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Lo Stato le deve 5.200 euro, ma le ha pagato un euro di tredicesima. La storia di Valentina, prof di sostegno a Castelnuovo

Monica-Barbolini-3È in cattedra dal 19 settembre e non ha mai ricevuto lo stipendio. In compenso si è vista accreditare un euro di tredicesima per aver lavorato nel periodo gennaio-giugno 2015. Ha dell’incredibile la storia di un’insegnante che ha segnalato la sua situazione al sindacato Cisl Scuola Emilia Centrale. Valentina C., 37 enne originaria della provincia di Foggia, abita da sei anni a Spilamberto. Quest’anno scolastico ha ottenuto un contratto a tempo pieno come insegnante di sostegno all’Istituto comprensivo G. Leopardi di Castelnuovo Rangone. «Come molti altri supplenti delle scuole di Modena e provincia, questa docente sta ancora aspettando il primo stipendio – denuncia Monica Barbolini, segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale – È una situazione inaccettabile quella che si sta determinando a causa del mancato pagamento degli stipendi ai supplenti. Non c’è giustificazione che tenga quando viene negato a una persona il compenso per il lavoro che svolge».

Conti alla mano, alla prof. spettano oltre 5 mila euro (1.300 euro netti al mese), che le farebbero particolarmente comodo in quanto si è iscritta a un corso di specializzazione sul sostegno all’Università di Modena e Reggio Emilia, per il quale ha pagato una retta di 3 mila euro. «Questa insegnante lavora e studia, ma rischia di non avere nemmeno i soldi per pagarsi la benzina o i mezzi pubblici per raggiungere il luogo di lavoro – continua Barbolini – È talmente scoraggiata che minaccia di non recarsi più a scuola. Purtroppo non è l’unica, sono davvero troppe le persone che vengono ogni giorno nelle nostre sedi a raccontarci il dramma che stanno vivendo di fronte a scadenze di pagamenti che non possono onorare, a volte esposte persino al rischio di sanzioni o atti ingiuntivi. La situazione – avverte la sindacalista Cisl – sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza sociale. Abbiamo da tempo e più volte denunciato questi problemi alle scuole e all’amministrazione, sia a livello provinciale che nazionale, ma assistiamo a un rimpallo di responsabilità. Dimostra di essere un pessimo datore di lavoro il Ministero dell’Istruzione che per il quarto mese consecutivo non corrisponde il salario dovuto a ogni lavoratore. È paradossale definire “Buona Scuola” un’istituzione che – conclude la segretaria generale della Cisl Scuola Emilia Centrale – riduce a condizioni non dignitose tanti docenti che tengono aperte le nostre scuole, educano e istruiscono i nostri giovani».

















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