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Turismo, ecco il progetto di riforma dell’organizzazione turistica regionale

Dalla promozione del prodotto turistico alla valorizzazione di un mix fra destinazioni e prodotti di eccellenza dell’Emilia-Romagna. La Giunta regionale ha approvato il progetto di legge che riforma la disciplina dell’organizzazione turistica regionale (in sostituzione della legge 7/98).

Il testo di legge definisce le attività della Regione e l’esercizio delle funzioni conferite agli enti locali territoriali e agli altri organismi interessati allo sviluppo del turismo. La riforma del sistema di governance turistica vuole dare una risposta alle mutazioni del mercato nazionale ed internazionale e contribuire a rilanciare il settore turistico come uno degli asset primari dello sviluppo economico dell’Emilia Romagna.

“Globalizzazione e digitalizzazione hanno modificato profondamente le scelte delle vacanza – spiega l’assessore regionale a Turismo e commercio Andrea Corsini – e conseguentemente le politiche di offerta da parte dei territori. Per questo con la nuova legge, che rappresenta anche il primo banco di prova della legge regionale di riordino istituzionale 13, passiamo alla valorizzazione delle destinazioni e dei prodotti di eccellenza sviluppando politiche di marketing territoriali che mettono al centro le grandi destinazioni turistiche di area vasta senza dimenticare i nostri grandi prodotti di eccellenza di carattere trasversale: città d’arte, terme, Appennino e parchi, congressuale e i grandi prodotti della Motor valley, Food valley, Welness valley e del turismo culturale”.

“Il tema della valorizzazione territoriale è fondamentale – sottolinea il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini – perché è cambiato il comportamento delle persone. Il milione e mezzo di presenze registrato in più nel 2015 dimostra che possiamo essere sempre più attrattivi se mettiamo a sistema le tante eccellenze che abbiamo. Con questa legge, frutto di un grande lavoro di squadra con i territori e i soggetti interessati al turismo, creiamo le condizioni per portare a due cifre l’incidenza del turismo nel Pil dell’Emilia-Romagna ed aumentare la competitività dell’intera regione. Fondamentale sarà tenere insieme gli interventi di sostegno e valorizzazione del settore turistico, con quelli sulle infrastrutture, necessarie affinché i turisti si spostino nel più breve tempo possibile”.

La riforma ha avuto ieri il parere favorevole del Cal e sarà discussa in Assemblea legislativa. Parte, quindi, dalla considerazione dell’evoluzione del mercato turistico, della rapida trasformazione delle modalità di acquisire conoscenze e informazioni e del nuovo modo di viaggiare che ha portato le persone – siano residenti in Italia, in Europa o provenienti da Paesi lontani – a cercare in maniera sempre più assidua non solo “luoghi” da conoscere ma anche “esperienze” da vivere.

Per questo motivo il nuovo ordinamento, mantenendo fede ad alcuni fattori base della normativa previgente – soprattutto il sistema di cooperazione tra pubblico e privato – parte dai territori e dalle loro proposte per disegnare un nuovo modo di approccio ai mercati nazionali e internazionali e ai potenziali ospiti. Protagonista della definizione delle politiche turistiche è l’ambito territoriale di area vasta (le “destinazioni turistiche”) che definirà i prodotti e le offerte sulle quali investire i fondi per la promo-commercializzazione, in stretta collaborazione tra gli enti locali e le aggregazioni private che si occupano di turismo.

Il testo mantiene alla Regione la programmazione e il coordinamento delle attività e iniziative per il turismo (attraverso atti d’indirizzo e linee guida). È confermato il ruolo strategico di Apt nella promo-commercializzazione, cui si aggiunge il coordinamento di progetti su prodotti di particolare rilevanza per l’Emilia-Romagna.

La concertazione fra i soggetti istituzionali pubblici e privati del settore turistico avviene, a livello regionale, all’interno di una Cabina di regia che coinvolgerà anche l’assessorato Trasporti, che è di importanza strategica.

A livello locale le “destinazioni turistiche” di area vasta definiscono le strategie di sviluppo, di concerto con le rappresentanze dell’imprenditoria turistica private.

















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