La decisione del Consiglio dei Ministri, che con l’approvazione della VIA sblocca l’iter autorizzativo per la costruzione dell’Autostrada Cispadana, per certi versi non stupisce, ma conferma l’allarme per un’aggressione del territorio che assume dimensioni sempre più preoccupanti. E’ questa l’opinione del WWF, che ha sempre contrastato la realizzazione di questa infrastruttura, ritenendo che non sia giustificata sotto il profilo ambientale, ma neppure dal punto di vista economico.
Stiamo parlando di un’Autostrada lunga quasi 70 chilometri, che con 5 viadotti, 14 cavalcavia, 38 sottovia inciderà profondamente su di una pianura a vocazione agricola delle province di Ferrara, Modena e Reggio Emilia, costerà oltre 1 miliardo e 300 milioni di soldi pubblici, stando alla cifra attualmente preventivata
La Cispadana appartiene ad un Piano Regionale dei Trasporti superato e scaduto da oltre cinque anni, che richiederebbe una profonda revisione, prima di proseguire con la creazione di nuove infrastrutture per il trasporto su gomma. La Cispadana significa una perdita di 570 ettari di terreno agricolo, con i quali oggi si può produrre una quantità di cibo capace di sfamare oltre quindicimila persone, un ulteriore carico inquinante in una regione già ampiamente oltre i limiti fissati dalla normativa europea per sostanze come le polveri sottili, un impatto diretto sulla salute degli abitanti di molti centri abitati che saranno direttamente a contatto con i gas di scarico emessi dai cinquantamila veicoli al giorno previsti, che significano quasi 20 milioni di veicoli all’anno, un incremento del traffico su gomma, già riconosciuto a livello mondiale come uno dei settori maggiormente responsabili dell’emissione di gas-serra ed un ulteriore elemento di vulnerabilità di un territorio ad elevato rischio idrogeologico, per l’inadeguatezza della rete idrica a veicolare afflussi meteorici di intensità crescente.
Se quindi i conti sull’ambiente non tornano, il conto economico sarà destinato a gravare ancora una volta sulle finanza pubbliche, per effetto della prevista acquisizione delle azioni di Autobrennero.
Il WWF, di fronte a questa ennesima decisione così assurda, antistorica e dannosa per i cittadini, esprime ancora una volta la propria netta contrarietà e continua la propria azione di contrasto, confidando nel dissenso sempre più diffuso nei confronti della Cispadana, come di altre grandi infrastrutture stradali nella nostra regione.
(Enrico Ottolini – Delegato Emilia-Romagna WWF Italia)