Sviluppo umano e lavoro sono i temi al centro del Convegno “Lavoro e sviluppo umano: il ruolo della cooperazione internazionale per lo sviluppo”, che si è tenuto oggi a Bologna nell’Aula Magna della Regione Emilia-Romagna per presentarel’annuale Rapporto sullo Sviluppo Umano dell’UNDP (United Nation Development Programme).
Da 25 anni, il Rapporto offre l’occasione per approfondire il tema dello sviluppo a livello globale, oltre la misura della ricchezza delle economie. “Il cuore del rapporto è l’integrazione tra lavoro e sviluppo della persona, tra dimensione della crescita e della occupabilità, e l’inclusione sociale – ha sottolineato Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e assessore al Welfare e Politiche abitative, in apertura dei lavori.
L’edizione di quest’anno guarda alle persone, alle opportunità di cui godono, alle scelte che assumono ed evidenzia come il lavoro possa essere stimolo allo sviluppo umano, soprattutto quando le politiche pubbliche ampliano le opportunità di occupazione, nel rispetto dei diritti, della sicurezza e del benessere dei lavoratori.
“In Emilia Romagna, con il Patto per il lavoro e il Reddito di solidarietà, stiamo perseguendo questa strada di combinazione virtuosa tra politiche per la crescita e politiche per tenere saldo il tessuto sociale – ha aggiunto la vicepresidente – Partendo da un assunto ben preciso: spetta sempre e comunque alle istituzioni pubbliche, allo stato garantire una protezione sociale adeguata ed equa ai cittadini, poi viene la filantropia, la carità, e l’aiuto di tanti. Non vorrei che la rincorsa fosse quella di diventare come gli Stati Uniti dove la protezione sociale è filantropia e dove l’uguaglianza dei diritti non è certo raggiunta. Il pubblico – ha continuato Gualmini – deve avere un ruolo di regia e di regolazione per garantire una equa distribuzione di welfare e servizi a chi ne ha bisogno. Ricordiamoci sempre la frase di Olivetti: chi opera secondo giustizia opera bene e apre la strada al progresso, chi opera secondo carità segue l’impulso del cuore, fa altrettanto bene ma non elimina le cause del male che trovano luogo nell’umana ingiustizia”.
Nel rapporto sono contenuti anche alcunidati sull’Indice di Sviluppo Umano (HDI) basato su tre dimensioni: reddito, salute e istruzione.
“Adam Smith scriveva che la ricchezza delle nazioni è il risultato della capacità produttiva del lavoro – ha detto l’assessore regionale alla Scuola e al Lavoro Patrizio Bianchi – Per generarla, diceva Smith, servono skills, dexterity e judgement. Un Paese cresce se può contare su competenze (skills), capacità di trasformare queste competenze in organizzazione produttiva (dexterity) e visione critica (judgement). Oggi – a oltre duecento anni dalla pubblicazione de “La Ricchezza delle nazioni” – diciamo che un Paese cresce se fonda la sua traiettoria di sviluppo sulla valorizzazione dei diritti, delle aspettative e delle potenzialità del capitale umano che lo costituisce. Questo emerge anche dal Rapporto presentato questa mattina. Il lavoro è cittadinanza e inclusione. E oggi per generarlo serve un nuovo contratto sociale. In Emilia-Romagna questo contratto sociale si chiama Patto per il Lavoro – ha concluso Bianchi – Un Patto di legislatura con cui, dopo la grande crisi del 2009 – la fornace che ha bruciato le pericolose illusioni di una economia senza lavoro – abbiamo condiviso con le diverse componenti della società regionale linee strategiche e una nuova generazione di politiche pubbliche fondate sul riconoscimento del valore del territorio, della produzione, del lavoro e delle persone, capaci di generare un nuovo sviluppo per una nuova coesione sociale”.
Nel 2015, l’Italia si colloca al 27° posto a livello globale in termini di HDI, tra i Paesi dallo sviluppo umano molto elevato (0,873 su 1). La posizione in classifica dell’Italia è leggermente più elevata rispetto a quella occupata in base al solo reddito pro capite. I primi tre Paesi al mondo per HDI sono Norvegia, Australia e Svizzera.