Si conclude all’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia il ciclo di conferenze sugli sviluppi della ricerca matematica nell’epoca dei lumi e sulle nuove teorie nate in Europa a cavallo tra il XVIII e XIX secolo.
L’iniziativa, articolata attraverso 8 conferenze, ha rappresentato la continuazione di un percorso storico-filosofico, avviato negli anni passati, proposto con finalità divulgative, per riaccendere l’interesse culturale e scientifico dei giovani e degli appassionati attorno a questa fondamentale materia. Nei cicli precedenti l’attenzione era stata successivamente fermata, dapprima, sull’evoluzione del pensiero matematico a partire dai greci (I ciclo), quindi al Medioevo (II ciclo) e, poi, alla prima metà del XVIII secolo (III ciclo).
L’ultimo appuntamento è annunciato presso il Dipartimento di Matematica (Via Campi 213/b) a Modena, nella giornata di domani, venerdì 3 marzo 2006 alle ore 17.00.
Il prof. Umberto Bottazzini dell’Università di Milano presenterà “ Il cosiddetto teorema di Ampère: motivazioni e conseguenze”.
Col nome di “teorema di Ampère” veniva spesso indicato nell’Ottocento il “teorema” che afferma che ogni funzione continua su un intervallo è ivi sempre derivabile ( tranne al più in punti isolati). Questo enunciato figura in un lavoro di Ampère del 1806 che si ispira alla teoria delle funzioni analitiche di Lagrange ed ha per oggetto una “nuova” dimostrazione della formula di Taylor. Il “teorema” viene ripetuto in numerosi trattati e lavori ancora negli anni Sessanta e Settanta del secolo, fino a che il contro-esempio di Weierstrass di una funzione continua su un intervallo ma in nessun punto derivabile diviene di dominio pubblico. Infine, lo stesso Weierstrass in un lavoro del 1880 mostra il profondo legame che intercorre tra il suo contro-esempio ed il problema del prolungamento analitico di una funzione di una variabile complessa.