e le attività di Ert. Alle voci di albanesi a Modena è affidato il messaggio di amicizia e vicinanza, non solo geografica, fra i due paesi, dagli allievi ufficiali dell’Accademia, a giovani studenti e lavoratori accolti dalla nostra città.
L’intero percorso espositivo si snoda intorno al cortometraggio “Sue proprie mani” di Adrian Paci e Roland Sejko, che restituisce i sentimenti e le emozioni degli italiani rimasti segregati in Albania dopo la fine della Seconda guerra mondiale attraverso le lettere mai pervenute ai loro congiunti, ritrovate nel 2000 all’Archivio di Stato albanese.
La mostra “Modena – Tirana. Andata e ritorno” nella sala Boni dei Musei civici a Palazzo dei Musei in largo S. Agostino è visitabile gratuitamente fino al 6 giugno 2016 da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e festivi (e 24 e 31 dicembre) dalle 10 alle 13; 25 dicembre e 1 gennaio dalle 16 alle 19; chiuso al lunedì.
Informazioni online (www.museicivici.modena.it).