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Fca, aumentano produzione e occupazione. Fim: “Merito dei nostri accordi”

Claudio-Mattiello-10Grazie agli investimenti dell’azienda e agli accordi sindacali, nel 2015 il gruppo Fca ha aumentato la produzione del 66 per cento e l’occupazione del 9,5 per cento, mentre la cassa integrazione è calata a circa il 10 per cento. È quanto emerge da uno studio del sindacato Fim-Cisl. Alla crescita dei volumi produttivi di Fca hanno contributo anche gli stabilimenti modenesi. «La Ferrari nel 2015 ha prodotto 7.400 vetture, contro le 7.050 del 2014 e 7 mila del 2013. La strategia del Cavallino è sempre produrre un’auto in meno di quella richiesta dal mercato – spiega Claudio Mattiello, segretario generale della Fim-Cisl Emilia Centrale – Certamente la recente quotazione in Borsa pone la Ferrari in un contesto nuovo e di ulteriore prospettiva, in continuità con il passato: margini elevati e piccoli incrementi produttivi. Ora, però, è urgente discutere le strategie future e aprire il negoziato per il rinnovo del contratto aziendale». Quanto alla Maserati, lo studio Fim rivela che tra Modena e Grugliasco l’anno scorso sono state prodotte 32.700 unità, contro le 41.800 del 2014. «Per il Tridente il 2015 è stato un anno di assestamento – afferma Mattiello – La flessione nei volumi è riconducibile in particolare al calo del mercato cinese, mentre sono cresciute le vendite italiane ed europee. Questo ha determinato l’utilizzo di un breve periodo di cassa integrazione a Grugliasco. A Modena si riduce il lavoro con utilizzo dei permessi retribuiti collettivi e la cassa integrazione a partire da febbraio. Non ci spaventa la cassa integrazione, ma abbiamo bisogno di capire quali sono prospettive per lo stabilimento e per i suoi 631 dipendenti. Ricordiamo che Modena oggi produce i due modelli Gran Turismo e Gran Cabrio, ormai datati, e assembla la Alfa Romeo 4C. L’anno scorso sono state prodotte 6.300 auto (2.800 Maserati e 3.500 Alfa), contro le 6.150 del 2014». Per il segretario della Fim-Cisl Emilia Centrale la recente conferma degli obiettivi del piano 2014-2018 dal punto finanziario ed economico sono un elemento positivo e di prospettiva per il futuro degli stabilimenti. Basti pensare agli ultimi anni, caratterizzati da bilanci Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) con continue di perdite (nel 2012 Fca aveva anche esaminato possibili chiusure di stabilimenti). «La sfida per “cuori forti” a fine 2012, che ha portato le produzioni di fascia alta negli stabilimenti italiani, ha visto la Fim-Cisl in prima linea – ricorda Mattiello – La Fiom, invece, ha continuano a opporsi in maniera miope, non solo quando si è trattato di firmare gli accordi sindacali, ma durante tutta la fase di salita produttiva. In tutti gli stabilimenti con crescita produttiva la Fiom ha indetto scioperi contro turni e straordinari, scioperi falliti per la mancata partecipazione dei lavoratori». Per Mattiello la preoccupazione maggiore ora riguarda la tempistica delle produzioni. «Si parla di un impegno a mantenere lo sviluppo dei nuovi modelli illustrati a Detroit nel 2014, ma con tempi un po’ più lunghi. Sappiamo bene che dietro allo sviluppo di un nuovo modello c’è una salita produttiva e una occupazionale, necessaria per cogliere l’obiettivo della piena occupazione e l’esaurimento del residuo di cassa integrazione entro il 2018; per questo è importante avere assicurazioni da Fca. È probabile che le nuove produzioni di Giulia e del prossimo Suv Alfa Romeo assorbiranno totalmente la cig a Cassino e avranno anche impatti di crescita occupazionale. Tra gli stabilimenti che rischiano di soffrire per un slittamento dei tempi c’è Modena, in attesa di nuovi modelli per poter soddisfare l’obiettivo della piena occupazione. Per questo – conclude il segretario generale della Fim-Cisl Emilia Centrale – ci aspettiamo risposte puntuali nel prossimo incontro con l’ad Sergio Marchionne».

















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