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Il “Cavallo di Modena” resterà dov’è almeno per un anno

mata-cavallo-paladino“Il ‘Cavallo di Modena’, realizzato dall’artista Mimmo Paladino, resterà dov’è, sicuramente ancora per un anno. Il Comune si è accordato, infatti, con il gallerista Emilio Mazzoli, proprietario dell’opera, che la cede all’Amministrazione in comodato gratuito fino al 31 gennaio 2017. Lo ha annunciato l’assessore alla Cultura del Comune di Modena Gianpietro Cavazza rispondendo in Consiglio, giovedì 28 gennaio, a un’interrogazione proposta da Andrea Galli (FI) che chiedeva se il Comune “intenda effettivamente acquistare l’opera come è stato ipotizzato”.

“Ci è giunta voce – ha risposto Cavazza – che un gruppo di cittadini si starebbe attivando per trovare una soluzione che consenta, anche attraverso la raccolta di fondi, di far rimanere l’opera a Modena. L’Amministrazione coglie positivamente questo segnale che viene dalla società modenese, mentre confermiamo, come ha già anticipato il sindaco nelle scorse settimane, che il Comune non intende investire risorse nell’acquisto di quest’opera d’arte”.

“Il Cavallo, concepito e nato espressamente per quello spazio – ha ricordato poi l’assessore Cavazza – lo arricchisce e lo definisce in modo mirabile, contribuendo a indicare l’area che la ospita come vocata all’arte, e segnalando una porta nuova della città, anche simbolica, verso il cuore di Modena e da Modena verso il mondo”. L’assessore ha proseguito rispondendo anche alle perplessità sul valore della mostra, sollevate dall’interrogazione del consigliere Galli, ribadendo di ritenerle infondate: “Con il Mata, abbiamo inaugurato un nuovo spazio culturale, alle porte del centro storico di Modena e abbiamo portato all’attenzione dei modenesi e non solo, opere di artisti di livello internazionale, che provengono dal nostro territorio, ma che normalmente sono invisibili perchè racchiuse all’interno di collezioni private. La mostra ‘Il manichino della storia’, un’operazione di alta qualità culturale, chiuderà il 31 gennaio, superando i 15 mila visitatori. Inoltre, l’impatto che la mostra ha avuto sulla stampa, specializzata e non, ha permesso di far conoscere la nostra città di più e sotto aspetti diversi”.

Nella replica il consigliere Galli ha commentato che “una volta le statue venivano fuse per farci cannoni: il Cavallo di Paladino potrebbe essere utile per questo. La mostra è stata insoddisfacente sotto ogni punto di vista. Ci era stato detto che avrebbe richiamato frotte di visitatori e di turisti provenienti da Expo, che invece non sono arrivati. Non si può far conoscere Modena con mostre allocate in posti sbagliati e di cui voglio ancora sottolineare la scarsa ricaduta economica sulla città”.

















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