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Confcommercio Vignola commenta il contenuto del regolamento dei mercati del riuso, approvato negli scorsi giorni

“Siamo molto delusi, non solo per il metodo seguito, ma soprattutto per i contenuti confusi di un regolamento che non riparerà la città dalla presenza di venditori abusivi e non servirà a valorizzare il nostro centro storico”. Così si esprime Ascom Vignola dopo aver studiato, articolo per articolo, il contenuto del contestato regolamento del mercatino del riuso, approvato negli scorsi giorni dal Consiglio Comunale di Vignola.

“Un provvedimento – puntualizza l’Associazione – che è stato messo a punto sfruttando le pieghe di una legge regionale che consente di disapplicare la normativa del commercio su aree pubbliche, salvo poi prevedere all’articolo 3 del regolamento stesso, la possibilità di affiancare questi mercatini ad altri eventi o iniziative: un escamotage che ha permesso alla Amministrazione di sottrarsi al confronto”.

“Ci saremmo infatti aspettati – dichiara Confcommercio – un maggiore coinvolgimento da parte dell’Amministrazione, che ha invece preferito fare a meno del parere delle Associazioni di categoria, approvando un documento, col quale, usando come termine di riferimento il ‘modico valore’ della merce, si rende troppo labile il confine tra chi fa solidarietà e chi invece utilizza i mercatini del riuso per fare commercio abusivo e in concorrenza sleale con operatori regolarmente autorizzati”.

“Balza poi all’occhio – precisa l’Associazione – l’articolo 4 del regolamento, che demanda all’organizzatore dell’evento la chiusura dei banchi qualora sia accertata una violazione dellle norme previste: una previsione, questa, troppo vaga per essere utile a scoraggiare chi sin dal principio ha l’intenzione di organizzare un mercato che nulla ha a che vedere con la solidarietà”.

“Senza considerare – conclude la nota – che le sanzioni previste appaiono a dir poco inefficaci e non rappresenteranno mai un deterrente per quei furbetti che regolarmente si insinuano nei mercatini del riuso per vendere merce di valore tutt’altro che modico o di provenienza poco chiara”.

 

















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